Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 dicembre 2025)
Advertisement
  • Da Hiroshima a Nagasaki: 80 anni, un grido di pace

    Nel cuore dell’estate, il 6 agosto — festa della Trasfigurazione — la memoria della distruzione di Hiroshima ha attraversato la coscienza della Chiesa universale. A 80 anni dalla prima esplosione atomica della storia, avvenuta nel 1945, quella “luce discesa dal cielo” continua a bruciare nelle coscienze. “Una luce di distruzione, che gettò il mondo in un silenzio devastante”, ha detto il cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, presiedendo la Messa per le vittime nella città martire.

    Due luci, due visioni

    Nella sua omelia a Hiroshima, Cupich ha contrapposto la luce che avvolge Cristo sul monte Tabor a quella che distrusse la città giapponese. “Sul Tabor — ha ricordato — Gesù si mostrò come Signore della storia. Ma qui, ottant’anni fa, un’altra luce, cieca e violenta, ha parlato con il linguaggio della morte.” Il porporato ha ammonito: “Quando ignoriamo la visione del Tabor, quando chiudiamo l’orecchio alla voce di Dio che ci chiama all’amore fraterno, finiamo per aprire la strada all’odio e alla devastazione”.

    Memoria viva per il futuro

    Riprendendo le parole di Papa Francesco nel 2019 e la testimonianza degli hibakusha — i sopravvissuti — il card. Cupich ha rilanciato i tre imperativi morali: “Ricordare, camminare insieme, proteggere”. Ricordare, ha spiegato, “significa impedire che il dramma di Hiroshima cada nell’oblio. Abbiamo bisogno di una memoria viva che risvegli le coscienze e sappia dire a ogni generazione: mai più!”

    Il monito di Leone XIV

    Lo stesso giorno, in Piazza San Pietro, papa Leone XIV ha rievocato la tragedia atomica durante l’udienza generale. “Nonostante il passare degli anni, quei tragici avvenimenti costituiscono un monito universale contro la devastazione causata dalle guerre e in particolare dalle armi nucleari”, ha detto il Pontefice. E ha aggiunto un appello accorato: “L’illusoria sicurezza basata sulla minaccia della reciproca distruzione deve cedere il passo agli strumenti della giustizia, alla pratica del dialogo, alla fiducia nella fraternità”.

    Un testimone: il dottor Nagai

    Tra i volti che incarnano questa memoria viva vi è quello di Takashi Paolo Nagai, medico, convertito al cattolicesimo e sopravvissuto alla bomba su Nagasaki, che sarà commemorata sabato prossimo 9 agosto. La sua storia attraversa scienza, fede e sofferenza: dalla formazione positivista alla conversione ispirata dai canti cristiani e dalla lettura di Pascal, dalla cura dei feriti alla testimonianza spirituale fino alla morte, consumata dalla leucemia nel 1951. “Nemmeno una bomba atomica può far tacere le campane di Dio”, scrisse, dopo che la campana della cattedrale di Urakami tornò a suonare la notte di Natale, tra le rovine.

    Cammini di pace e riconciliazione

    Il card. Cupich ha concluso la sua omelia con un invito: “Siamo chiamati a usare l’ingegno umano non più per distruggere, ma per costruire cammini di pace”. Un appello che si intreccia con l’esperienza sinodale della Chiesa, “un esempio concreto — ha detto — di come imparare ad ascoltarci, a dialogare, a rispettarci”.

    Mai più: una missione da trasfigurare

    Ottant’anni dopo, Hiroshima e Nagasaki non sono solo pagine di storia, ma ferite aperte che chiedono conversione. La luce della Trasfigurazione — quella vera — non si è spenta. Al contrario, interroga ogni generazione: quale luce vogliamo seguire? Quella del potere distruttivo o quella dell’amore che salva?

    News correlate

    Il vescovo di Hiroshima: “Insieme verso un mondo senza armi atomiche"

    A poche ore dall’annuncio statunitense della ripresa, dopo 33 anni, dei test atomici, il vescovo di Hiroshima, mons. Shirahama, intervenuto all’Incontro internazionale “Osare la pace”, organizzato dalla Comunità di S. Egidio, ricorda che la pace si difende con la memoria e il dialogo.

    Sant’Egidio: il dialogo è la forza delle religioni, la pace è la strada per vita e sviluppo

    Con l’assemblea inaugurale si sono aperti a Roma i lavori della 39.ma edizione dell' Incontro Internazionale tra leader religiosi e uomini di cultura organizzato dalla Comunità di Trastevere, sul tema "Osare la pace", che si chiuderà il 28 ottobre.

    Il cardinale Burke si difende da qualsiasi critica pubblica nei confronti di Leone XIV

    Il cardinale Raymond Leo Burke denuncia la manipolazione della sua immagine tramite IA, negando di aver criticato papa Leone XIV. Condanna le falsificazioni come “opera del Maligno” e ribadisce pubblicamente la sua obbedienza e lealtà al Pontefice.

    La Santa Sede all'Onu: abbandonare la "logica illusoria" della corsa al riarmo

    L'arcivescovo Caccia, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, denuncia l'aumento delle spese militari mondiali, giunte lo scorso anno "all'inaccettabile" valore di 2.700 miliardi di dollari.

    COMMENTO

    La guerra delle parole e i veri confini da difendere. Un commento

    Una riflessione su "Avvenire" di Marco Impagliazzo sul rischio insito nelle polarizzazioni nella società civile e nel discorso pubblico, alimentate - oggi - dall'uso dei social network.

    Guerra in Ucraina: il cardinale Zuppi elogia l'impegno di Trump per la pace

    L'iniziativa del presidente americano avrebbe "smosso molte cose", ha dichiarato il presidente dei vescovi italiani in un'intervista al media tedesco "Spiegel". Il porporato - inviato nel 2023 da Francesco per tentare di aprire un dialogo tra le parti - ha anche parlato del lavoro del Vaticano.

    News più lette