Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (11 dicembre 2025)
Advertisement
  • Acutis e Frassati santi nel Giubileo della Speranza

    Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati: due giovani che hanno vissuto la santità nella vita quotidiana

    di Federico Anzini

    «Santi nuovi perché non sono stati monaci o consacrati, ma santi che hanno vissuto la normalità di scuola, lavoro, amicizie». Con queste parole Bernhard Scholz, presidente del Meeting per l’amicizia fra i popoli, ha introdotto il 27 agosto scorso l’incontro conclusivo della 46ª edizione del Meeting, dal titolo Santi Nuovi. Un evento dal forte valore simbolico, a pochi giorni dalla canonizzazione, fissata per domani, 7 settembre a Roma, di due figure che hanno segnato l’immaginario di generazioni: il beato Carlo Acutis e il beato Pier Giorgio Frassati.

    Leggi anche: Due guarigioni straordinarie: i miracoli che portano Acutis e Frassati alla santità

    Santità dentro l’ordinario

    L’incontro, moderato da Scholz, ha visto la partecipazione di Paolo Asolan, docente di Teologia pastorale fondamentale e preside Pontificio Istituto Pastorale Redemptor Hominis, Pontificia Università Lateranense; Marco Cesare Giorgio, presidente Centro Culturale Pier Giorgio Frassati; Antonia Salzano, mamma di Carlo Acutis; S.E. Mons. Domenico Sorrentino, arcivescovo, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno. Sullo sfondo, la domanda che ha guidato i contributi: come può la santità fiorire dentro la vita quotidiana? Il video integrale è disponibile in fondo all’articolo insieme ad altri contributi video.

    Frassati, l’alpinista di Dio

    Pier Giorgio Frassati nacque a Torino nel 1901, figlio di una famiglia benestante e influente. Sportivo, appassionato di montagna e impegnato nella vita culturale e politica, scelse però una via radicale di carità. «Pier Giorgio aveva capito come essere felici», ha spiegato Giorgio. «Non in condizioni straordinarie, ma dentro la normalità di tutti i giorni. La santità per lui non era eccezione, ma adesione piena al proprio ideale».

    La sua vita fu segnata dall’attenzione ai poveri: donava vestiti, visitava malati, condivideva pasti nei quartieri disagiati. «Non era beneficenza superficiale, ma condivisione», ha ribadito Giorgio. Studiava ingegneria mineraria per poter aiutare i minatori e scelse consapevolmente di restare laico. Morì a soli 24 anni di poliomielite fulminante, lasciando dietro di sé una fama di santità che Giovanni Paolo II riconobbe beatificandolo nel 1990.

    Carlo Acutis, il “cyber-apostolo”

    Se Frassati fu l’“alpinista di Dio”, Carlo Acutis è ricordato come il “cyber-apostolo dell’Eucaristia”. Nato a Londra nel 1991 e cresciuto a Milano, era un adolescente brillante e appassionato di informatica. «Carlo ha portato lo straordinario nell’ordinario», ha ricordato la madre Antonia Salzano. «Diceva che il tempo è un dono e non va sprecato. Ogni scelta quotidiana ha conseguenze eterne».

    Carlo frequentava la messa quotidiana, recitava il rosario e praticava l’adorazione eucaristica, senza rinunciare alle passioni di un ragazzo normale: lo sport, la scuola, gli amici. Nel 2002, durante una visita al Meeting di Rimini, ebbe l’intuizione di realizzare una mostra sui miracoli eucaristici, oggi esposta in tutto il mondo: solo negli Stati Uniti in diecimila parrocchie.

    Colpito da una leucemia fulminante, morì a 15 anni nell’ottobre 2006, offrendo le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa. «Quando gli dissero della malattia, rispose: “Il Signore mi ha dato la sveglia”», ha raccontato la madre. «Non aveva paura della morte, ma del peccato». Beatificato nel 2020, è il primo millennial a essere elevato agli altari.

    Una santità che interpella

    L’incontro di Rimini ha voluto mostrare il filo rosso che lega questi due giovani: vite brevi, ma piene di senso, vissute con radicalità evangelica dentro le pieghe dell’ordinario. «Frassati ha unito cultura, carità, impegno sociale e politico», ha sottolineato Giorgio. «Carlo ci ricorda che la santità è alla portata di tutti», ha aggiunto Salzano.

    La loro canonizzazione comune non è soltanto il riconoscimento di due percorsi personali, ma un invito rivolto a ogni credente: non occorre fuggire dal mondo per essere santi, basta viverlo fino in fondo con fede e amore. Come ha detto la madre di Carlo: «Anche noi dobbiamo lasciarci “canonizzare”, cioè vivere la nostra vocazione alla santità. Io stessa ho scoperto la fede grazie a lui. Carlo mi ha salvata».

    Un segno per il nostro tempo

    Domani, 7 settembre, a Roma, la Chiesa proporrà all’intero popolo cristiano due modelli luminosi di santità laicale. Due giovani che, pur appartenendo a epoche diverse, hanno saputo trasformare la normalità in straordinarietà. Il Meeting di Rimini, che vent’anni fa ispirò Carlo a ideare la mostra sui miracoli eucaristici, ha fatto da cornice a questo annuncio. E il messaggio finale è chiaro: la santità non è riservata a pochi, ma è la vocazione di ciascuno. Una vocazione che oggi, attraverso Carlo e Pier Giorgio, risuona con forza nuova anche tra i giovani del nostro tempo.

    Santi nuovi, l'insegnamento di Pier Giorgio Frassati

    Santi nuovi, la semplicità straordinaria di Carlo Acutis

    News correlate

    Il Papa: serve conversione ecologica. L'uomo sia custode del Creato, non devastatore

    All’udienza generale, Leone XIV spiega che la speranza cristiana “risponde alle sfide cui oggi l’intera umanità è esposta sostando nel giardino in cui il Crocifisso è stato deposto come un seme, per risorgere e portare frutto”.

    Al Teresianum a Roma si inaugura una Cattedra dedicata a Santa Teresina

    La Pontificia Facoltà di Teologia dei Carmelitani dedica una cattedra a Teresa di Lisieux per valorizzare il contributo dottrinale e intellettuale di questa giovane donna che Giovanni Paolo II ha nominato dottore della Chiesa nel 1997. L'UNESCO ha riconosciuto nel 2021 il valore della sua opera intellettuale.

    Il Papa: i cristiani perseguitati, testimoni di verità, giustizia e speranza

    All'Angelus, il Papa invita a non lasciarsi vincere dalla paura di fronte a conflitti, calamità e persecuzioni. Ricorda che la persecuzione dei cristiani "non accade solo con le armi e i maltrattamenti, ma anche con le parole, cioè attraverso la menzogna e la manipolazione ideologica".

    Il Papa: la fraternità non è un sogno impossibile. Ci libera da egoismi, odio e prepotenze

    Leone XIV nella catechesi dell’udienza generale ricorda che la fraternità, grande sfida dell’umanità, non è scontata: guerre, tensioni e odio lo mostrano. Credendo in Cristo risorto si sperimenta la vera fratellanza e si impara a vivere secondo il comandamento dell’amore.

    Sei mesi con Leone XIV: una Chiesa unita e aperta, segno di pace per il mondo ferito dall’odio

    Nell’editoriale di Andrea Tornielli, il filo rosso del magistero del nuovo Papa: una Chiesa che non si appoggia ai potenti né si fa marketing religioso, ma diventa lievito riflettendo la luce di un Altro. Oggi, lunedì 10 novembre, alle 18, la pubblicazione in tre lingue del video "Leo from Chicago".

    Il Papa: i morti in guerra si onorano con il cessate il fuoco e con l’impegno per la pace

    Nel giorno della Dedicazione della Basilica Lateranense, il Papa all’Angelus invita ad allargare lo sguardo: da quello artistico a quello spirituale per meglio cogliere il mistero della Chiesa. Al termine dell’Angelus, il Papa ringrazia quanti si spendono per costruire la pace nei Paesi che vivono crescenti ostilità.

    News più lette