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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (16 dicembre 2025)
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  • «Risvegliare la coscienza dei cristiani»

    Dopo la riflessione della religiosa benedettina - madre Maria Ignazia Angelini - nel secondo giorno di ritiro spirituale per i membri, i delegati fraterni e gli invitati speciali alla seconda sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, il ritiro spirituale è proseguito con le meditazioni affidate al padre domenicano Timothy Radcliffe. Nel pomeriggio alle 16.00, in Aula Paolo VI, si terranno i gruppi di condivisione secondo il metodo della “conversazione nello Spirito”, mentre alle 18.00, nella basilica Vaticana, è in programma una Veglia penitenziale alla presenza di Papa Francesco.

    La Veglia prevede tre testimonianze di persone che hanno subito il peccato degli abusi; della guerra; dell’indifferenza di fronte alle migrazioni. Poi si procederà alla confessione di alcuni peccati: quelli contro la pace; contro il creato, contro le popolazioni indigene, contro i migranti; gli abusi; il peccato contro le donne, la famiglia, i giovani; il peccato della dottrina usata come pietra da scagliare contro; quello contro la povertà; il peccato contro la sinodalità (mancanza dell’ascolto, comunione e partecipazione di tutti).

    Al termine il Papa rivolgerà la richiesta di perdono a Dio e all’umanità. Spiccano gli «inediti» peccati della dottrina usata come pietra da scagliare contro (il peccato non è la dottrina, ma l’uso violento che di essa, nella storia della Chiesa di oggi e del passato si può aver fatto) e il peccato contro la sinodalità, che è il peccato contro la chiamata a camminare insieme come Chiesa. Nel 2000 vi fu l’atto pubblico di Wojtyla che chiese perdono per le colpe passate dei figli della Chiesa, in una sorta di grande purificazione della memoria; nel 2010 Benedetto XVI, con realismo, spostò la prospettiva dalle colpe del passato a quelle del presente: il tema fu gli abusi. Ratzinger diceva: «Il mea culpa deve servire per svegliare la coscienza. La Chiesa […] deve confessare i peccati presenti e passati». Nel 2024 arrivano quindi due «inediti» peccati di cui il Papa ci chiede consapevolezza nell’oggi di una Chiesa sinodale.

    Madre Angelini: l’arte sinodale del silenzio, in ascolto di Dio

    Nella seconda giornata del ritiro spirituale per i partecipanti al Sinodo, la riflessione della religiosa benedettina hanno toccato il valore del silenzio come lode al Signore. Una vera e propria “arte sinodale” che consente di liberarsi da impazienza, attivismo e lamenti per porsi all’ascolto della parola di Dio.

    Ai presenti nell’Aula nuova del Sinodo, la religiosa benedettina del monastero di Viboldone, in Italia, ha esposto il tema del silenzio come lode a Dio. «Alla radice di ogni preghiera, di ogni “opera di Dio” - ha detto - vibra il silenzioso Soffio di Dio. Si tratta di percepirlo», perché, come affermava Ignazio di Antiochia, «il Signore lo si conosce nel suo silenzio», in quell’«incavo» che rappresenta «la dimensione costitutiva della parola umana».

    Nel quotidiano delle nostre parole, ha proseguito la religiosa benedettina, si annidano infatti «tanti silenzi ipocriti» che non consentono al cuore dell’uomo - «sclerotizzato dalle ansie e dalle frustrazioni», ma desideroso di «pienezza di vita» - di ritrovare respiro e sintonia con il silenzio di Dio.

    Dopo la riflessione della religiosa benedettina, il ritiro spirituale è proseguito con le meditazioni affidate al padre domenicano Timothy Radcliffe. Nel pomeriggio alle 16.00, in Aula Paolo VI, si terranno i gruppi di condivisione secondo il metodo della “conversazione nello Spirito”.

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