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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Caritas: "La Svizzera deve assumersi più responsabilità per le persone in fuga"

    Dal 13 al 15 dicembre 2023 si terrà a Ginevra il secondo Forum globale sui rifugiati (Global Refugee Forum). Pochi giorni dopo, durante la sessione invernale del Parlamento, ci sarà un dibattito sulla politica dei rifugiati nel quale vengono messi in discussione anche gli obblighi internazionali della Svizzera. Nel suo ultimo documento di posizione, Caritas Svizzera chiede un impegno molto più elevato da parte della Svizzera per garantire dignità e sicurezza a un maggior numero di persone in fuga. 

    Per tutelare la dignità e la sicurezza delle persone in fuga particolarmente vulnerabili, la comunità internazionale nel 2018 ha messo in atto il Patto dell’ONU sui rifugiati, appoggiato anche dalla Svizzera. Allo stesso tempo, negli ultimi anni si è registrata una crescita del numero dei rifugiati che ha superato i 100 milioni in tutto il mondo a causa delle crisi globali. Per non abbandonare al proprio destino le persone coinvolte, è necessario un maggior impegno da parte di tutti, Svizzera compresa. Questo argomento sarà un punto centrale di discussione durante il Forum globale sui rifugiati.

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    Sostenere gli Stati di accoglienza e creare vie di fuga sicure

    Una delle principali richieste del Patto dell’ONU sui rifugiati e che gli Stati di accoglienza ricevano più aiuti finanziari. I Paesi che confinano con le aree di conflitto accolgono gran parte dei profughi costretti ad abbandonare la propria patria. Paesi come ad esempio il Libano, il Pakistan o il Sudan del Sud si trovano però anch’essi in situazioni di difficoltà politica ed economica. Per i rifugiati questo significa vivere permanentemente in condizioni estremamente precarie, come in enormi tendopoli o in capanne improvvisate.

    Una seconda richiesta importante del Patto sui rifugiati è la creazione di vie di fuga sicure verso Stati terzi. La rigorosa chiusura di alcuni Paesi espone a rischi enormi le persone in cerca di protezione che continuano la loro fuga oltre il Paese confinante. Rischiano lo sfruttamento per mano di trafficanti e corrono pericoli mortali, come dimostrano le tragedie infinite nel Mediterraneo. La Svizzera con la sua tradizione umanitaria e il suo impegno a favore di un mondo pacifico deve prendere provvedimenti in questo senso. «Occorre creare più vie di fuga sicure per proteggere i soggetti particolarmente a rischio», afferma Michael Egli, responsabile Politica migratoria di Caritas Svizzera.

    Potenziare e non sospendere il programma di reinsediamento

    Uno strumento importante per creare vie di fuga sicure è il programma internazionale di reinsediamento. Questo programma organizza la ricollocazione di rifugiati vulnerabili che non possono né trattenersi più a lungo sul posto né tornare nel loro Paese di origine. La partecipazione della Svizzera al programma di reinsediamento è attualmente messa in dubbio dalle seguenti due questioni: da un lato, il Consiglio federale ha sospeso il programma in corso alla fine del 2022; dall’altro, nella sessione invernale sarà posta in votazione nel Consiglio nazionale una mozione che chiede la sospensione del programma di reinsediamento per i prossimi anni.

    «È vergognoso che la Svizzera, già riluttante per quanto riguarda la partecipazione al programma di reinsediamento, ora stia addirittura discutendo di un possibile abbandono dello stesso. Caritas invita caldamente i membri del Consiglio nazionale a respingere nuovamente una mozione del genere», dice Michael Egli. «Caritas chiede al Consiglio federale, ai Cantoni e ai Comuni di revocare la sospensione il prima possibile e di adempiere, nel 2024, agli impegni presi nel quadro del programma 2022/2023.»

    Caritas appoggia un programma pilota di sponsorizzazione comunitaria

    Nel suo ultimo documento di posizione intitolato «Più vie di fuga sicure verso la Svizzera», Caritas illustra altre possibili prospettive di azione per la Svizzera in aggiunta al programma di reinsediamento, come ad esempio facilitare la richiesta di visti umanitari e migliorare l’accesso al ricongiungimento familiare. Caritas sostiene anche un programma pilota di sponsorizzazione comunitaria (Community Sponsorship). In questo programma lo Stato condivide la responsabilità dell’accoglienza, della sistemazione e dell’accompagnamento con gruppi privati della società civile. È uno strumento utile e comprovato che si aggiunge agli strumenti esistenti.

    Maggiori informazioni sul sito di caritas.ch

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