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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Chiesa ortodossa unsplash

    Il mondo ortodosso celebra la Pasqua. Il pensiero ai luoghi segnati dalla guerra

    di Gino Driussi

    Questa notte e domani le Chiese ortodosse e le antiche Chiese orientali, seguendo il calendario giuliano, celebrano con la massima solennità la Pasqua, la «festa delle feste» e si scambieranno il saluto «Christos anesti – alithos anesti» (in greco), «Christos voskrese – voistinu voskrese» (in russo), «Cristos vaskres – vaistinu vaskres» (in serbo), «Hristos a inviat - adevarat a inviat» (in romeno), cioè «Cristo è risorto – è veramente risorto.
    Quest’anno, in occasione della Pasqua ortodossa, il pensiero non può che andare a due luoghi particolari che, a causa della guerra, la celebreranno necessariamente in tono dimesso: l’Ucraina e la Terra Santa. In Ucraina, invasa dalla Russia dal 24 febbraio 2022, riguarderà le due principali Chiese ortodosse, quella autocefala e quella dipedente dal Patriarcato ortodosso di Mosca (seppur godendo di un’ampia autonomia), senza dimenticare la Chiesa greco-cattolica, mentre la minoranza cattolica latina del Paese l’ha già celebrata il 31 marzo scorso.
    Nei luoghi santi, com’era già successo per la Pasqua dei cattolici, mancheranno i pellegrini giunti dall’estero, mentre per gli ortodossi della Cisgiordania e ancora di più per quelli di Gaza, sarà praticamente impossibile – salvo poche eccezioni – raggiungere Gerusalemme, a causa dei tragici eventi incominciati il 7 ottobre 2023.
    Il sogno di una data comune
    Ricordiamo che la data della Pasqua viene stabilita seguendo una regola elaborata dal Concilio di Nicea del 325: Pasqua cade la domenica successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera. Siccome le Chiese d’Occidente usano il calendario gregoriano e quelle d’Oriente rimangono fedeli al calendario giuliano, non sempre – anzi raramente – le due date coincidono. Così, quest’anno c’è una differenza di ben cinque settimane ed è nuovamente tornata d’attualità la questione di trovare una data comune per tutti i cristiani. Ci ha pensato in primis il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, il quale, nell’augurare buona Pasqua a chi la festeggiava lo scorso 31 marzo, ha affermato che «è uno scandalo celebrare separatamente l’evento dell’unica Risurrezione dell’unico Signore». Felice coincidenza, nel 2025, proprio nel 1700° anniversario del Concilio di Nicea, le due date combaceranno, per cui il 20 aprile sarà Pasqua per tutti i cristiani. Bartolomeo ha auspicato che la celebrazione comune della Pasqua il prossimo anno non sia semplicemente un evento fortuito, ma piuttosto l’inizio di una data unificata per la sua osservanza da parte sia del cristianesimo orientale sia di quello occidentale. Una piccola curiosità: se nulla cambierà, dopo il 2025 ci saranno ancora 22 date comuni fino al 2099, poi non ce ne sarà più nessuna fino al 2900, ossia per ben 801 anni!

    Le celebrazioni in Ticino

    Ecco le celebrazioni delle varie comunità ortodosse in Ticino. Chiesa greco-ortodossa (Patriarcato di Costantinopoli): oggi alle 16 nella chiesa-oratorio di S. Rocco a Bissone. Chiesa ortodossa russa: questa sera a mezzanotte e domani alle 10 nella cappella di Melide (via al Doyro). Chiesa ortodossa serba: oggi alle 9 nella chiesa di S. Giovanni a Bellinzona e alle 23 nella chiesa di S. Rocco a Lugano; domani alle 9 nella chiesa di S. Giovanni a Bellinzona. Comunità ortodossa della Svizzera italiana: oggi alle 10 nella chiesa della Madonnetta a Lugano e alle 22 al Sacro Cuore; domani alle 11 alla Madonnetta.
    Antiche Chiese orientali. Per la Chiesa siro-ortodossa, alle 20 in S. Massimiliano a Pregassona e domani alle 10 nella chiesa di S. Eugenio a Locarno; per la comunità ortodossa eritrea oggi alle 22 in S. Lucia a Massagno.

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