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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (17 dicembre 2025)
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  • Foto di archivio

    Il Papa all'Angelus: seminare il Vangelo con fiducia e pazienza in ogni ambito di vita

    Seminare con fiducia e poi attendere con altrettanta fiducia e pazienza che quel seme buchi il terreno, germogli e porti frutto. E’ un processo difficile e faticoso per l’uomo, un atteggiamento che quasi contraddice la natura umana incline al “tutto e subito”, persino quando si tratta di evangelizzare, ma il Papa, dalla finestra dell’Angelus, invita i fedeli a metterlo in pratica imitando la saggezza del contadino.

    Il miracolo è già in atto anche se non lo vediamo

    Lo spunto arriva dal Vangelo del giorno in cui l’Evangelista Marco parla del Regno di Dio attraverso l’immagine del seme. “Ci vuole tempo” dice Francesco “per permettere ai semi di aprirsi al momento giusto e ai germogli di spuntare dal terreno e di crescere, abbastanza forti da garantire, alla fine, un raccolto abbondante” e questo nonostante il contadino abbia sparso ottima e abbondante semente, abbia preparato a dovere la terra, facendo bene il suo lavoro.

    Sottoterra il miracolo è già in atto (cfr v. 27), c’è uno sviluppo enorme ma è invisibile, ci vuole pazienza, e nel frattempo è necessario continuare a curare le zolle, annaffiarle e tenerle pulite, nonostante in superficie sembra che non succeda nulla.

    Semi buoni portano frutti di opere buone

    Lo stesso accade per il Regno di Dio: il Signore semina in noi la sua Parola, la sua grazia, mette in noi semi buoni e abbondanti e poi attende, senza mai smettere di accompagnarci.

    Continua a prendersi cura di noi, con la fiducia di un Padre, ma ci dà tempo, affinchè i semi si aprano, crescano e si sviluppino fino a portare frutti di opere buone. E questo perché vuole che nel suo campo nulla vada perduto, che tutto giunga a piena maturazione; vuole che tutti noi possiamo crescere come spighe cariche di chicchi.

    Seminatori generosi e fiduciosi del Vangelo

    L’attesa fiduciosa vale anche per tutte quelle volte in cui ci prodighiamo nell’annuncio del Vangelo nei vari contesti di vita. Mai scoraggiarsi, mai smettere di sostenerci a vicenda, di perseverare nell’attesa esorta Francesco, soprattutto quando il terreno appare ostile e i risultati non sono immediati, nonostante i nostri sforzi.

    Spesso infatti anche tra noi, al di là delle apparenze, il miracolo è già in atto, e a suo tempo porterà frutti abbondanti!... La Vergine Maria, che ha accolto e fatto crescere in sé il seme della Parola, ci aiuti ad essere seminatori generosi e fiduciosi del Vangelo.

    Basta massacri: gli appelli per le zone di conflitto

    Al termine della preghiera mariana, il Papa che lo scorso venerdì si è seduto al tavolo del G7, primo Pontefice a prendere parte a un summit dei ‘Grandi della terra’, incontrando numerosi leader e capi di Stato, non poteva non rilanciare la parola che più di tutte sembra non trovare attuazione: pace! Il suo appello è per la Repubblica Democratica del Congo teatro nei giorni scorsi di sanguinosi scontri e massacri avvenuti nella parte orientale del Paese. Il Papa chiede alle autorità nazionali e a tutta la comunità internazionale di fare il possibile perché cessino le violenze e si salvaguardi la vita dei civili; ma ancora forte risuona quello per l'Ucraina, il Medio Oriente, Sudan e Myanmar. Un ricordo poi per tutti i cristiani uccisi in odium fidei: "sono martiri. Il loro sacrificio è un seme che germoglia e porta frutto e ci insegna a testimoniare il Vangelo con coraggio e coerenza". Poco prima Francesco aveva chiesto alla Piazza un applauso per la beatificazione, ieri a Cracovia, di don Michał Rapacz sacerdote diocesano martire, ucciso a 42 anni dopo aver sperimentato sia la persecuzione nazista che quella sovietica. Tra i saluti spiccano quelli per i pellegrini provenienti da Libano, Egitto, Spagna, per i partecipanti al Forum Europeo dei Laici sul tema "Fede, arte e sinodalità" e per il gruppo di mamme della comunità congolese di Roma: "cantano bene queste mamme, mi piacerebbe sentirvi cantare ancora...". Infine il grazie ai donatori di sangue nella Giornata nazionale a loro dedicata.

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