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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (11 dicembre 2025)
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  • Il ghiacciaio del Morteratsch nel 2007

    Svizzera: in 150 alla cerimonia ai piedi del ghiacciaio del Morteratsch per dire "no" allo sfruttamento delle risorse e al degrado climatico

    Sabato, in occasione di una cerimonia ai piedi del ghiacciaio del Morteratsch, più di 150 persone hanno rievocato il ritiro dei ghiacciai. Con la cerimonia in alta montagna, le organizzazioni di cooperazione allo sviluppo e di difesa dell'ambiente - tra cui Azione quaresimale - hanno richiamato l'attenzione sulle drammatiche conseguenze del riscaldamento globale, che non riguarda solo i ghiacciai. Nel Sud del mondo, si manifesta soprattutto con inondazioni e uragani più forti, come ha spiegato un ospite delle Filippine. Cosî, secondo AQ, "siamo ancora in tempo per prendere delle contromisure e scongiurare la catastrofe climatica. Con un SÌ alla Legge sulla protezione del clima, il 18 giugno, la Svizzera può assumersi l’urgente responsabilità necessaria".

    Il glaciologo Matthias Huss del Politecnico di Zurigo e dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) di Birmensdorf ha condotto ricerche sul ghiacciaio del Morteratsch per oltre un decennio. Da quando sono iniziate le registrazioni, più di 100 anni fa, il ritiro dei ghiacciai nelle Alpi non è mai stato così marcato come negli ultimi anni, ha spiegato Huss alla cerimonia organizzata da Azione Quaresimale, HEKS/EPER, Iniziativa delle Alpi, Vereinigung Bündner Umweltverbände, Anziane per il clima, Cristiane/i per la protezione del clima e Associazione svizzera per la protezione del clima. Huss ha sottolineato la chiara connessione tra il cambiamento climatico e lo scioglimento dei ghiacciai. «Il susseguirsi di anni estremamente caldi ha portato il ghiacciaio del Morteratsch a disintegrarsi». Innumerevoli ghiacciai nelle Alpi scompariranno nei prossimi decenni o già oggi non esistono più.

    Il cambiamento climatico riguarda tutti noi, come descrive in modo impressionante padre Tony Labiao della Social Action della Conferenza episcopale filippina, un'organizzazione partner di Azione Quaresimale: «Molti fra i Paesi più poveri sono colpiti dal cambiamento climatico, ma non hanno i mezzi per farvi fronte». Labiao ha quindi invitato la Svizzera e i Paesi industrializzati a fare urgentemente qualcosa per contrastare il cambiamento climatico, perché sono soprattutto i Paesi più poveri a doverne sopportare le conseguenze.

    Erika Cahenzli, presidentessa del Consiglio della Chiesa evangelica riformata grigionese, ha dato un impulso spirituale alla cerimonia. Ha sottolineato, da una prospettiva cristiana, che il cambiamento climatico è un problema che deve essere finalmente affrontato e con decisione: «La protezione del clima è un'espressione di una responsabilità globale per la creazione. Si tratta di proteggere le basi della vita per tutti gli esseri viventi, oggi e in futuro».

    Sì alla legge sulla protezione del clima
    Tutte queste dichiarazioni dimostrano che la Svizzera deve finalmente assumersi la responsabilità di mitigare le conseguenze della crisi climatica. Per questo è urgente che il 18 giugno si esprima un SÌ alla Legge sulla protezione del clima. Per i ghiacciai, per i cittadini svizzeri, ma anche per le popolazioni del Sud del mondo, che già oggi stanno soffrendo maggiormente per le conseguenze della crisi climatica.

    Leggi anche: Bernd Nilles sul rapporto tra magistero sociale della Chiesa e lotta ai cambiamenti climatici (catt.ch)

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