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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 dicembre 2025)
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  • Il vescovo Morerod unge l'altare della rinnovata Cattedrale di Losanna

    Solenne riapertura della basilica di Notre-Dame a Losanna

    Il vescovo che batte con il pastorale le porte della basilica. Poi indossa un grembiule e unge l'altare con olio santo. Il prelato sigilla le reliquie nell'altare con una cazzuola da muratore. Segue la processione delle offerte guidata dalla presidente del Consiglio parrocchiale, Silvia Kimmeier, e da un consigliere comunale di Losanna, David Payot. Un'orchestra e un coro straordinari che interpretano una partitura magistrale scritta appositamente per l'occasione. Non sono mancate scene originali questa domenica mattina nella basilica di Notre-Dame a Losanna.

    Panche al posto delle sedie

    La celebrazione di due ore e mezza ha tenuto con il fiato sospeso il pubblico di un migliaio di persone. «Non mi sono accorto del tempo che passava», hanno testimoniato molti all'uscita. È vero che la configurazione della basilica, dotata di nuovi arredi liturgici, con un nartece completamente rifatto e dotato di un battistero innovativo, panche al posto delle sedie e una luminosità senza precedenti, ha sedotto coloro che non avevano ancora avuto l'occasione di tornare alla basilica di Notre-Dame.

    Il 7 settembre 2025 segna la fine di oltre due decenni di lavori alla chiesa erroneamente chiamata «del Valentin» (dal nome della rue de Lausanne su cui si affaccia). Avviati negli anni 2000 dal Consiglio parrocchiale e dall'architetto Bernard Verdon, i lavori hanno subito una svolta decisiva negli ultimi anni, sotto l'impulso del Consiglio parrocchiale e dell'architetto Christophe Amsler.

    Insegne di una basilica

    I lavori realizzati sono stati imponenti: rifacimento della grande scalinata che conduce alla terrazza, realizzazione di una vasca in cemento per piantare un albero davanti alla canonica, riapertura della porta laterale. All'interno, tutto è stato rinnovato, dal pavimento al soffitto. Con la pulizia del grande affresco mariano di Gino Severini, che ha restituito alla basilica il suo splendore. Inoltre, sono stati realizzati l'ampliamento della sacrestia e della sala Notre-Dame, sotto la chiesa, la sostituzione dell'altare, del tabernacolo e dell'ambone, la segnaletica interna ed esterna e l'illuminazione.

    Nel coro sono presenti anche i simboli caratteristici di una basilica: un ombrello, una sorta di parasole semiaperto, dotato di un'armatura di legno rivestita da strisce di seta rossa e gialla, e il tintinnanbulo, una campana cerimoniale.

    Una messa appositamente composta

    Durante una cerimonia ufficiale che sabato 6 settembre ha riunito le personalità che hanno sostenuto il progetto, Philippe Biéler, presidente della Fondazione d'Olcah, ha sottolineato come la convergenza di mezzi e volontà abbia permesso questa splendida ristrutturazione, frutto di lunghi anni di lavoro e di ricerca di finanziamenti.

    La messa della Natività della Vergine Maria, celebrata in anticipo il 7 settembre (anziché l'8), ha riunito attorno al vescovo, il parroco della parrocchia, l'abate Jean-Marie Cettou, una quindicina di sacerdoti e un diacono. Maurice Sessou, canonico di St-Maurice, ha assunto il coordinamento liturgico.

    E cinque ex guardie svizzere hanno dato alla messa pontificia un tocco di Vaticano. Inoltre, la celebrazione ha beneficiato del talento musicale di Maixent Pilloud, che ha composto e diretto una messa solenne per coro e orchestra interpretata dal Coro della Basilica e da musicisti, con Pascal Pilloud, suo padre, all'organo. (cath.ch/bl/traduzioneeadattamento redazionecatt)

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