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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente dei vescovi italiani

    Chi è mons. Zuppi, il vescovo di strada che verrà creato cardinale da Papa Francesco

    C’è anche il nome dell’arcivescovo di Bologna monsignor Matteo Maria Zuppi, tra i dieci nuovi cardinali elettori che Papa Francesco nominerà nel corso del Concistoro indetto per il prossimo 5 ottobre, assieme ad altri tre vescovi ultraottantenni che si uniranno al collegio cardinalizio, come annunciato stamane durante l’Angelus. Si tratta del sesto Concistoro indetto dall’attuale pontefice, che in questo modo porta il numero di elettori a 128, in deroga al tetto dei 120 previsti da Paolo VI, a fianco di 100 cardinali non elettori.

    “Vescovo di strada” che parla di “misericordia rivoluzionaria” e che invita i cattolici in politica a “stare con gli ultimi”, la figura di monsignor Zuppi è fortemente connessa alla comunità trasteverina di Sant’Egidio, la piccola “Onu di Trastevere”, secondo la fortunata definizione del giornalista Igor Man, capace di cogliere appieno il senso della “diplomazia parallela” operata dalla comunità romana, secondo alcuni sovente anticipatrice degli stessi preposti vaticani.

    Zuppi è infatti cresciuto tra le fila di Sant’Egidio fin dagli inizi, accompagnandone i passi e diventandone Assistente Ecclesiastico Generale  dal 2000 al 2012, fino ad esserne tutt’oggi uno dei maggiori consiglieri e interpreti assieme a monsignor Vincenzo Paglia, attuale presidente della Pontificia Accademia per la Vita e Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia.

    L’opera per la risoluzione del conflitto in Mozambico, conclusasi nell’ottobre del 1992, insieme ad Andrea Riccardi, Jaime Gonçalves e Mario Raffaelli, è stata senza dubbio uno dei maggiori successi di monsignor Zuppi insieme a Sant'Egidio. Fu infatti un accordo di pace storico, e inedito per il ruolo operato da uomini di Chiesa piuttosto che da rappresentanti di un’unità statuale, nell’ambito di un conflitto all’epoca del tutto dimenticato, che aveva già procurato un milione di morti e ancora più sfollati. Sant’Egidio in quell’occasione mise insieme il governo marxista di Maputo, all’epoca controllato dal Fronte di Liberazione del Mozambico, con il partito di Resistência Nacional Moçambicana, impegnati sin dal 1975 in una guerra civile, guidato prima dai servizi segreti della Rhodesia e poi dal Sudafrica, attraverso 27 mesi di intense e pazienti trattative sul campo, terminati con la firma degli Accordi di pace di Roma che sancirono la fine delle ostilità.

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