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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (11 dicembre 2025)
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  • Leone celebra nei giardini di Castelgandolfo la Messa per la Custodia del Creato

    Il Papa celebra per la custodia del Creato: "Il mondo brucia per il riscaldamento climatico e per le guerre"

    “In un mondo che brucia, sia per il surriscaldamento terrestre sia per i conflitti armati”, Papa Leone ha alzato la voce oggi 9 luglio nella suggestiva cornice naturale del Borgo Laudato si’, un giardino voluto e ispirato dal suo predecessore, Papa Francesco, per ricordare i dieci anni dalla pubblicazione dell’enciclica Laudato si’, dove questa mattina ha celebrato una messa con il formulario liturgico “per la Custodia del Creato” da poco da lui stesso approvato.

    “È un mondo che rende tanto attuale il messaggio di Papa Francesco nelle sue encicliche Laudato sì e Fratelli tutti”, ha affermato il Pontefice nell’omelia, richiamando il legame profondo tra cura della casa comune e fraternità universale, tra salvaguardia dell’ambiente e giustizia sociale.

    L’espressione “mondo che brucia, sia per il surriscaldamento terrestre sia per i conflitti armati”, usata da Leone XIV, richiama in maniera molto forte e concreta la duplice sofferenza che attraversa oggi l’umanità e il pianeta intero: da una parte il mondo brucia per il riscaldamento globale che provoca incendi sempre più frequenti, siccità, eventi climatici estremi, devastazione degli ecosistemi e minacce crescenti alla sopravvivenza stessa delle specie viventi inclusa quella umana dall’altra parte brucia per i conflitti armati che dilaniano intere regioni come l’Ucraina e Gaza generando distruzione morte odio profondo e milioni di sfollati e feriti tanto nei corpi quanto nell’anima è un’immagine potente che unisce la dimensione ecologica e quella sociale perché i due piani non possono più essere separati come ha insegnato Papa Francesco nella Laudato si’ : la terra e i poveri gridano insieme e questi gridi salgono al cuore di Dio. Lo ha ribadito Papa Leone: il fuoco che consuma il nostro mondo non è solo quello dei boschi e delle temperature record ma anche quello delle bombe dei missili dell’indifferenza e del cinismo per questo l’invito del Papa è a riconoscere questo doppio incendio e a impegnarsi nella custodia della casa comune e nella costruzione di un mondo riconciliato dove la pace e la giustizia tornino a fiorire come alberi salvati dalle fiamme.

    Parlando a braccio, nella sua omelia Papa Leone ha invitato tutti, “cominciando da me stesso”, a lasciarsi coinvolgere dalla bellezza del luogo in cui si è svolta la celebrazione: “in questa bellissima giornata, innanzitutto vorrei invitare tutti a vivere quel che stiamo celebrando nella bellezza di una cattedrale, si potrebbe dire ‘naturale’, con le piante e tanti elementi della creazione che ci hanno portato qui per celebrare l’Eucaristia, che vuol dire: rendere grazie al Signore”.

    Non è mancato il tributo al predecessore Francesco, ispiratore del Borgo Laudato si’: “Vorrei dire grazie a voi – ha detto Papa Prevost rivolgendosi ai presenti – in questa occasione, per tutto quello che fate seguendo questa bellissima ispirazione di Papa Francesco che ha dato questa piccola porzione, questi giardini, questi spazi proprio per continuare la missione tanto importante riguardo a tutto quello che conosciamo dopo 10 anni dalla pubblicazione di Laudato si’: la necessità di curare la creazione, la casa comune”.

    Leone XIV ha dunque consegnato alla Chiesa intera un messaggio dal forte valore teologico e pastorale: “La nostra missione di custodire il creato, di portarvi pace e riconciliazione, è la sua stessa missione: la missione che il Signore ci ha affidato. Noi ascoltiamo il grido della terra, noi ascoltiamo il grido dei poveri, perché questo grido è giunto al cuore di Dio. La nostra indignazione è la sua indignazione, il nostro lavoro è il suo lavoro”.

    Secondo Papa Leone, “tanti disastri naturali che ancora vediamo nel mondo, quasi tutti i giorni in tanti luoghi, in tanti Paesi, sono in parte causati anche dagli eccessi dell’essere umano, col suo stile di vita”. “Perciò – ha osservato Papa Prevost – dobbiamo chiederci se noi stessi stiamo vivendo o no quella conversione” “Quanto ce n’è bisogno!”, ha esclamato il nuovo Pontefice.

    Nell’omelia, iniziata a braccio e proseguita poi con appunti che il Pontefice aveva preparato, è riecheggiata la domanda dei discepoli sul Lago di Tiberiade placato da Gesù in occasione di una terribile tempesta: “Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?”. “I suoi discepoli – ha sottolineato Leone – quel giorno, in balìa della tempesta, in preda alla paura, non potevano ancora professare questa conoscenza di Gesù. Noi oggi, nella fede che ci è stata trasmessa, possiamo invece continuare: ‘Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose’.

    “Sono parole – ha commentato il Papa ispano-americano – che ci impegnano lungo la storia, che fanno di noi un corpo vivente, il corpo del quale Cristo è capo. La nostra missione di custodire il creato, di portarvi pace e riconciliazione, è la sua stessa missione: la missione che il Signore ci ha affidato. Noi ascoltiamo il grido della terra, noi ascoltiamo il grido dei poveri, perché questo grido è giunto al cuore di Dio. La nostra indignazione è la sua indignazione, il nostro lavoro è il suo lavoro”.

    “Carissimi fratelli e sorelle, il Borgo Laudato si’, nel quale ci troviamo, vuole essere, per intuizione di Papa Francesco – ha poi ricordato il Pontefice – un ‘laboratorio’ nel quale vivere quell’armonia con il creato che è per noi guarigione e riconciliazione, elaborando modalità nuove ed efficaci di custodire la natura a noi affidata. A voi, che vi dedicate con impegno a realizzare questo progetto, assicuro perciò la mia preghiera e il mio incoraggiamento. Da questo luogo desidero perciò concludere questi pensieri affidandovi le parole con cui sant’Agostino, nelle ultime pagine delle sue Confessioni, associa le cose create e l’uomo in una lode cosmica: o Signore, ‘le tue opere ti lodano affinché ti amiamo, e noi ti amiamo affinché ti lodino le tue opere’ Sia questa l’armonia – ha auspicato infine Leone XIV – che diffondiamo nel mondo”.

    fonte: farodiroma/vaticanmedia

    Leggi: L’approfondimento sulla Messa per la custodia della creazione

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