Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
Advertisement
  • Il Dicastero vaticano per la Dottrina della Fede

    Fiducia supplicans, benedizioni non liturgiche e quella distinzione di Ratzinger

    La dichiarazione Fiducia supplicans, pubblicata dal Dicastero per la Dottrina della fede lo scorso dicembre, com’è noto e com’è stato peraltro ben sottolineato da molti, non cambia la tradizionale dottrina sul matrimonio che prevede la benedizione nuziale soltanto per l’uomo e la donna che si sposano. Ad essere approfondita dal documento, che ammette la possibilità di semplici benedizioni spontanee anche a coppie irregolari o composte da persone dello stesso sesso senza che questo significhi benedire la loro unione né approvare la loro condotta di vita, è invece la natura delle benedizioni. Fiducia supplicans infatti distingue tra quelle liturgiche o rituali, e quelle spontanee o pastorali. A proposito delle prime, le benedizioni liturgiche, esistono due modi di comprenderle. C’è un senso ampio, che considera ogni preghiera fatta da un ministro ordinato come “liturgica”, anche nel caso che venga data senza una forma rituale e senza attenersi a un testo ufficiale. E c’è un senso più stretto, secondo cui una preghiera o un’invocazione sulle persone è “liturgica” solo quando è eseguita “ritualmente”, e più precisamente quando si basa su un testo approvato dall’autorità ecclesiastica.

    Alcuni dei critici che hanno messo in discussione la recente dichiarazione, di fatto ritengono lecito soltanto il senso ampio e pertanto non ritengono accettabile la distinzione tra preghiere o benedizioni “rituali” e “liturgiche”, e preghiere o benedizioni “pastorali” e “spontanee”. Fra questi, c’è ad esempio chi obietta che anche la liturgia ha una rilevanza pastorale. Ma a questo proposito è opportuno osservare che Fiducia supplicans, attribuisce alla parola “pastorale” un senso peculiare: vale a dire, il senso di una cura particolarmente rivolta all’accompagnamento di coloro a cui è offerta la benedizione; ad immagine del “buon pastore” che non si dà pace finché non trova ciascuno di coloro che si sono smarriti.  Altri sostengono che tutte le preghiere sarebbero “liturgiche” e quindi tutte sarebbero soggette a ciò che è richiesto per la liturgia della Chiesa. A questa obiezione ha risposto lo stesso Papa Francesco, nel discorso rivolto ai partecipanti alla plenaria del Dicastero per la Dottrina della fede lo scorso 26 gennaio, insistendo sull’esistenza di benedizioni pastorali o spontanee che, «fuori da ogni contesto e forma di carattere liturgico – ha spiegato – non esigono una perfezione morale per essere ricevute». Le parole del Pontefice confermano dunque l’orientamento a considerare il senso più stretto per le benedizioni liturgiche.Un precedente importante, a proposito della distinzione tra ciò che è liturgico e ciò che non lo è, lo si ritrova in una istruzione dell’anno 2000, pubblicata dall’allora Congregazione per la Dottrina della fede, firmata dal cardinale Joseph Ratzinger e approvata da Giovanni Paolo II.

    Oggetto di quell’istruzione sono le preghiere per ottenere da Dio la guarigione. Al punto numero due della prima parte del documento si ricorda che «nel De benedictionibus del Rituale Romanum, esiste un Ordo benedictionis infirmorum, nel quale ci sono diversi testi eucologici che implorano la guarigione». Nella parte finale dell’istruzione, dedicata alle disposizioni disciplinari, c’è poi un articolo (2) che recita: «Le preghiere di guarigione si qualificano come liturgiche, se sono inserite nei libri liturgici approvati dalla competente autorità della Chiesa; altrimenti sono non liturgiche». Dunque si sancisce che esistono preghiere di guarigioni liturgiche o rituali, e altre che non lo sono, ma che pure sono legittimamente ammesse. Nell’articolo successivo si ricorda che quelle «liturgiche si celebrano secondo il rito prescritto e con le vesti sacre indicate nell’Ordo benedictionis infirmorum del Rituale Romanum». Da queste citazioni del testo firmato da Ratzinger e approvato da Papa Wojtyla si evince come il significato del termine “liturgico” utilizzato in Fiducia supplicans per definire le benedizioni rituali, diverse da quelle pastorali, rappresenti certamente uno sviluppo ma che si inserisce nell’alveo del magistero degli ultimi decenni.Tra le benedizioni esistono poi altre distinzioni: alcune rappresentano delle consacrazioni, o il suggello al sacramento celebrato dagli sposi (nel caso della benedizione nuziale); altre rappresentano delle preghiere di invocazione che dal basso salgono verso Dio; altre ancora (è il caso degli esorcismi) hanno lo scopo di allontanare il male. Fiducia supplicans chiarisce ripetutamente che impartire una benedizione pastorale o spontanea – senza alcun elemento nuziale – a una coppia “irregolare” che si avvicina a un sacerdote o a un diacono non significa e non può rappresentare in alcun modo una forma di approvazione dell’unione tra i due. Non può, recita il documento, essere considerata «una legittimazione morale a un’unione che presuma di essere un matrimonio» né «a una prassi sessuale extra-matrimoniale». Il significato è invece quello di un’invocazione a Dio perché permette ai semi di bene di crescere nella direzione da Lui voluta.

    Andrea Tornielli / Vatican News

    News correlate

    Il Papa: "Benedetto XVI dal cielo ci benedica"

    Bergoglio all'Angelus ricorda papa Ratzinger scomparso un anno fa

    Papa Francesco: "Ratzinger era una sicurezza, ho perso un padre. Le critiche me le dicano in faccia"

    In un'intervista ad Associated Press il Pontefice parla anche delle leggi contro l'omosessualità: "Sono ingiuste, non è un crimine" dice, invitando i vescovi ad accogliere le persone Lgbtq nella Chiesa. Con la Cina "dobbiamo camminare pazientemente"

    Mons. Gänswein e gli attacchi a Papa Francesco. L'analisi di Rodari

    Francesco ha ricevuto questa mattina in Udienza S.E. Mons. Georg Gänswein. Come leggere la tensione crescente fra il segretario particolare di Benedetto XVI e il Pontefice? L'analisi del vaticanista Paolo Rodari per il portale rsi.ch

    Francesco: Benedetto XVI, grande maestro di catechesi "acuto e garbato"

    Il Pontefice, all'udienza, ha chiesto di unirsi a tutti coloro che in questo momento stanno pregando per il Papa emerito. E ha sottolineato che il suo pensiero non è stato “autoreferenziale ma ecclesiale perché sempre ha voluto accompagnarci all’incontro con Gesù”.

    Funzione del Te Deum: Bergoglio ringrazia Dio per la vita di Benedetto

    "Gratitudine a Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo; gratitudine a lui, per tutto il bene che ha compiuto, e soprattutto per la sua testimonianza di fede e di preghiera, specialmente in questi ultimi anni", così Francesco su Ratzinger

    Il Papa: teologia di Benedetto XVI non è per il passato, ma feconda per il futuro

    Il contributo dell’opera teologica e del pensiero di Benedetto XVI continua ad essere fecondo e operante, tutti sentiamo la sua presenza spirituale. Così Papa Francesco questa mattina durante la cerimonia di consegna in Sala Clementina del Premio Ratzinger 2022

    News più lette