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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (11 dicembre 2025)
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  • Mons. Charles Morerod, presidente dei vescovi svizzeri.

    Diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo: al via uno studio per l’introduzione di un registro digitale del clero

    La Diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo sta studiando l’introduzione di un registro digitale che raccolga i dati dei sacerdoti. La misura è considerata un ulteriore strumento per la prevenzione degli abusi.

    Il progetto è stato menzionato in un'intervista alla NZZ dal vescovo Charles Morerod il 17 luglio 2025: "Tale registro è il mio obiettivo. In Francia esiste già un sistema digitale: i sacerdoti ricevono una carta d'identità con un codice QR. Ogni parrocchia può così verificare tramite smartphone se ci sono reclami o restrizioni". Aggiungendo: "Stiamo attualmente introducendo questo sistema nelle diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo. E mi impegno, all'interno della Conferenza episcopale, a garantire che venga implementato in tutta la Svizzera. Non tutti ne sono ancora convinti, perché il sistema francese è meno conosciuto nella Svizzera tedesca. Ma il processo è iniziato".

    Individuare i falsi preti

    L'informazione è stata approfondita con mons. Morerod lo stesso giorno dalla RTS, nella trasmissione Forum. Contrariamente a quanto affermato dalla NZZ, Morerod in tale occasione ha sottolineato che per il momento l’iniziativa rimane limitata alla sua Diocesi. "Quando un prete sconosciuto si presenta in una parrocchia dicendo 'Sono un prete, voglio celebrare la Messa', è necessario sapere se ci sono già state sanzioni contro questa persona, o addirittura se è veramente un prete", ha spiegato il vescovo.

    Aggiornamenti dei dati in tempo reale

    Attualmente la Diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo si è dotata di un tesserino che tuttavia ha la durata di cinque anni e non permette l’aggiornamento in tempo reale. L’iniziativa preannunciata da mons. Morerod è stata da subito salutata positivamente, come ha sottolineato ai colleghi della RTS, padre Claude Deschenaux, sacerdote decano della Gruyère: "Il clero soffre molto per tutti gli abusi; siamo tutti sullo stesso piano: il fatto di poter avere il controllo sul clero, forse anche sui colleghi che si trovano in determinate difficoltà, credo sia un progetto che dovrebbe essere ben accolto".

    Tuttavia, il progetto solleva diverse questioni, in particolare in merito alla protezione dei dati. Intervenendo su RTS, Laetitia Kulak, esperta di digitalizzazione nel campo delle risorse umane, solleva interrogativi in particolare sulla sicurezza. "Sono piuttosto sorpresa e perplessa che stiamo prendendo in considerazione l'utilizzo di una tecnologia del genere in un contesto in cui i dati sono così sensibili, sebbene questa tecnologia non sia sicura al 100%", afferma.

    Ripristinare la fiducia tra i fedeli

    Il progetto prevede che solo il vescovado possa aver accesso ai dati dei sacerdoti e che il sistema sia destinato esclusivamente alle parrocchie. Ma, al telegiornale locale, Valentine Murith, presidente del consiglio parrocchiale di San Nicola e San Paolo a Friburgo, esprime i suoi dubbi: "Non sappiamo davvero cosa ci sia dietro, a quali informazioni avremo accesso o chi potrà visualizzarle. Trovo che ci sia un aspetto legale, la protezione dei dati, che non è affatto chiaro".

    Sempre a Forum, il vescovo Morerod chiarisce che i colori - verde, rosso e arancione - con cui verranno classificati i vari “casi”, non indicano necessariamente l'esistenza di un reato. "Potrebbe essere che qualcuno non sia più in grado di esercitare a causa di una demenza precoce non immediatamente evidente". Per il vescovo, l'obiettivo del sistema, che si aggiunge a diverse altre misure preventive, è anche quello di ripristinare la fiducia tra i fedeli.

    cath.ch/traduzione e adattamento red

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