Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (17 dicembre 2025)
Advertisement
  • Il futuro della Siria nei colloqui tra Erdogan, Putin e Rohani

    La crisi siriana passa per Ankara. Nella capitale turca oggi è il giorno dell’atteso vertice tra il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, quello della Russia, Vladimir Putin e il presidente dell’Iran, Hassan Rohani. Si tratta del secondo vertice dei tre leader per discutere del futuro della Siria, dopo quello tenutosi a Sochi lo scorso novembre.

    In agenda un’eventuale cessate il fuoco

    Secondo le indiscrezioni della stampa, i colloqui dovrebbero includere un cessate il fuoco in tutta la Siria, la sicurezza delle frontiere, la distribuzione di aiuti umanitari e la stesura di una nuova costituzione per il Paese. La Russia e l'Iran in questi anni hanno fornito un supporto cruciale al Presidente Assad, mentre la Turchia ha appoggiato i ribelli cercando di rovesciarlo.

    Alla vigilia del vertice, Erdogan ha assicurato che Turchia e Russia continueranno a "cooperare" sul dossier siriano e ha insistito sull'importanza “dell'integrità territoriale” della Siria e sulla battaglia contro i "gruppi terroristici". Nelle stesse ore Rohani è tornato a criticare Stati Uniti e Israele denunciandone le "ingerenze" in Siria. "Gli americani sono contrari al fatto che il governo siriano ristabilisca la sua autorità su tutto il Paese - ha detto Rohani - Pensano persino a una spartizione".

    Trump: truppe Usa a casa

    Dal canto suo, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, a margine di un incontro con i leader dei Paesi baltici,  ha detto che è tempo di lasciare la Siria e di riportare le truppe Usa a casa, ma nella stessa giornata ha avuto un lungo colloquio telefonico con il re saudita Salman Al Saud in cui si è parlato anche degli sforzi comuni in Siria.

    Quasi completata l’evacuazione dei ribelli dalla Ghouta

    Intanto, l'esercito russo ha dichiarato che si aspetta che l’evacuazione dei ribelli dai sobborghi di Damasco sarà completata nei prossimi giorni, come concordato domenica tra il ministero della Difesa russo e i miliziani del Jaysh al Islam (Esercito dell'Islam). È infatti quasi terminato il trasferimento degli ultimi ribelli e dei loro familiari dalla Ghouta orientale, l'enclave vicino a Damasco per anni nelle mani degli insorti e assediata dalle truppe governative.  Oltre 40.000 insorti e membri delle loro famiglie sono finora partiti dalla Ghouta, mentre altri 120.000 civili, secondo fonti russe, hanno lasciato le loro case e raggiunto il territorio controllato dai governativi per sottrarsi alle violenze degli ultimi mesi.

    L’analisi di Guido Olimpio: difficile dire chi ricostruirà la Siria

    Il giornalista del Corriere della Sera ed esperto dell’area, Guido Olimpio, ritiene tuttavia che la guerra non sia ancora al suo epilogo ma parla di nuova fase in cui i ribelli “hanno perso il supporto fondamentale dei Paesi del Golfo” e “russi e regime stanno consolidando le loro posizioni”.

    Sentito da Vatican News, Olimpio ha inoltre analizzato le possibili evoluzioni dell’attuale scenario ponendo alcuni importanti interrogativi:

    “E’ complicato sanare, ci vuole molto denaro. Chi ricostruirà la Siria? Questo è il primo aspetto. Il secondo aspetto è: Assad rimane al potere? Forse. Io credo che i Paesi del Golfo che volevano rovesciarlo in qualche modo si siano rassegnati, parzialmente, non dimentichiamolo. Terzo elemento è l’Iran … Israele ha ripetuto più volte che non accetterà mai una presenza radicata e stabile iraniana in Siria perché la considera una minaccia alla sua sicurezza. Putin troverà un modus vivendi, una soluzione a questo? Le variabili rimangono tantissime”.

    Marco Guerra - VaticanNews

    News correlate

    Siria, attentato suicida in una chiesa a Damasco

    Un uomo si è fatto esplodere tra i fedeli nella chiesa di Sant'Elia, nel quartiere di Dwelaa, mentre era in corso la Messa. Nessun bilancio ufficiale al momento ma dalle prime ricostruzioni si parla di 30 tra feriti e morti, tra cui minori.

    COMMENTO

    Medio Oriente: ma non sarebbe solo un morto tra tanti altri?

    Una riflessione sulla morte e le morti nella regione dopo la falsa notizia che annunciava nei giorni scorsi il ritrovamento del corpo di padre Dall'Oglio, il gesuita scomparso a Raqqa, nel Nord della Siria, nel 2013.

    Siria: smentita la notizia del ritrovamento del corpo di padre Dall'Oglio

    Secondo Syria Justice and Accountability Centre, organizzazione non governativa finanziata da Germania e Stati Uniti, che si occupa di rintracciare le persone scomparse dallo scoppio della guerra in Siria nel 2011, non è avvenuta alcuna esumazione di cadaveri in fosse comuni vicino a Raqqa.

    Unicef: oltre il 75% dei bambini siriani è nato in guerra

    In 14 anni di conflitto si stima siano nati oltre 8,7 milioni bambini (il 75% dei 10.5 milioni totali del Paese).

    «Incertezza e paura a Damasco e in tutto il Paese»

    Siria: le voci di una volontaria dal Ticino e del Direttore di Caritas Svizzera. «Ci sono anche sacerdoti cristiani tra le vittime delle fazioni jihadiste affiliate al nuovo governo. Qui non risparmiano nessuno: ogni minoranza è ora in pericolo».

    Nuovo appello urgente dell'UNICEF per la Siria

    Mentre il Paese attraversa ore difficili, giungono i primi allarmanti numeri sulle vittime dei conflitti armati in corso.

    News più lette