Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (18 dicembre 2025)
Advertisement
  • Papa Francesco nella cappella di Santa Marta a Roma

    Papa: no ai cristiani tiepidi, la loro tranquillità inganna

    Guardarsi dal diventare “cristiani tiepidi”, perché così perdiamo di vista il Signore. E’ l’ammonimento di Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha sottolineato che il Signore cerca sempre di correggerci, di risvegliare la nostra anima tiepida e addormentata nel tepore. Ed ha esortato a saper discernere quando il Signore  bussa alla nostra porta. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    Il Signore rimprovera i cristiani “tiepidi” della Chiesa di Laodicea. Francesco ha preso spunto dalla Prima Lettura, un passo tratto dall’Apocalisse di Giovanni, per soffermarsi sul rischio del tepore nella Chiesa, tanto oggi quanto per la prima comunità cristiana. Il Papa sottolinea come il Signore utilizzi un linguaggio forte, di rimprovero per i tiepidi, “cristiani che non sono né freddi, né caldi”. A costoro dice: “Sto per vomitarti dalla mia bocca”.

    No alla tranquillità che inganna, lì non c’è Dio

    Il Signore, soggiunge il Papa, rimprovera quella tranquillità “senza consistenza” dei tiepidi. Una “tranquillità che inganna”:

    “Ma cosa pensa un tiepido? Lo dice qui il Signore: pensa di essere ricco. ‘Mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla. Sono tranquillo’. Quella tranquillità che inganna. Quando nell’anima di una Chiesa, di una famiglia, di una comunità, di una persona sempre tutto è tranquillo, lì non c’è Dio”.

    Ai tiepidi, riprende Francesco, il Papa dice di non addormentarsi nel tepore, nella convinzione di non aver bisogno di nulla, di non fare male a nessuno.

    Il Signore mostra che i tiepidi sono nudi, la loro ricchezza non viene da Dio

    Il Signore, avverte, definisce costoro - che si credono ricchi - infelici e miserabili. Tuttavia, soggiunge, “lo fa per amore”, affinché scoprano un’altra ricchezza, quella che solo Lui può dare:

    “Non quella ricchezza dell’anima che tu credi di avere perché sei buono, fai tutte le cose bene, tutto tranquillo: un’altra ricchezza, quella che viene da Dio, che sempre porta una croce, sempre porta tempesta, sempre porta qualche inquietudine nell’anima. E ti consiglio di comperare abiti bianchi, per vestirti, perché non appaia la tua vergognosa nudità: i tiepidi non si accorgono di essere nudi, come la favola del re nudo che è un bambino a dirgli: ‘Ma, il re è nudo!’ … I tiepidi sono nudi”.

    I tiepidi, afferma il Papa, “perdono la capacità di contemplazione, la capacità di vedere le grandi e belle cose di Dio”. Per questo, il Signore cerca di svegliarli, di aiutarli a convertirsi. Ma, prosegue Francesco, il Signore sta anche “in un’altra maniera: sta per invitarci: ‘Ecco, sto alla porta e busso’”. Qui il Papa evidenzia l’importanza dell’essere capaci di “sentire quando il Signore bussa alla nostra porta”, “perché vuole darci qualcosa di buono, vuole entrare da noi”.

    Saper discernere quando il Signore bussa alla nostra porta

    Ci sono cristiani, è la sua constatazione, che “non si accorgono quando bussa il Signore”, “ogni rumore è lo stesso, per loro”. Bisogna allora “capire bene” quando bussa il Signore, quando vuole portarci la sua consolazione. Il Signore, aggiunge, sta davanti a noi anche “per farsi invitare”. E’ quello che avviene a Zaccheo, come narra il Vangelo odierno: “Quella curiosità di Zaccheo, il piccolo, è stata seminata dallo Spirito Santo”:

    “L’iniziativa viene dallo Spirito verso il Signore: il Signore sta. Alza gli occhi e dice: ‘Ma, vieni, invitami a casa tua’. Il Signore sta … sempre sta con amore: o per correggerci o per invitarci a cena o per farsi invitare. Sta per dirci: ‘Svegliati’. Sta per dirci: ‘Apri’. Sta per dirci: ‘Scendi’. Ma sempre è Lui. Io so distinguere nel mio cuore quando il Signore mi dice ‘svegliati’? Quando mi dice ‘apri’? E quando mi dice ‘scendi’? Lo Spirito Santo ci dia la grazia di saper discernere queste chiamate”.

    (Radio Vaticana)

    News correlate

    COMMENTO

    L'omelia del patriarca di Mosca fa discutere, ma le Chiese non si arrendono e dialogano

    Una lettura delle parole di Kirill, proferite lo scorso 6 marzo, durante un'omelia e che hanno destato molta preoccupazione.

    Domenica delle Palme, l'omelia di monsignor Valerio Lazzeri

    Gesù costretto alla Passione da un'umanità priva «di fede e di coraggio». Ma nella Pasqua riconosceremo il Figlio di Dio.

    Papa Francesco a Santa Marta: "Testardi ma non nell'anima"

    Così nella Messa celebrata a Casa Santa Marta prende spunto dalla Lettura odierna che narra la conversione di Paolo sulla via verso Damasco per far comprendere il valore della docilità e dell'apertura del nostro cuore alla voce di Dio.

    no_image

    "Sono forse io custode di mio fratello?"

    Nella messa mattutina di Santa Marta, il Papa rivolge ad ognuno di noi le domande che il Signore fece ad Adamo e a Caino. "Dove sei? Dov'è tuo fratello?" Domande scomode e imbarazzanti che non vogliono però "risposte di compromesso".

    Il Papa: “No ai pastori rigidi, siano teneri e vicini alla gente”

    Francesco ieri a Santa Marta: devono fare come Gesù che «si butta» in mezzo al popolo, camminare tra e con le persone avendone cura.

    no_image

    Papa: riconoscere le resistenze alla grazia. No al gattopardismo spirituale

    Tutti abbiamo nel cuore delle resistenze alla grazia: bisogna trovarle e chiedere aiuto al Signore, riconoscendosi peccatori. E’ l’esortazione di Francesco nell’omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta, nella prima settimana dell’Avvento. Francesco si sofferma sulle resistenze nascoste delle parole vuote, giustificatorie o accusatorie. Il Papa mette in guardia dal “gattopardismo spirituale” di chi dice che tutto cambierà per poi non cambiare nulla. 

    News più lette