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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (14 dicembre 2025)
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  • Attacco in Siria, mons. Audo: Paese vittima di potenze straniere

    Si moltiplicano le reazioni dopo l’attacco sferrato, nella notte in Siria, da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna contro obiettivi militari del regime di Bashar al Assad. “Andremo avanti il tempo necessario - ha affermato il Presidente statunitense Donald Trump - per distruggere le capacità del regime siriano di lanciare armi chimiche”. Il segretario alla Difesa americano, James Mattis, ha inoltre affermato che i raid sono stati condotti facendo di tutto “per evitare vittime civili e straniere”. L’azione è stata invece fermamente condannata dal Presidente russo, Vladimir Putin, che ha anche chiesto “una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu”. L'ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov, ha dichiarato poi che “le azioni degli Usa e dei loro alleati in Siria non rimarranno senza conseguenze”. Secondo il Presidente iraniano Hassan Rohani “l'attacco avrà effetti devastanti sul Medio Oriente”. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, in una nota ha definito l'intervento militare “necessario e appropriato”.  Per il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk  il regime siriano, la Russia e l'Iran “non possono andare avanti con questa tragedia, non senza costi”.

    Mons. Audò: stava per iniziare la missione degli ispettori Onu

    Per il vescovo caldeo di Aleppo mons. Antoine Audo è sorprendente che l’attacco sia avvenuto proprio mentre stava per iniziare oggi in Siria, la missione degli ispettori dell’Onu chiamati ad indagare sull’uso delle armi chimiche attribuito al regime di Damasco. Per il presule l’attacco nasconde la “volontà di potere” dell’Occidente - che alimenta il commercio delle armi - e degli alleati sauditi nella regione perché sarebbe assurdo che Damasco usi armi letali proprio mentre il suo esercito ha riconquistato la regione di Ghouta. Secondo mons. Audo – al microfono di Luca Collodi di Radio Vaticana Italia - a livello regionale la Siria sta pagando il prezzo del conflitto a distanza tra Arabia Saudita e Iran, un po’ come è avvenuto nel vicino Iraq, e spera in un accordo tra Stati Uniti e Russia.

    Vittorio Parsi: l’Occidente non una strategia a lungo termine

    Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni Internazionali all'Università Cattolica di Milano, sottolinea, al microfono di Luca Collodi, che l’attacco contro obiettivi militari in Siria è sbagliato perché non cambia niente. La Russia - ricorda Parsi - aveva assunto l’impegno formale ad occuparsi dello smantellamento dell’arsenale chimico di Assad. Se delle armi chimiche sono state impiegate da quest’ultimo, il bersaglio che andava colpito – non militarmente ma in maniera diplomatica - era la Russia, perché Mosca aveva assunto questo impegno. Invece gli americani - sottolinea Parsi - hanno preferito fare un gesto molto rischioso che rischia solo di alimentare altre possibili escalation. Cina e Russia sono in grado di sfruttare strategicamente gli errori americani e l’Occidente – osserva l’analista - ha dato l’ennesima dimostrazione di non avere una politica siriana; non c’è una strategia a lungo termine. Il Medio Oriente, il Levante, è in mano a questa alleanza estremamente instabile tra Russia, Iran e Turchia ma dall’altra parte se ne sta formando una più tradizionale, ma altrettanto instabile: Stati Uniti, Arabia Saudita e Israele. Giocare con il fuoco in un teatro del genere è estremamente pericoloso.

    Amedeo Lomonaco, Luca Collodi - VaticanNews

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