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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (14 dicembre 2025)
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  • Sinodo dei vescovi

    Appello vescovi Guatemala a Presidente Morales per lotta alla corruzione

    La Conferenza episcopale del Guatemala (Ceg) prende posizione in merito all’annunciata decisione del presidente Jimmy Morales di voler espellere, in quanto persona non gradita, l’alto funzionario Onu Iván Velásquez, coordinatore della Commissione Cicig (Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala).

    I vescovi - riporta l'agenzia Sir - esprimono “il proprio dispiacere per l’intempestiva e assolutamente ingiustificata espulsione del commissario Velásquez”, la preoccupazione “per l’instabilità politica che lo stesso Presidente Morales ha generato con la sua decisione”, la convinzione che “la lotta contro la corruzione e contro l’impunità costituisce una necessità non rinviabile e un compito urgente per il Guatemala. Delegittimare la Cicig equivale a favorire, in nome di un supposto primato della sovranità, che l’impunità e i corrotti finiscano con l’essere beneficiati”.

    Infine, la Conferenza episcopale chiede che vanga rispettata l’indipendenza della Corte Costituzionale. Pertanto, la Chiesa guatemalteca chiede al Presidente “di assumersi la responsabilità e le conseguenze dei suoi atti” e ai deputati del Congresso di “non lasciarsi sviare da interessi di parte e di prendere la decisione che compete loro attenendosi alla ricerca del bene della nazione”. Infine la nota – che è firmata da mons. Gonzalo de Villa, vescovo di Sololá-Chimaltenango e presidente della Ceg – chiede al popolo del Guatemala di “esprimere in modo civile e pacifico la propria opinione riguardo a quanto sta accadendo”.

    Da giorni infatti, a Città del Guatemala, continua la protesta di numerosi di cittadini e ong contro l’annunciata decisione del Presidente. Un tentativo, per ora bloccato dalla Corte Costituzionale, che trova la sua origine nella richiesta da parte di Velásquez di togliere l’immunità a Morales, con lo scopo di verificare possibili episodi di corruzione messi in atto durante la campagna elettorale che ha portato il Presidente, in precedenza comico televisivo, alla guida del Paese.

    “Ho conosciuto a Bogotá il magistrato colombiano Iván Velásquez che in Colombia ha lavorato molto nel denunciare e perseguire la para-politica e la corruzione”, commenta dalla capitale colombiana per il Sir Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani e di questioni latinoamericane. “Il Guatemala è una Repubblica presidenziale con una storia politica di colpi di Stato e guerra civile. Il sistema giudiziario del Paese è malfuzionante e corrotto e per questo motivo è stata creata nel 2007 la Cicig: un esperimento delle Nazioni Unite nato per combattere attivamente la corruzione nel Paese, contrastare la criminalità organizzata e smantellare i traffici illeciti, a fianco del sistema giudiziario locale. La Cicig è la dimostrazione che esiste una giustizia transnazionale efficace, negli anni scorsi le Nazioni Unite hanno appoggiato la condanna per corruzione che nel 2015 ha portato all’arresto dell’allora Presidente della Repubblica, l’ex generale Otto Pérez Molina”.

    Per Gerard Lutte, professore emerito all’Università La Sapienza e coordinatore del Movimento dei giovani di strada del Guatemala Mojoca, “la mossa di Morales non è stata ben calcolata, perché immediatamente l’Onu, l’Unione europea, gli Usa e molti altri Paesi hanno manifestato il loro appoggio a Velásquez. Anche in Guatemala, molte Associazioni si sono schierate con il giudice colombiano e il popolare procuratore della Repubblica Thelma Aldana”.

    News.va

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