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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (11 dicembre 2025)
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  • La delegazione svizzera al Forum europeo dei laici (edizione 2024) COMMENTO

    Arte, fede, sinodalità. A Roma il Forum europeo dei laici. Il commento di Corinne Zaugg

    di Corinne Zaugg Il cammino sinodale che papa Francesco sta invitando tutta la sua Chiesa a percorrere, continua ad essere tema e oggetto di riflessione tra i più gettonati per tantissime associazioni, movimenti e organizzazioni all’interno della Chiesa. «Sinodale» e «sinodalità» sono termini che figurano – diversamente accompagnati – in ogni incontro o convegno che si rispetti. Non fa eccezione l’Assemblea di studio dell’European Forum of National Laity (il «Forum Europeo dei Laici») che si tiene ogni due anni, in una città europea diversa e che raduna i responsabili nazionali delle associazioni laicali di una ventina di Paesi europei, Svizzera compresa. Quest’anno l’assemblea si è svolta a Roma dove, dal 13 al 16 giugno, il tema sottoposto ai suoi circa 50 presenti è stato: «Arte, fede e sinodalità», un tema che la città di Roma sa accogliere e declinare come poche altre città al mondo.Ma non sono state le vestigia del passato, questa volta, al centro della riflessione dei relatori, quanto le sollecitazioni e gli spunti che l’arte moderna e contemporanea è in grado di trasmettere alla fede. Inoltre, il «Forum» ha voluto anche cogliere l’occasione di essere a Roma, per presentare ai partecipanti venuti da tutt’Europa, lo stato dei lavori sinodali in vista dell’appuntamento dell’ottobre del 2025, che concluderà il quadriennio indetto da papa Francesco per questa prima, inedita nel mondo cattolico, consultazione di tutto il popolo di Dio.Particolarmente interessante, a questo proposito, la relazione di suor Nathalie Becquart, sottosegretaria del sinodo dei vescovi. Dalla sua presentazione emerge con grande chiarezza come la sinodalità non sia tanto un fine quanto un mezzo per raggiungere quell’unità tra le persone che rappresenta la vera vocazione della Chiesa. Un «cammino», quello della sinodalità – ha proseguito Becquart – che non si sa dove va porta e «che si fa camminando». Dalla relazione è emerso quanto il cammino sinodale (la suora lo ha definito «il sogno di Francesco») non sia quello di agire su aspetti, problematiche o strutture particolari della Chiesa, quanto piuttosto di modificare il modo stesso di essere Chiesa, avvicinandola alla vita del suo popolo, rendendola meno burocratica e più relazionale. Una «Chiesa-casa». Una «Chiesa-famiglia».Su «arte-fede-sinodalità», sono intervenuti: la professoressa tedesca che insegna presso l’Università Gregoriana di Roma Yvonne Dohna Schlobitten e il teologo-filosofo belga Emmanuel Van Lierde. Quest’ultimo ha dimostrato come fede e arte siano figlie del loro tempo.«Oggi, ha detto il filosofo, le “belle arti” non sono più così belle. L’arte contemporanea, soprattutto dopo l'orrore dell’olocausto, è più interessata a rispondere alle domande sulla vita e sulla morte che a inseguire un ideale di bellezza estetica. L’arte oggi tende piuttosto a mostrarci la sofferenza, la miseria, ma anche cose che ci disgustano o che ci sembrano paradossali. E l’arte sacra non fa eccezione».Yvonne Dohna Schlobitten nel corso di una visita alla Galleria d’arte Moderna, ha fatto scoprire ai partecipanti come il concetto di sinodalità (nelle sue varie definizioni) si trovi espresso in nuce nella teoria estetica di Romano Guardini, che vede l’arte come un mezzo per avvicinare l'uomo a Dio, attraverso una contemplazione che unisce forma e contenuto, e che rivela verità profonde e spirituali. La sinodalità è tutto questo. di Corinne Zaugg

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