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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (14 dicembre 2025)
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  • Il cantante burundese Claude Nizi

    Dal Burundi al Ticino una canzone che unisce i cuori

    A pochi giorni dalla pubblicazione delle nuove intenzioni di preghiera di Papa Francesco, in questo mese rivolte ai giovani africani, vi presentiamo il nuovo progetto dell'associazione Amici Ticino per il Burundi, che sostiene ormai da anni, grazie all'instancabile e perseverante lavoro del suo Presidente Marco Barzaghini, il Centro Giovani Kamenge a Bujumubra, in Burundi, territorio martoriato a causa di continue guerriglie e della povertà estrema dei suoi abitanti.

    Eppure, in mezzo a tante difficoltà, ci sono anche dei "fiori" che spuntano nel deserto, come i tre giovani musicisti, Claude, Edmond e Timy che assieme al musicista ticinese Kataklisma hanno preparato una nuova canzone per portare avanti un messaggio di pace, nonostante tutto. Attivi ormai da anni nella difficile realtà burundese come musicisti, hanno deciso di chiedere a Marco un aiuto per questo progetto, che è ormai pronto per essere pubblicato. Da lunedì 10 settembre - alle ore 13 - sarà possibile visualizzare sul loro canale YoutTube (youtube.com/channel/UCvFlK8wiW_bQRuk87kqKVVQ) il video musicale della nuova canzone "Un mondo migliore".

    Nel frattempo, abbiamo voluto sentire direttamente dall'Africa uno dei tre cantanti burundesi coinvolti. Jean-Claude Nizigama, 29 anni è uno degli artefici della canzone. Anzitutto gli abbiamo chiesto come si arriva a scegliere la difficile carriera dell’artista in Burundi: “In realtà sono laureato in Gestione degli affari, diploma ottenuto nel 2017. Ho iniziato a fare musica la domenica, nel coro della chiesa, senza neanche rendermene conto. È a quei tempi che mi è stato attribuito il soprannome NIZI, che significa “Solo Dio se ne occupa”. Con la musica è iniziato un periodo per me di intensa attività: collaborazione con gruppi e orchestre. Grazie al mio talento ero richiesto un po’ in tutto il Burundi. Il mio strumento era la batteria. Nel 2010 è quindi uscito il mio primo singolo, dal titolo “Lui si occupa di te”. Dopodiché grazie a padre Claudio Marano sono stato invitato al Centro giovani Kamenge, esperienza che mi ha aiutato molto, anzi moltissimo nella mia carriera, anzitutto per la qualità degli strumenti che mi sono stati messi a disposizione. Da lì il passo è stato breve a fondare la mia propria orchestra la “Nizi Band”.

    Parallelamente è continuato il mio volontariato presso il Centro, dove ho conosciuto dei giovani stupendi. Molti dei ragazzi che ho incontrato sono oggi dei bravi musicisti, che girano in Ruanda, Congo, Kenya…Il contenuto delle mie canzoni? La pace, l’amore, la riconciliazione, che qui in Burundi non sono affatto parole scontate. Credo profondamente che siamo chiamati tutti ad essere come dei fratelli e delle sorelle che si impegnano a costruire un mondo migliore. Per l’associazione Amici Ticino per il Burundi, che sostiene il Centro giovani Kamenge, per esempio ho scritto una canzone di riconoscenza intitolata “Grazie”. In questa occasione, il Presidente dell’associazione, il ticinese Marco Barzaghini ha fatto in modo che potessi recarmi in Uganda con un tour musicale, promuovendo dei concerti per la pace. Ringrazio Dio che questo progetto sia andato a buon fine. Sento che Dio mi ha scelto per questo genere di missioni e continueranno anche in futuro, se Dio vorrà”.

    “La mia infanzia – ci confida poi Claude – è stata davvero triste e difficile, perché la mia famiglia era povera e ho dovuto studiare in condizioni per niente favorevoli. Era davvero difficile pagarsi la scuola, il materiale scolastico e più semplicemente qualcosa da mangiare tutti i giorni. Mio padre da solo non poteva farcela a garantire tutto questo. Senza contare la crisi economica e politica del Paese. A causa di queste guerre dappertutto nel Paese ho trascorso la mia infanzia nei campi profughi. La mia infanzia, dunque, è stata davvero complessa. Credo nel bisogno di pace anche in seguito a queste cattive esperienze, che mi hanno segnato molto”.

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