Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (11 dicembre 2025)
Advertisement
  • «Cosa può un saluto?», il nuovo libro di Giovanni Cesare Pagazzi

    di Cristina Uguccioni

    «Cosa può un saluto?» (Edizioni San Paolo) è il nuovo, avvincente libro del teologo Giovanni Cesare Pagazzi, arcivescovo e segretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Qualcuno potrebbe domandarsi perché mai dedicare una riflessione teologica a un’espressione della vita, il salutare, così comune, e quindi, in fondo, banale. Avverte subito Pagazzi: ma perché quanto è comune dovrebbe essere banale? «Certamente Gesù non è di questo avviso. Infatti, annunciando la presenza operante di Dio nella storia, il Regno dei Cieli, egli la scorge nelle realtà più comuni e feriali della vita». E le parabole «non sono esempi inventati dal Signore per spiegare a inesperti argomenti difficili in modo comprensibile. Piuttosto esse esprimono il modo con cui Cristo vede il mondo. Per rivelare la potente bontà del Padre, egli non va “dietro”, “al di là”, “nel profondo”, “oltre” questi fatti feriali, ma percorre i paesaggi ordinari della vita e dell’animo umano con l’attenzione di chi intuisce in essi un’autentica Rivelazione di Dio». Il Figlio di Dio divenuto uomo annuncia che il Creatore ha cose da mostrarci, darci e dirci proprio grazie a quanto molti considerano banale. Il saluto è un gesto originario, insostituibile, comune a tutti i popoli, un luogo di emersione dell’umanità dell’uomo. Pagazzi indaga questo gesto individuandone peculiarità essenziali e inaspettate, mentre nella seconda parte del libro esamina come saluta Dio, con pagine molto intense e profonde dedicate al Nuovo Testamento.

    Il salutare è anzitutto gesto di coraggio. Coraggiosi sono, ad esempio, i genitori che salutano il neonato sin dal primo giorno dopo vita: «Guardano chi al momento non può ricambiare lo sguardo e quindi nemmeno il saluto. Il saluto arriva al bimbo da fuori (dalla mamma e dal papà), prima ancora che egli possa desiderarlo e immaginarlo. Come Dio che giunge dall’esterno, dall’alto, fuori portata. I primi saluti dei genitori sono anche le esperienze iniziali della trascendenza. Grazie al coraggioso saluto iniziale dei genitori, il fuoco passa da una candela accesa ad un’altra ancora spenta, avviando la combustione di un’anima al momento inerte, ma già pronta ad infiammarsi». E coraggioso è anche ogni saluto ai morti: «Siamo come genitori che danno la “buonanotte” ai loro bambini. Salutando i morti, gettiamo il cuore al di là della notte, oltre la morte. Questo gesto è così importante che in tutte le culture e in ogni epoca si trovano riti di saluto ai morti».

    Il salutare è anche gesto di speranza. Lo sguardo dei genitori, il loro coraggioso saluto, «è a sua volta un’infusione di coraggio, motivata dall’intuizione di un potere: “Tu puoi ricambiarci lo sguardo!”. In questo senso, chi saluta esercita nel quotidiano la virtù della speranza che è un altro nome del coraggio». Pagazzi considera anche i saluti di Gesù. Si sofferma, ad esempio, su un Suo comando: «In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!» (Lc 10,5-6). Proprio questo comando «scorge nel saluto il seme dell’evangelizzazione. Non è possibile evangelizzare senza salutare, giacché in quel gesto sta la grammatica elementare e il vocabolario minimo del Vangelo». Dopo la risurrezione Gesù si presentò ai discepoli che lo avevano abbandonato e li salutò per primo: proprio con quel semplice gesto iniziale, assicurò «che il loro legame era tuttora saldo, nonostante la sua violenta rottura». Ricominciare a salutare è stato il primo passo, il gesto inaugurale della ricomposizione di un rapporto ritenuto perduto per sempre: ed è stato il Risorto a compierlo. Il cristianesimo è anche questo: la meraviglia di un Dio che saluta per primo, sempre.

    News correlate

    Il Papa: educare è promuovere dignità, giustizia, fiducia in un mondo di conflitti

    Diffusa il 28 ottobre, la Lettera apostolica di Leone XIV “Disegnare nuove mappe di speranza”, è un documento che ribadisce la necessità della formazione integrale della persona, che non può essere ridotta a un algoritmo, della famiglia come primo luogo educativo, e incoraggia il lavoro di rete: “Meno cattedre e più tavole dove sedersi insieme"

    La prima esortazione “Dilexi te” di papa Leone XIV: non si può separare la fede dall’amore per i poveri

    Pubblicata la prima esortazione apostolica di Robert Francis Prevost, un lavoro iniziato da Francesco sul tema del servizio ai poveri nel cui volto troviamo “la sofferenza degli innocenti”. La presentazione oggi in Sala Stampa vaticana.

    Leone XIV all'Angelus: "Gesù ci chiede di rischiare nell’amore"

    All’Angelus in piazza S. Pietro, Leone XIV spiega che non è sufficiente compiere "atti religiosi se questi non trasformano il cuore”. “La nostra fede - ha spiegato - è autentica quando abbraccia tutta la nostra vita, quando diventa un criterio per le nostre scelte”.

    Mario Galgano pubblica una nuova biografia su Papa Leone XIV

    Sebbene per ora solo in tedesco, il volume del giornalista svizzero di vaticanmedia si presenta come una innovativa lettura dei primi gesti nonché del passato e della formazione di Prevost.

    Conoscere papa Leone XIV, arrivano i primi libri

    Cominciano ad arrivare alcune pubblicazioni che vorrebbero presentare Robert Francis Prevost. Per districarsi, diamo spazio ad una recensione di un lavoro in inglese, che tra tutti, si potrebbe preferire perchè racconta il papa visto da vicino e contestualizzato nel suo ambiente.

    L'ultimo scritto inedito di papa Francesco: «Non abbiate paura di diventare vecchi»

    È la prefazione del libro del cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano, intitolato “Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia”. Il volume, della Libreria Editrice Vaticana, sarà nelle librerie da giovedì 24 aprile.

    News più lette