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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Vita consacrata: nuove forme sotto indagine, tra loro una decina di fondatori

    Ci sono una decina di fondatori e di fondatrici di nuove forme di vita consacrata su cui la Santa Sede sta compiendo delle indagini. Lo afferma in un’intervista alla rivista Vida Nueva (30 luglio 2021) l’arcivescovo spagnolo José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica (CIVCSVA). I problemi più comuni correlati con questa indagine sono legati a una “gestione economica dell’istituto a beneficio personale”, ad abusi “spirituali o di potere” e a “episodi dovuti all’affettività”; non mancano forme di “fondamentalismo” e di “settarismo”. L’articolo è stato richiesto per SettimanaNews da Francesco Strazzari e tradotto dallo spagnolo da p. Antonio Dall’Osto (catt.ch lo riprende qui sotto in modo integrale).

    Mons. Carballo, quanti fondatori e fondatrici di nuove forme di vita consacrata sono attualmente indagati dalla CIVCSVA?

    Tenendo conto delle nuove realtà o forme di vita consacrata che si presentano con alcune note di novità rispetto a quelle riconosciute nel Codice di diritto canonico, e sulle quali la nostra Congregazione ha competenza (ci sono altre realtà che dipendono dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita), attualmente abbiamo una decina di fondatori e di fondatrici che sono oggetto di indagine da parte della Santa Sede. Nella maggior parte dei casi, si tratta di associazioni in via di riconoscimento canonico.

    Ad esse bisogna aggiungere alcuni istituti che sono già riconosciuti come tali e i cui fondatori sono anch’essi oggetto di indagine, per cui il numero aumenta sensibilmente. Tutto ciò senza contare quelle realtà per le quali, terminata l’indagine, la nostra Congregazione ha proceduto a commissariare o, in alcuni casi, a sopprimere. Va anche segnalato che ci sono stati alcuni casi in cui, dopo la relativa indagine, la fondatrice ha lasciato la vita consacrata o il fondatore è stato ridotto allo stato laicale.

    Come si può arrivare a questa situazione?

    Come è facile capire, tutto questo reca un grave danno alla vita consacrata e alla Chiesa stessa. Pertanto, si dovrebbe fare molta più attenzione nel momento di discernere la necessità, l’auspicabilità e l’utilità per la Chiesa nell’approvare le associazioni in via di riconoscimento canonico. Questa approvazione è un diritto dei vescovi, ma anche una grave responsabilità.

    È urgente discernere l’autenticità di un carisma.

    La Chiesa offre criteri chiari e molto precisi in questo discernimento. Tra gli altri, vorrei sottolineare: la comunione con la Chiesa, la presenza di frutti spirituali, la dimensione sociale dell’evangelizzazione, la stima per le altre forme di vita consacrata nella Chiesa, la confessione della fede cattolica (cf. Iuvenescit Ecclesia, n. 18). Purtroppo, si deve dire che, a volte, è difficile scoprire l’autenticità e l’originalità di un carisma in alcune realtà.

    Quali sono le ragioni più comuni che provocano queste indagini?

    Le ragioni sono di solito di tre tipi che, a volte, si verificano contemporaneamente: problemi nella gestione dei beni dell’istituto a vantaggio personale, abusi di potere o abuso spirituale (abusi di coscienza, plagio…) e problemi relativi all’affettività. È opportuno qui ricordare che per abuso intendiamo qualsiasi violenza psicologica, fisica o sessuale che si verifichi in un contesto religioso o, anche, qualsiasi manipolazione che danneggi il rapporto di una persona con Dio e con il proprio io interiore.

     Abuso spirituale

    L’abuso spirituale a cui si è riferito è abituale?

    L’abuso spirituale o di coscienza è di solito più frequente di quanto si possa pensare. Papa Francesco lo definisce molestia spirituale, manipolazione delle coscienze, lavaggio del cervello. Tali abusi si verificano spesso nell’ambito della direzione spirituale o in seno a una comunità, specialmente quando il foro interno non è distinto da quello esterno. In linea generale, possiamo dire che si tratta di un abuso di “clericalismo”, sapendo che tale atteggiamento non è solo dei chierici, ma si verifica anche in persone con autorità, uomini o donne.

    E l’abuso sessuale?

    Generalmente si tratta di abusi con membri del proprio istituto, ma a volte anche con minori o con adulti vulnerabili Forse è opportuno ricordare che l’abuso sessuale non è di solito il primo, ma che, a monte, c’è l’abuso di potere o spirituale (cf. Papa Francesco, Ai gesuiti d’Irlanda, 28 agosto 2018).

    Perché alcune di queste nuove forme tendono al settarismo?

    Il settarismo si manifesta solitamente nella difesa fondamentalista e ideologica del carisma per preservarlo da possibili contaminazioni che possono venire dall’esterno. Nei gruppi in cui si può osservare una “deriva settaria”, si favorisce la mentalità secondo cui “noi siamo i migliori”, siamo gli unici fedeli. Ciò porta a chiudersi e a innalzare barriere di ogni tipo contro possibili influenze nocive. In gruppi del genere si pensa anche che il carisma appartenga ai fondatori e non alla Chiesa, l’unica a cui spetta realmente il suo riconoscimento e accompagnamento.

    Per questa ragione, ci sono fondatori e fondatrici che si sentono al di sopra di qualsiasi mediazione compresa quella della Chiesa stessa e si credono così padroni e proprietari del carisma. Non si può giustificare – come già affermava a suo tempo il documento della Congregazione per la dottrina della fede Iuvenescit Ecclesia (2016) – che ci siano alcune realtà che si dicono di vita consacrata (in effetti, non lo sono) le quali si sottraggono all’obbedienza alla gerarchia o svolgono un ministero autonomo.

    In casi del genere, la Chiesa ha il diritto e il dovere di intervenire per sbarrare la strada a un disordinato esercizio dei carismi, come già fece la Chiesa primitiva (cf. 1Cor 14,19-28). In molti di questi casi si crea un diffuso senso di persecuzione da parte della Chiesa. Molte volte la deriva settaria è accompagnata da una spiritualità molto superficiale e poco radicata in una sana teologia e nel magistero della Chiesa.

    Si può giungere anche al fondamentalismo?

    Nel processo del settarismo non va escluso il fondamentalismo, frutto di una «ideologia che mutila il Vangelo» – come dice papa Francesco – e che purtroppo si avverte in molte cosiddette “nuove comunità” o “nuove forme di vita consacrata”. Il fondamentalismo fossilizza il carisma. Si dimentica che – come ricorda il pontefice – il carisma è come l’acqua: se non scorre, imputridisce.

    • L’arcivescovo spagnolo José Rodríguez Carballo è segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica (CIVCSVA).

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