Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (16 dicembre 2025)
Advertisement
  • Filippine: padre Chito libero dopo 4 mesi

    Padre Teresito “Chito” Suganob, tenuto in ostaggio dal gruppo terrorista pro-Isis Maute, è stato liberato dall’esercito filippino nella notte del 16 settembre. A riportarlo sono fonti governative riprese dall'agenzia AsiaNews. Il consigliere presidenziale per la pace, Jesus Dureza, riferisce che il prete era stato catturato il 23 maggio, all’esplodere della crisi nella città di Marawi, capitale provinciale di Lanao del Sur, nel sud delle Filippine. Padre Chito è stato tratto in salvo dai militari vicino alla moschea di Bato, una delle roccaforti dei Maute. Insieme a lui è stato liberato un secondo ostaggio che le autorità hanno identificato, ma di cui non vogliono rivelare il nome. Padre Chito, vicario generale della cattedrale di Maria Ausiliatrice, era stato rapito insieme ad altri parrocchiani.

    Il salvataggio è avvenuto durante il recupero della moschea di Bato e della Amaitul Islamiya Marawi Foundation (Jimf) ad opera dei membri della task-force congiunta di Marawi. Il colonnello Edgard Arevalo, capo dell’ufficio degli affari pubblici delle forze armate filippine afferma: “Sono state necessarie cinque ore di duri scontri prima che le forze governative sconfiggessero i terroristi, che si erano strategicamente posizionati nei dintorni della moschea del Jimf”.

    Il 30 maggio, un video apparso nei social media mostrava padre Chito chiedere al Presidente Rodrigo Duterte di salvare lui e gli altri ostaggi. Nel filmato, egli sosteneva di essere trattenuto come prigioniero di guerra insieme ad altri impiegati della chiesa, un professore dell’università statale di Mindanao, alcuni insegnanti della Dansalan Collage Foundation Inc., carpentieri, aiutanti casalinghi, bambini, coloni cristiani e membri di tribù. I militari stanno ancora verificando l’autenticità di quel video.

    Alle 7 di sera del 14 settembre, il conto delle persone rimaste uccise nel conflitto era di 670 Maute armati, 47 civili e 147 funzionari governativi. Le violenze hanno anche costretto migliaia di persone alla fuga e distrutto larghe zone della città.

    Con il conflitto che pare volgere al termine e le truppe impegnate nelle operazioni di sgombero, i funzionari del governo riferiscono che è presumibile che la ricostruzione di Marawi richiederà miliardi di pesos filippini. Il Presidente Duterte ha affermato che il primo fondo previsto di 50 miliardi (circa 820mila euro) non sarà sufficiente per ricostruire la città, per quattro mesi teatro di battaglia fra le truppe del governo e i terroristi.

    Il 23 maggio, a seguito degli scontri fra l’esercito e i gruppi terroristi, Duterte aveva dichiarato la legge marziale in tutta l’isola di Mindanao.

    L’arcivescovo Martin Jumoad di Ozamiz ha espresso gioia per la liberazione di padre Chito, affermando che essa è “il risultato della nostra fiducia nella preghiera”. Egli ha aggiunto: “Molti hanno pregato per la sua libertà. Così tante Messe sono state celebrate con quest’intenzione. Il potere della preghiera si mostra ancora una volta come testimonianza della nostra solida fede in Dio”.

    A maggio, i vescovi cattolici di Mindanao avevano fatto appello per il rilascio del prete e dei parrocchiani che erano stati catturati dai Maute, esortando le persone a pregare per la sua liberazione e per le vittime del conflitto. Essi avevano anche condannato gli attacchi terroristi, sottolineando che il terrorismo “distorce e falsifica il vero significato della religione”.

    Per mons. Orlando Quevedo, arcivescovo di Cotabato, esso “distrugge l’armonia fra le persone di diverse religioni” e “crea un mondo di sospetto e pregiudizio, di odio e ostilità”. “Condanniamo nel modo più assoluto il terrorismo nelle sue varie forme. È un’ideologia che è del tutto contraria a tutti principi di qualsiasi religione di pace. In modo particolare quando il terrorismo è perpetrato mentre i nostri fratelli e sorelle musulmane si preparano al mese sacro del Ramadan”. (S.D.)

    News.va

    News correlate

    «Cuore di bimbi»: 20 anni di speranza e 2’726 vite salvate grazie a Mission Bambini

    In 20 anni il programma «Cuore di bimbi» della Fondazione Mission Bambini ha permesso di operare al cuore 2’726 bambini nei Paesi in via di sviluppo. A Lugano, una mostra fotografica celebra l’impegno dei medici volontari e le storie di speranza dei piccoli pazienti salvati.

    "Missionari di speranza", a Mendrisio la veglia itinerante con le testimonianze dai cinque continenti

    Si è svolta sabato sera a Mendrisio l'appuntamento all'interno del programma dell'ottobre missionario. Al centro il tema "Missionari di speranza".

    Ticino-Venezuela: Don Angelo Treccani compie 85 anni!

    Il missionario è attivo nel Paese sudamericano dai primi anni Ottanta; con regolarità racconta a catt.ch le difficoltà vissute dalla popolazione e la situazione di estremo degrado. Con lui, nel lavoro delle scuole e nelle fattorie fondate, il laico Marzio Fattorini.

    Una giornata di festa per le famiglie e le associazioni missionarie

    Sabato 4 ottobre a Sant'Antonino è stato un giubileo per piantare semi di speranza. L'evento ha riunito numerose associazioni ticinesi per riflettere sul ruolo della famiglia come motore di speranza e coesione. Guarda le foto.

    Ponti di Speranza fra il Ticino e le Filippine

    L'esperienza della famiglia Moggi e dell'associazione nata dalla loro esperienza, che sarà presente alla "Fiera della speranza" sabato 4 ottobre a Sant'Antonino.

    no_image

    L'amore per l'Africa tramandato dai nonni, il lavoro alla CMSI un sogno realizzato

    Daiana Bisi, segretaria della Conferenza Missionaria della Svizzera Italiana (CMSI) dal 2023, racconta il suo percorso dalla scoperta dell’Africa alla riscoperta della fede. Dopo varie esperienze missionarie e la maternità, oggi continua a sostenere la missione dal Ticino.

    News più lette