Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (18 dicembre 2025)
Advertisement
  • Il Papa: "Gesù non è personaggio da fiaba"

    Gesù che nasce non è un “personaggio da fiaba”, ma è piuttosto “Dio che ci interpella”, e che ci porta ad un cammino di conversione che prevede “un morire a noi stessi e al peccato che c’è in noi” e a convertirci, a partire proprio dalla conversione “dell’idea che noi abbiamo di Dio”, perché “non basta credere in Dio: è necessaria ogni giorno la nostra fede”.

    In un Angelus domenicale partecipato da molti ragazzi che sono dal Papa per la benedizione dei bambinelli del Presepe, Papa Francesco parte come sempre dal Vangelo del giorno, dai dubbi di Giovanni il Battista che chiede a Gesù se davvero lui è il figlio di Dio. Ed è da lì che inizia una riflessione tutta centrata sulla conversione. Perché anche Giovanni Battista, che pure ha fatto tutta una vita incentrata sull’attesa del Messia, ha dovuto convertirsi a Gesù, e per questo non c’è uno più grande dei nati di donna, ma anche il più piccolo nel regno dei Cieli è più grande di lui.

    E la domenica del gaudete, e le letture domenicali presentano Isaia che invita alla gioia per la venuta del Messia, ma anche Giovanni il Battista che ha dubbi. “È la stessa realtà che in ogni tempo mette alla prova la fede – nota Papa Francesco – ma l’uomo di Dio guarda oltre, perché lo Spirito Santo fa sentire al suo cuore la potenza della promessa”.

    La promessa si realizza con Gesù, e Gesù risponde così ai dubbi del Battista: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo”.

    E questo significa, nota Papa Francesco, che “la salvezza avvolge tutto l’uomo e lo rigenera”, ma è una nuova nascita che “sempre presuppone un morire a noi stessi e al peccato che c’è in noi”, e per questo c’è bisogno prima di tutto “di convertire l’idea che abbiamo di Dio”.

    Proprio Giovanni deve cambiare l’idea che ha di Dio, perché “per tutta la vita Giovanni ha atteso il Messia; il suo stile di vita, il suo stesso corpo è plasmato da questa attesa”, eppure “anche lui ha dovuto convertirsi a Gesù”.

    E così, prosegue Papa Francesco, “come Giovanni, anche noi siamo chiamati a riconoscere il volto che Dio ha scelto di assumere in Gesù Cristo, umile e misericordioso”, perché “non basta credere in Dio: è necessario ogni giorno la nostra fede”.

    Spiega Papa Francesco: “Si tratta di prepararsi ad accogliere non un personaggio da fiaba, ma il Dio che ci interpella, ci coinvolge e davanti al quale si impone una scelta. Il Bambino che giace nel presepe ha il volto dei nostri fratelli e sorelle più bisognosi, dei poveri”. E Papa Francesco chiede infine alla Vergine Maria di aiutarci perché “mentre ci avviciniamo al Natale, non ci lasciamo distrarre dalle cose esteriori, ma facciamo spazio nel cuore a Colui che è già venuto e vuole venire ancora a guarire le nostre malattie e a darci la sua gioia”.

    Dopo l’Angelus, Papa Francesco benedice i bambinelli del Presepe e poi ricorda un appuntamento cruciale del prossimo anno, il 52esimo congressso eucaristico internazionale che sarà in Ungheria, nel prossimo settembre. “I Congressi Eucaristici – dice Papa Francesco - da più di un secolo, ricordano che al centro della vita della Chiesa c’è l’Eucaristia”. Tema del Congresso sarà “Sono in te tutte le mie sorgenti”.

    News correlate

    Il Papa: i cristiani perseguitati, testimoni di verità, giustizia e speranza

    All'Angelus, il Papa invita a non lasciarsi vincere dalla paura di fronte a conflitti, calamità e persecuzioni. Ricorda che la persecuzione dei cristiani "non accade solo con le armi e i maltrattamenti, ma anche con le parole, cioè attraverso la menzogna e la manipolazione ideologica".

    Il Papa: i morti in guerra si onorano con il cessate il fuoco e con l’impegno per la pace

    Nel giorno della Dedicazione della Basilica Lateranense, il Papa all’Angelus invita ad allargare lo sguardo: da quello artistico a quello spirituale per meglio cogliere il mistero della Chiesa. Al termine dell’Angelus, il Papa ringrazia quanti si spendono per costruire la pace nei Paesi che vivono crescenti ostilità.

    Il Papa all'Angelus nel giorno dei defunti: "Dio non perde nessuno"

    "La preoccupazione di Dio di non perdere nessuno, infatti, la conosciamo dall'interno ogni volta che la morte sembra farci perdere per sempre una voce, un volto, un mondo intero", ha detto Leone. Visitare i cimiteri è un gesto che "interrompe la frenesia del fare". Appelli per Sudan e Tanzania.

    Il Papa: nel mondo che soffre per le guerre diventiamo costruttori di fraternità

    Prima dell'Angelus, Leone XIV ricorda la “grande festa” a cui la famiglia umana è destinata, in contrasto con i drammi sofferti oggi in tutto il mondo e rivolge il suo saluto alla delegazione della Chiesa d’Inghilterra, a Roma per la proclamazione a Dottore della Chiesa di Newman.

    Leone XIV: con umiltà e coraggio affidiamo i nostri errori alla misericordia di Dio

    All’Angelus il Pontefice si sofferma sul Vangelo del giorno, che narra la parabola del fariseo e del pubblicano in preghiera nel Tempio. Il primo esalta i suoi meriti, ma nasconde i suoi veri peccati, il secondo, invece, si presenta con coraggio al Signore per com’è.

    Gaza, Leone XIV: gli sforzi fermino la guerra, verso una pace giusta e duratura

    Prima dell’Angelus, in piazza San Pietro, il Papa si è detto preoccupato per l’insorgenza “dell’odio antisemita nel mondo”, dopo l’attentato a Manchester, e addolorato per la sofferenza del popolo palestinese.

    News più lette