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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 dicembre 2025)
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  • Corale Santa Maria dei Miracoli diretta dal maestro Franco Caccia

    Quando il canto diventa preghiera: il Giubileo delle corali diocesane

    di Federico Anzini

    La Basilica di Santa Maria dei Miracoli si prepara ad accogliere, domenica 21 settembre alle ore 17, il XXII Convegno diocesano delle Corali liturgiche. Un appuntamento che quest’anno assume un valore speciale: coincide infatti con il Giubileo diocesano dei cori e delle corali. La celebrazione Eucaristica sarà presieduta da mons. Alain de Raemy. “Sarà una festa della fede e del canto – spiega Franco Caccia, direttore della Corale Santa Maria dei Miracoli – e un’occasione unica per riscoprire quanto la voce dell’assemblea sia davvero voce di Chiesa”.

    Lo standing-dinner previsto al termine della Messa renderà la giornata ancora più conviviale, ma il cuore rimane il canto liturgico, patrimonio condiviso di tutte le comunità. Il repertorio scelto è stato pensato proprio per essere accessibile e per diventare parte stabile del bagaglio musicale di ciascun coro. “Il canto non è mai solo un ornamento – sottolinea Caccia – è il respiro stesso della liturgia, la forma sonora della preghiera”.

    Il maestro parla con passione, lasciando trasparire un percorso personale iniziato già da bambino. “Mio padre dirigeva il coro parrocchiale e mi portava alle prove. Lì ho imparato che il canto non è tecnica, ma comunione: è unire le anime nella ricerca dell’Assoluto”.

    Secondo lui, il coro non è un corpo separato, ma parte integrante dell’assemblea: “È come il profumo che impregna la celebrazione, la rende più intensa e condivisa. Non sostituisce il popolo, lo guida, lo accompagna, lo aiuta a pregare”.

    A destra: Franco Caccia, direttore della Corale Santa Maria dei Miracoli
    A destra: Franco Caccia, direttore della Corale Santa Maria dei Miracoli

    Cantare insieme, osserva, non è solo un fatto musicale, ma spirituale: “Quando le voci si intrecciano, anche le vite si intrecciano. È un’esperienza di unità che ci spinge oltre noi stessi”. Da qui il legame profondo tra musica e fede: “Il Vangelo non si annuncia soltanto con le parole. Un canto ben eseguito, cantato con fede, diventa testimonianza, diventa luce che tocca i cuori”.

    Per la Corale di Morbio Inferiore, che dal 1904 accompagna la vita della comunità, il Giubileo rappresenta un traguardo e insieme una nuova partenza. “Cantare con altre corali diocesane significa percepire in modo tangibile la bellezza della Chiesa che canta insieme. È un modo concreto per dire: siamo un corpo solo”.

    E ai giovani che desiderano avvicinarsi al canto corale, il consiglio è semplice: “Entra in un coro. Solo così potrai scoprire, e sorprenderti, di quanto ti arricchisca. È un cammino che dona amicizia, crescita interiore, senso di appartenenza”.

    Ma perché oggi si canta sempre meno? Il canto è proporzionale alla vita che si vive. Dove c’è una comunità viva, dove c’è fede, lì si canta. Non servono voci straordinarie. È dal popolo che nasce la forza del canto, non dal solista. E il coro è uno dei servizi più gratuiti e preziosi che si possano offrire. La Corale Santa Maria dei Miracoli, composta da trenta membri, ne è una testimonianza viva.

    In un’epoca in cui il canto collettivo sembra rarefarsi, la giornata del 21 settembre ricorda che la Chiesa continua ad avere voce. Una voce che non si limita a riempire spazi liturgici, ma che dà corpo a una comunità credente, capace di pregare, annunciare e gioire insieme. Il Giubileo delle corali ci ricorda che la Chiesa vive anche di questo: di voci che si fanno una sola voce, per lodare il Signore.

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