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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (11 dicembre 2025)
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  • Con i nostri figli nel mondo digitale per scoprirne rischi e potenzialità

    Giovani e social, una relazione che se già prima della pandemia era ormai inscindibile, ora lo è diventata ancora di più, facendo emergere potenzialità e pericoli in mano quotidianamente alle giovani generazioni. Si tratta oramai di una dipendenza dal digitale che però non riguarda solamente gli adolescenti, ma anche gli adulti, come ci conferma il prof. Antonello Vanni, educatore e docente di italiano, autore di numerosi articoli sul mondo degli adolescenti e per ultimo del libro «Portami nella natura! Come salvare i nostri figli dall’intossicazione tecnologica» (ed. San Paolo). «Il lockdown – spiega il professore – ha fatto emergere situazioni davvero molto critiche, non solo tra gli adolescenti, ma anche tra gli adulti. È un dato di fatto che negli ultimi mesi sono aumentati i casi problematici, insieme al consumo di sostanze alcoliche e di stupefacenti. Alcuni studi hanno evidenziato come tra i giovani emerga sempre più una difficoltà di concentrazione, insieme a quella di instaurare relazioni profonde». Definiti «nativi digitali», gli adolescenti di oggi hanno in realtà tante lacune in merito alle potenzialità del web, basta pensare che «non conoscono, ad esempio, le responsabilità rispetto all’uso degli strumenti digitali, delle foto, dei contenuti che caricano e della privacy». I pericoli sono ormai evidenti a tutti, ma il mondo digitale può offrire anche tante potenzialità: «Attraverso i social, i ragazzi costruiscono e sviluppano interessi; le possibilità ci sono, ma è fondamentale il supporto dell’adulto per trasformare i mezzi che hanno a loro disposizione in risorse importanti per la loro crescita e per l’arricchimento delle loro competenze». Anche in materia digitale rimane dunque fondamentale il sostegno e l’intervento degli adulti che possono, attraverso la loro missione educativa, offrire il giusto approccio, ma «spesso – confida il docente - i genitori sono assenti. Il secondo problema – continua Vanni – è che i genitori stessi sono dipendenti da questo mondo e dunque, con il loro esempio, si pongono come modello di comportamento. Anche Dante ne Il Convivio scriveva che più che dalle parole, i figli imparano «da come i genitori camminano nel mondo». Sono convinto che la cosa fondamentale sia trovare il giusto equilibrio e cercare di far capire che oltre al mondo digitale è utile proporre ai figli attività diverse, in cui possano scoprire la natura mettendo in gioco le percezioni sensoriali, le proprie capacità, il saper fare… le interazioni sono proprio ciò che manca a questa generazione».

    Per info sulle pubblicazioni del prof. Vanni visitare il sito Antonello Vanni (antonello-vanni.it)

    Silvia Guggiari

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