Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (21 dicembre 2025)
Advertisement
  • Papa Francesco. (Foto di archivio)

    Papa: noi stiamo coi rifugiati. L'augurio al Concilio Panortodosso

    "Vogliamo stare con loro". All’Angelus, il Papa ha fatto proprio il motto dell’Onu per la Giornata mondiale del rifugiato di domani per rilanciare nei loro riguardi l’impegno dell’accoglienza. Francesco ha spronato i cristiani ad assumere ogni giorno la “croce del proprio dovere”, della “disponibilità” verso gli ultimi, e ha concluso invitando alla preghiera per le Chiese ortodosse riunite in uno storico Concilio a Creta. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Se si è capaci di dare la risposta che Pietro diede a Gesù – e i cristiani, afferma Papa Francesco, “sono chiamati” a rispondere così – si accetta di caricarsi sulle spalle la “croce del proprio dovere” e della solidarietà “con i poveri”.

    Vogliamo stare con i rifugiati

    La riflessione che il Papa sviluppa prima di pregare l’Angelus diviene quasi la premessa spirituale dell’appello che segue, l’ennesimo per Francesco, che non perde occasione di radicare nella coscienza del mondo, soprattutto quello di spalle e indifferente, che i rifugiati non sono numeri di una massa da scansare ma “carne di Cristo” da accogliere e aiutare, come invita a fare il motto scelto dall’Onu per la Giornata mondiale del Rifugiato – “Noi stiamo dalla parte di chi è costretto a fuggire” – che Francesco cita alla vigilia dell’evento:

    “I rifugiati sono persone come tutti, ma alle quali la guerra ha tolto casa, lavoro, parenti, amici. Le loro storie e i loro volti ci chiamano a rinnovare l’impegno per costruire la pace nella giustizia. Per questo vogliamo stare con loro: incontrarli, accoglierli, ascoltarli, per diventare insieme artigiani di pace secondo la volontà di Dio”.

    Il vuoto e la risposta

    Prima dell’appello, Francesco aveva fatto rimbalzare tra la folla la domanda di Gesù ai discepoli, cuore della liturgia domenicale: “Voi chi dite che io sia?”. Il Papa la personalizza indirizzandola a chi lo ascolta: “Chi è Gesù per ciascuno di noi?”. La risposta della fede, prosegue, non può che essere quella di Pietro, diretta a un mondo che ha “più che mai – ripete – bisogno di Cristo, della sua salvezza, del suo amore misericordioso”:

    “Molte persone avvertono un vuoto attorno a sé e dentro di sé - forse alcune volte anche noi -; altre vivono nell’inquietudine e nell’insicurezza a causa della precarietà e dei conflitti. Tutti abbiamo bisogno di risposte adeguate ai nostri profondi interrogativi, ai nostri interrogativi concreti, esistenziali (...) Gesù conosce il cuore dell’uomo come nessun’altro. Per questo lo può sanare, donandogli vita e consolazione”.

    Croce: servizio non ornamento

    Dopo la domanda ai discepoli, Gesù indica loro, e alla Chiesa ogni giorno, la responsabilità che comporta il riconoscere in Lui il Figlio di Dio, quella della croce da prendere, ciascuno la propria:

    “Non si tratta di una croce ornamentale, o una croce ideologica, ma è la croce della vita, è la croce del proprio dovere, la croce del sacrificarsi per gli altri con amore – per i genitori, per i figli, per la famiglia, per gli amici, anche per i nemici – la croce della disponibilità ad essere solidali con i poveri, a impegnarsi per la giustizia e la pace”.

    C’è chi non rinnega

    Certo, osserva a braccio Francesco, nell’assumere la croce “sempre si perde qualcosa”. E tuttavia…

    “…è un perdere, per guadagnare. E ricordiamo tutti i nostri fratelli che ancora oggi mettono in pratica queste parole di Gesù, offrendo il loro tempo, il loro lavoro, la loro fatica e perfino la loro vita per non rinnegare la loro fede in Cristo”.

    Preghiere per il Concilio Panortodosso

    Dopo l’Angelus, il Papa ha ricordato la Beatificazione di ieri, a Foggia, della mistica del ‘700, Maria Celeste Crostarosa, quindi dalla finestra sulla piazza si è levato un augurio particolare rivolto alle Chiese che aprono a Creta il Concilio Panortodosso:

    “Uniamoci alla preghiera dei nostri fratelli ortodossi, invocando lo Spirito Santo perché assista con i suoi doni i Patriarchi, gli Arcivescovi e i Vescovi riuniti in Concilio. E tutti assieme preghiamo la Madonna per tutti i nostri fratelli ortodossi”.

    (Da Radio Vaticana)

    News correlate

    Il Papa all'Angelus: i governanti puntino con decisione alla pace

    Dopo la preghiera dell'Angelus il Pontefice chiede di pregare per l'Ucraina, Palestina e Israele, e la Repubblica Democratica del Congo.

    Francesco all'Angelus prega per la pace, "una responsabilità di tutti"

    Il Papa invita a pregare per la pace che non è responsabilità di pochi e guarda agli scenari difficili di Ucraina, Palestina e Israele.

    Convenzioni di Ginevra. L'appello del Papa all'Angelus: tutti devono rispettarle

    Alla vigilia dell’anniversario delle quattro Convenzioni di Ginevra, Papa Francesco torna a sottolineare quanto, ancora oggi, sia fondamentale proteggere e tutelare tutti coloro che sono coinvolti nei conflitti armati, in modo particolare i civili inermi.

    Il Papa: "La misericordia è il vero volto dell'amore"

    "La misericordia nei confronti di una vita umana in stato di necessità è il vero volto dell’amore" ha spiegato Francesco ai fedeli riuniti in piazza San Pietro per l'Angelus. Il Pontefice ha commentato il brano evangelico del Buon Samaritano. Un pensiero anche per il Venezuela auspicando una prossima soluzione della grave crisi che attanaglia il Paese latinoamericano.

    no_image

    Papa: no a pietre della condanna, Gesù apre una strada nuova

    All’Angelus il Papa riflette sull’episodio evangelico della donna adultera in cui si contrappongono due atteggiamenti: quello di scribi e farisei e quello di Gesù che impersona la misericordia di Dio e apre ad una vita nuova.

    Nel primo Angelus di Quaresima il Papa mette in guardia contro i falsi idoli

    Bergoglio commentando il Vangelo el giorno ha messo l'accento sulla lotta a tre tentazioni di ieri e di oggi: l’avidità di possesso, la gloria umana, la strumentalizzazione di Dio. Nel pomeriggio la partenza del Pontefice per gli esercizi spirituali di Quaresima con la Curia romana che saranno fino al 15 marzo ad Ariccia sul tema “La città dagli ardenti desideri. Per sguardi e gesti pasquali nella vita del mondo”. Gli esercizi saranno predicati dal benedettino olivetano dom Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte a Firenze e si ispireranno a questioni di umanesimo cristiano.

    News più lette