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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (16 dicembre 2025)
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  • Uno sguardo sul corso di Caritas Ticino "La bellezza nella fragilità"

    È per capire quali sono i bisogni reali dell’anziano che Caritas Ticino ha organizzato il corso «La bellezza nella fragilità». Il corso, in cinque tappe, che si rivolge principalmente a coloro che si trovano ad accompagnare chi è avanti con l’età, si concluderà martedì prossimo con una serata dedicata ai benefici che nascono se il volontariato è condiviso.

    È utile in primo luogo comprendere il contesto nel quale prende forma la relazione di aiuto, spiega il geriatra Franco Tanzi, che parte dal dato di fatto che la speranza di vita oggi è aumentata. «Dal 1950 ogni 4 anni che passano la vita si allunga di un anno: è un dato che fa impressione », rivela. Ma ad allungarsi è piuttosto il periodo nel quale si è confrontati con degli impedimenti, piuttosto che quello in cui si gode di buona salute. Ed ecco dunque che la prospettiva cambia. «Lo sviluppo ideale sarebbe quello in cui riusciamo ad allontanare il momento a partire dal quale si è confrontati con una dipendenza », sottolinea il dottor Tanzi. In alcuni ambiti, come ad esempio con le malattie cardio-vascolari, ciò è stato possibile, mentre per quanto riguarda le demenze - «la bestia nera dei geriatri», come le ha definite Franco Tanzi, è più difficile. C’è però una buona notizia: «da ricerche recenti risulta che le indicazioni sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari sono utili anche nei confronti delle malattie neurodegenerative ». La fragilità progressiva è il prezzo da «pagare » per una speranza di vita più lunga ed ecco che basta poco – ed esempio una malattia, un incidente, il decesso del coniuge – per rompere l’equilibrio e cadere nella disabilità e dipendenza, associata spesso alla presenza di più malattie e alla perdita progressiva di relazioni sociali e affettive. La capacità di reazione in questo ambito ha una relazione anche con il contesto spirituale e con la prossimità sociale.

    «Invecchiare con successo significa un coinvolgimento sociale, attività mentale continua, approfondimento del senso religioso e spirituale: in sintesi, coltivare la relazione orizzontale e verticale», evidenzia Franco Tanzi. Da ciò si può intuire come lo sguardo della persona che si prende cura dell’altro sia determinante nel definire la qualità della vita e di conseguenza la voglia di vivere. E questo vale anche per la volontaria e il volontario.

    Una strada da percorre insieme

    Il senso del volontariato come interazione sociale e di scambio è stato il tema di una seconda serata condotta dal filosofo Marco Di Feo. Si è parlato in particolare del dono della propria persona, del fatto che non sempre sia disinteressato e che sia riconosciuto dall’altro in quanto dono. In questo modo la cura del bisogno dell’altro può essere il mezzo per la cura dell’altro nella totalità del suo essere (corpo, psiche, spirito). Del rapporto fra volontario e anziano ha parlato lo psicologo e psicoterapeuta Dante Balbo. Le trappole nelle quali possiamo cadere sono in realtà quelle che caratterizzano ogni relazione d’aiuto, o relazione in generale, e partono da un certo narcisismo insito in ognuno di noi, che ci porta, ad esempio, a decidere o fare al posto degli altri, ad un atteggiamento di onnipotenza, paternalistico, all’infantilismo o all’autoreferenzialità. Per superare queste trappole è importante partire prima di tutto dalla comunicazione, dallo stabilire insieme delle regole e dei piccoli obiettivi, così come nel considerare l’altro come un adulto con pari dignità. Anche i punti di riferimento e l’incontro con altre volontarie e altri volontari sono importanti e indispensabili. L’empatia e la comprensione del vissuto, ma nello stesso tempo il mantenimento della necessaria distanza, per non farsi sommergere, possono essere delle risorse, così come anche la costruzione continua di competenza.

    La psicogeriatra Rita Pezzati ha in seguito illustrato la complessità dell’essere anziani oggi, a partire dalla definizione di chi è l’anziano, e i continui cambiamenti con cui la persona è confrontata. Dentro questa fatica è però possibile individuare degli aspetti positivi e ha fatto l’esempio di una persona alla quale la lentezza dell’anzianità ha regalato un nuovo sguardo sulla sua città.

    Costruzione di una rete efficace

    Il corso «La bellezza nella fragilità », organizzato da Caritas Ticino e promosso anche dal Comune e dalla Parrocchia di Paradiso, si concluderà il prossimo martedì con una serata dedicata alla costruzione di una rete per un volontariato efficace, grazie anche alla presenza di diversi ospiti attivi in questo campo. Un ultimo incontro che servirà anche a gettare uno sguardo al futuro «perché ci sarà un dopo, sul quale stiamo già lavorando, dato che è emersa in particolare la necessità di avere a disposizione degli strumenti a sostegno della propria attività di volontariato », assicura Dante Balbo, di Caritas Ticino. La partecipazione alle serate è stata alta: una cinquantina le persone presenti per ogni conferenza nella sala multiuso del Comune di Paradiso. I relatori hanno avuto di fronte a loro un pubblico molto variegato. «C’erano volontari, aspiranti volontari, professionisti, ma anche volontari loro malgrado, come, ad esempio, familiari confrontati con un parente anziano e malato», ha evidenziato Dante Balbo. Tutti conil desiderio di capire e scoprire.

    Katia Guerra

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