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  • Evento commemorativo  in occasione degli 80 anni della deportazione degli ebrei di Ungheria: 15 maggio 2024, Berna | © Fondation Gamaraal

    Berna: l'ambasciata di Ungheria commemora gli ebrei deportati

    L'Ambasciata d'Ungheria in Svizzera, in collaborazione con la Fondazione Gamaraal, ha organizzato a Berna un evento commemorativo in occasione dell'80° anniversario della deportazione degli ebrei dall'Ungheria, con una mostra sui rifugiati in Svizzera.
    L'evento commemorativo si è svolto il 15 maggio 2024 presso il Centro Yehudi Menuhin di Berna. L'evento è stato caratterizzato dalla presenza di sopravvissuti all'Olocausto, riferisce la Fondazione Gamaraal, ente che mantiene viva la memoria dei deportati in Svizzera.

    È stata letta una testimonianza personale di Agnes Hirschi, sopravvissuta all'Olocausto. Gli ospiti hanno anche potuto ammirare una mostra di grande effetto, intitolata “Gli ultimi sopravvissuti all'Olocausto che hanno trovato una nuova casa in Svizzera”.

    Il salvataggio degli ebrei tra Ungheria e Svizzera

    Durante la Seconda guerra mondiale, alcuni degli episodi più significativi del salvataggio degli ebrei si svolsero tra Ungheria e Svizzera. Nel 1944, la situazione degli ebrei ungheresi era diventata estremamente pericolosa in seguito all'invasione nazista del Paese nel mese di marzo. Le deportazioni di massa verso i campi di concentramento e di sterminio iniziarono quasi immediatamente. Tra maggio e luglio 1944, circa 437.000 ebrei ungheresi furono deportati, principalmente ad Auschwitz-Birkenau, nel sud della Polonia.

    Di fronte a questa situazione disperata, diversi diplomatici e organizzazioni umanitarie intervennero per cercare di salvare quante più vite possibili. Tra questi, Carl Lutz, viceconsole svizzero a Budapest, svolse un ruolo cruciale. Usò una strategia audace per proteggere gli ebrei ungheresi, emettendo “Schutzbriefe” (lettere di protezione) e mettendo le case sotto la protezione della legazione svizzera, dove migliaia di ebrei poterono trovare rifugio.

    L'atteggiamento ambivalente della Svizzera

    Un altro episodio importante fu l'azione di Rezsö Kasztner, avvocato ebreo ungherese e membro del Comitato di soccorso e aiuto. Egli negoziò con i nazisti il rilascio degli ebrei in cambio di denaro e altri beni. Le trattative portarono al cosiddetto “treno Kasztner”, che trasportò 1.684 ebrei da Budapest alla Svizzera, arrivando al confine nel dicembre 1944.

    I rifugiati arrivati in Svizzera furono inizialmente ospitati in campi profughi e collegi. La Svizzera, che mantenne una politica di neutralità durante la guerra, adottò un atteggiamento ambivalente nei confronti dei rifugiati ebrei. Mentre alcuni furono accolti e assistiti, altri furono respinti alle frontiere.

    (cath.ch/com/arch/rz/traduzione e adattamento catt.ch)

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