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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Un’immagine della Summer School del 2021 alla Montanina di Camperio

    Mettere la pace al centro in un mondo in preda alle guerre

    Il ripudio della guerra fa senza dubbio parte dell’annuncio autentico di Gesù Cristo, e tutta via la Chiesa e l’etica cristiana sin da Sant’Agostino hanno giustificato la guerra in certe condizioni e come ultima ratio: «guerra giusta» è stata chiamata questa dottrina che per secoli ha cercato di fare cristianamente i conti con la triste realtà della guerra, cercando di arginarla il più possibile dalla realtà politica. L’uso della violenza, in altre parole, non è di per sé un peccato, perché può essere un mezzo per difendersi, ad esempio, o per superare una situazione di grave ingiustizia. Fino a quale punto, però, si può giustificare il si vis pacem para bellum?

    Dall’importante enciclica di Giovanni XXIII, Pacem in terris (1963), la Dottrina sociale della Chiesa ha ristretto sempre di più la plausibilità politica della guerra come mezzo della pace, perché sfocia troppo spesso in una giustificazione della guerra come «politica con altri mezzi». E mentre Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti (2020) ha provato a formulare un pacifismo cristiano, restano domande importanti che ci interpellano anche di fronte alla guerra in Ucraina: è legittimo – e se sì in quale quantità – possedere (o fornire) armi per difendersi? È giusto o utopico opporsi alla direttiva della NATO di alzare il budget militare fino al 2 percento del PIL? La pace è solo assenza di guerra o spesso nasconde situazioni di grave ingiustizia rispetto alle quali una guerra sarebbe un minus malum? In una guerra in atto quali possibilità ha la Chiesa di difendere la giustizia e la pace?

    Ci sono dunque molti motivi per riflettere su guerra e pace giusta, proprio oggi che la coscienza cristiana si trova fortemente interpellata dalla guerra in Ucraina. Per questo, la Summer School della Rete Laudato si’ che si terrà il 20 agosto riflette con Ernesto Borghi e Gaia de Vecchi sul messaggio neotestamentario, cristiano ed etico della pace in un mondo di guerra. Queste riflessioni saranno precedute da una meditazione di don Marco Dania, e cercheranno di coinvolgere i partecipanti in un dibattito al quale sarà dedicato ampio spazio. 

    Che la pace è inscindibile dalla giustizia, per cui la Chiesa ormai non parla più di guerra giusta, ma della pace giusta, ci porta senz’altro ad un concetto molto più ampio della pace rispetto al passato: non significa semplicemente assenza di guerra ma riconoscimento dell’altro, inclusione e mediazione. Ciò vale anche per la nostra quotidianità, come si rifletterà nel pomeriggio attraverso gruppi di lavoro diretti da Bruno Balestra, don Dania e Silvia Vegetti Finzi e con al centro la comunicazione non violenta. Siamo capaci di realizzare anche nei nostri contesti personali una nuova giustizia, senza l’uso della violenza, agendo secondo se vis pacem para pacem?

    di Markus Krienke, docente di filosofia moderna e etica sociale presso la FTL

    Etica e mediazione: il tema e il programma

    «La pace in un mondo di guerra: etica, dialogo, mediazione» è il tema della Summer School di sabato 20 agosto, presso la Casa La Montanina a Camperio. Ritrovo alle 8.30. Seguiranno Accogliamo la pace: meditazione biblica (don Marco Dania); Pace e guerra dalla rivelazione biblica alla cultura contemporanea (Ernesto Borghi); Pace e guerra nella dottrina sociale della Chiesa cattolica (Gaia De Vecchi). Nel pomeriggio Etica, dialogo, mediazione per la pace (Markus Krienke); gruppi di lavoro e tavola rotonda. Iscrizioni entro il 17 agosto a rete.laudatosi@gmail.com

    Programma completo (PDF)

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