Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (15 dicembre 2025)
Advertisement
  • Glorificazione di S. Stefano eseguita tra il 1682 e il 1688 da Giovanni Battista Colomba (Arogno, chiesa di S. Stefano)

    Arogno: edifici sacri come «libri aperti»

    di Laura Quadri

    Un libro, non tanto per perdersi in lunghi e fumosi discorsi, quanto, piuttosto – scarpe comode ai piedi – per soffermarsi davanti al dettaglio mai notato, intraprendere percorsi nuovi e sperimentare l’arte«dicasa». Nasce così un’idea nuova, attraverso la quale nutrirsi – passeggiando per le vie di Arogno – di arte e cultura, elaborata in un tempo come quello pandemico, in cui corpo e anima chiedevano di «sconfinare». Una proposta, infine, che torna a rivelarsi utile, in questo assolato periodo estivo, dove il refrigerio può essere trovato soffermandosi all’ombra di qualche oratorio o di qualche cappella, come erano soliti fare i nostri avi. È con questo spirito che vi proponiamo di andare alla scoperta dell’ultimo volume dello storico ticinese Mario Delucchi – il quinto della collana «Arogno racconta» – questa volta soffermatosi sui monumenti sacri del proprio paese, come indica il titolo: «Monumenti e luoghi sacri di Arogno» (ed. Fontana, 2021). 

    Mario Delucchi, perché proprio ora un volume specifico sui luoghi sacri di Arogno?

    La Collana «Arogno racconta» si propone di promuovere la conoscenza di Arogno nei suoi elementi più significativi: i luoghi, le realizzazioni umane, i personaggi, le opere d’arte, le vicende storiche, insomma tutto ciò che ha contribuito a creare un villaggio sopravvissuto allo spopolamento e all’abbandono. Nessun argomento è di per sé escluso. Ogni ricerca contribuisce a salvare conoscenze che altrimenti andrebbero perse. Il tema dei monumenti religiosi e dei luoghi sacri è stato oggetto in passato di vari studi, ma sempre puntuali. Mancava una visione d’assieme che illustrasse la ricchezza delle testimonianze presenti nel territorio: una chiesa parrocchiale, cinque oratori, sette cappelle, piloni e colonne votive, monumenti funerari e altri segni minori di matrice cristiana. È ciò che ho cercato di fare. 

    Nella Prefazione, indica che il volume vuole essere un invito non solo a «vedere», ma soprattutto a «guardare»: qual è lo scopo preciso della pubblicazione?

    Mi viene naturale paragonare una chiesa o un oratorio a un libro aperto che racconta tante storie, non con le parole, ma con delle scene e dei simboli. Le scene a volte sono esplicite, a volte bisogna interpretarle. Ad esempio, tutti sanno interpretare un affresco in cui sono rappresentati i Re Magi inginocchiati di fronte a Gesù e alla Madonna. È una scena nota. Se però tra le fronde degli alberi è inserito un uccello dalle piume d’oro, allora bisogna chiedersi quale messaggio l’autore vuole veicolare. E quando si scopre che rappresenta l’Araba Fenice, l’uccello risorto dalle proprie ceneri dopo aver vissuto cinquecento anni, allora si comprende quale relazione esiste con la nascita di Gesù. Bisogna guardare ogni particolare, non accontentarsi di una percezione globale. 

    Al centro del saggio troviamo l’iconografia: cosa si intende con questo termine?

    L’iconografia è la descrizione delle figure allegoriche o simboliche. La parola ha la sua radice nel termine icona, cioè immagine sacra. Quindi descrizione dell’immagine, non disgiunta però dal senso. L’iconografia indaga sul significato delle immagini: quali sono i personaggi rappresentati, quale azione stanno compiendo, in quale contesto vivono, ecc. Per far questo bisogna però ritornare spesso ai testi sacri o alle tradizioni che hanno ispirato l’artista nella sua rappresentazione, in particolare il Vecchio e il Nuovo Testamento. Ad esempio, tra i dottori della Chiesa troviamo San Gregorio che è spesso rappresentato con una colomba sulla spalla. La tradizione vuole che fosse questo uccello a suggerirgli i canti che egli dettava a un monaco (canti gregoriani).

    In breve, quali sono i monumenti più notevoli del patrimonio storico-artistico di Arogno?

    Non credo si possa stabilire una gerarchia tra i monumenti storico-religiosi di Arogno. Ognuno di essi ha una sua dignità e un suo valore culturale. Ma se proprio dovessi farlo, allora menzionerei la cappella della Madonna del Rosario, nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano, opera principalmente dello scultore Giovanni Antonio Colomba (1585-1650), che la portò a termine tra il 1625 e il 1630. Oppure la Madonna in trono, piccola statua lignea medioevale, che risale al XII secolo. Ma anche l’oratorio di Valmara, con i dipinti illusionistici del pittore arognese G.B. Innocenzo Colomba (1717-1801), o la cappella della SS. Trinità situata alla frazione della Canova, con affreschi del XV-XVI secolo attribuiti a pittori della Scuola Seregnese. È un patrimonio talmente ampio ed eterogeneo che risulta difficile inserirlo in una scala di notorietà. I committenti erano le famiglie più abbienti, come è il caso degli Stella (Cappella della Madonna del Rosario), dei Cresta (Cappella dei Re Magi) e dei Santo-Michele (Cappella di Sant’Antonio di Padova). L’oratorio di San Rocco era privato, (famiglia Spezza) e così via. 

    Qual è l’eredità che questi monumenti ci lasciano?

    Direi che perpetuano valori universali, insiti nella tradizione cristiana, valori che, al di là di ogni convincimento religioso, dovrebbero ispirare continuamente il vivere civile e che ci investono anche di una grande responsabilità, quella della conservazione e della valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese.

    News correlate

    Arte e Cultura compie dieci anni: un decennio al servizio del patrimonio sacro ticinese

    La rivista Arte e Cultura, trimestrale della Fontana Edizioni, celebra dieci anni di attività. Il direttore Mirko Moizi traccia un bilancio: decine di volumi dedicati alle chiese ticinesi, nuove scoperte d’archivio e un convegno internazionale a Vezia per valorizzare l’arte sacra del territorio.

    Il rosso dell’anima. Anna Bianchi inaugura lo Spazio d’arte ai Frati a Lugano

    Con la mostra Infinitudini di Anna Bianchi si apre a Lugano lo Spazio d’arte ai Frati, nuovo luogo espositivo dedicato agli artisti ticinesi. Un percorso nel rosso, colore della vita e della contemplazione, che racconta la maturità di una pittrice in dialogo con la luce e il silenzio.

    Pellegrini sulla "Via Lattea". Al via, alle Gole della Breggia, un "pellegrinaggio" culturale e spirituale

    Con Mario Pagliarani, compositore e fondatore del "Teatro del Tempo", presentiamo l'iniziativa - che si ispira alla tradizione dei pellegrinaggi antichi - giunta con successo alla sua 21esima edizione e quest'anno dedicata a una retrospettiva e a un omaggio alle precedenti edizioni.

    Il «Cantico delle creature»: capolavoro di sorprendente attualità

    Dal 20 al 23 marzo a Muralto si terrà il Festival Libro, dedicato al tema delle "Memorie". L'evento si concluderà con la conferenza del prof. Pietro Gibellini sul Cantico delle creature di San Francesco, analizzandone il valore poetico, spirituale ed ecologico e il legame con la letteratura.

    Spiegare l’arte per approfondire la fede. L'iniziativa di Caritas Ticino e Aggelia

    Sabato, alla chiesa di Santa Maria degli Angioli a Lugano, il primo appuntamento del secondo ciclo di questa iniziativa che ci viene presentata dalla storica dell'arte Chiara Pirovano.

    L’opera di Filippino Lippi al m.a.x. museo di Chiasso per un Natale di contemplazione

    Fino al 6 gennaio, al m.a.x. museo di Chiasso, l'Esposizione dell'Avvento, che quest'anno propone ai visitatori la "Madonna con il Bambino e angeli" di Filippino Lippi (1457-1504). Intervista con la Direttrice del Museo, Nicoletta Ossanna Cavadini.

    News più lette