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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Il card. Zuppi annuncia un report nazionale della Cei sui casi di abusi nella Chiesa italiana

    “Nessuna copertura, nessuna resistenza da parte dei vescovi. Ci prenderemo le botte che dobbiamo prenderci e anche le nostre responsabilità. Lo dobbiamo alle vittime, il loro dolore è la priorità. E lo dobbiamo alla Santa Madre Chiesa”. L’annuncio di un report nazionale della Cei sui casi di abusi avvenuti nell’ambito della Chiesa italiana ha occupato circa un’ora delle due in cui si è svolta la conferenza stampa del cardinale Matteo Maria Zuppi, la prima dell’arcivescovo di Bologna in veste di presidente della Conferenza episcopale italiana, così nominato tre giorni fa dal Papa. La decisione arriva come risposta alla ‘grande questione’ sollevata negli ultimi mesi da diverse associazioni che domandavano al successore del cardinale Bassetti, come primo impegno, di dare una risposta a centinaia di vittime in Italia e affidare a una commissione indipendente, sulla scia di altre Chiese europee, un’indagine che facesse luce su vecchi e nuovi casi di pedofilia clericale.

    Un report nazionale

    Una indagine ci sarà. I 223 vescovi d’Italia riuniti in Assemblea – si legge nel comunicato finale - hanno infatti elaborato cinque piani d’azione “per una più efficace prevenzione del fenomeno degli abusi” che prevedono, oltre a un rafforzamento dei Centri di ascolto che coprono il 70% delle diocesi italiane, anche l’attuazione di un primo Report nazionale sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni e l’avvio di un’analisi sui dati di delitti presunti o accertati perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021 custoditi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Il report nazionale sarà realizzato con il “contributo di centri indipendenti” di istituti universitari di criminologia e vittimologia. La pubblicazione è prevista per il 18 novembre, giornata scelta dalla stessa Cei per ricordare vittime e sopravvissuti agli abusi, come tributo a queste persone il cui “dolore” è il punto di partenza.  

    Sulla questione abusi, ma anche in generale sulle sfide che la Chiesa italiana è chiamata a far fronte, il neo presidente Cei ha indicato soprattutto la via dell’ascolto. Un ascolto che deve “ferire”, come aveva detto nella prima dichiarazione poche ore dopo la nomina. Oggi il porporato ha ribadito il concetto esortando la Chiesa ad essere “una Chiesa che ascolta, che si sente compagna di viaggio e ha l’atteggiamento di una madre che vuole ripartire dal camminare insieme”. Le “pandemie”, il Covid e la guerra, “hanno rivelato che siamo ‘fratelli tutti’. Questa consapevolezza dobbiamo maturarla e la Chiesa deve trovare risposte alle sofferenze e alle domande di senso”.

    Fonte: VaticanNews

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