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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (9 dicembre 2025)
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  • La cattedrale di St. Patrick a New York

    Stati Uniti: la religione conta sempre meno

    È un cambiamento silenzioso ma profondo, quello che attraversa la religiosità negli Stati Uniti. Secondo i dati diffusi giovedì dall’istituto di analisi e ricerca Gallup, in dieci anni la percentuale di adulti americani che considera la religione parte importante della propria vita quotidiana è scesa dal 66% al 49%. Un calo di 17 punti percentuali che colloca gli Stati Uniti tra i Paesi con la flessione più marcata a livello globale. Eppure, nel cuore di questa trasformazione, la religione continua a occupare uno spazio più rilevante nella vita degli statunitensi rispetto a molte altre economie avanzate. Se la media Ocse si attesta al 36%, gli Stati Uniti restano sopra di tredici punti, pur avvicinandosi sempre più a modelli europei, come quelli di Regno Unito, Germania o Danimarca, dove l’identità cristiana è diffusa ma la pratica religiosa è marginale.

    Il dato sorprendente è che gli Usa non rientrano più in nessuna delle quattro categorie tradizionali individuate da Gallup: elevata religiosità con identità cristiana; elevata religiosità con un’altra identità religiosa (spesso a maggioranza musulmana); bassa religiosità con identità cristiana; o bassa religiosità senza identità religiosa.

    Non possono più essere collocati né tra i Paesi ad alta religiosità con identità cristiana, né tra quelli a bassa religiosità senza affiliazione religiosa. Con un’identità cristiana medio-alta e una religiosità media, gli Stati Uniti si collocano in una posizione intermedia, quasi sospesa, tra secolarizzazione e devozione. Il confronto con l’Italia è eloquente: anche qui, tra il 2012 e il 2022, la religiosità è calata di 23 punti. Ma mentre nel nostro Paese il cattolicesimo resta un riferimento culturale diffuso, negli Stati Uniti cresce il numero di chi non si identifica con alcuna religione, pur mantenendo un legame personale con la dimensione spirituale.

    Il quadro che emerge è quello di una società in transizione, dove la fede non scompare ma cambia forma: meno istituzionale, più individuale; meno legata alla frequenza, più alla ricerca di senso.

    Un cambiamento che interpella anche le Chiese, chiamate a rileggere la propria missione in un contesto dove la domanda di spiritualità non coincide più con l’appartenenza religiosa.

    fonte: sir

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