Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
Advertisement
  • La Messa con San Giovanni Paolo II a Cornaredo il 12 giugno 1984.

    Quarant'anni fa Giovanni Paolo II a Lugano: parole intense sulla Chiesa

    di don Arturo Cattaneo

    Dall’11 al 17 giugno ebbe luogo la prima visita pastorale di un Papa alla Svizzera. Proprio a Lugano san Giovanni Paolo II celebrò la prima Messa in territorio elvetico. Era il martedì dopo la Pentecoste e una bella giornata di sole. Per l’omelia prese spunto dal passo degli Atti degli apostoli che presenta la Chiesa appena nata, la comunità che permane assidua «nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli… nella frazione del pane e nella preghiera» (At 2,42).

    Egli centrò la sua attenzione sul tema della Chiesa locale e sul suo intrinseco e necessario rapporto con la Chiesa universale. Una questione sulla quale Eugenio Corecco, già rinomato canonista (così apprezzato da san Giovanni Paolo II da averlo voluto fra i superesperti che hanno svolto l’ultima revisione del Codice di diritto canonico nel 1981-82), si era soffermato in diverse occasioni, sottolineando la reciproca immanenza fra Chiesa universale e locale e mettendo in evidenza che nella Chiesa di Cristo coesistono, di conseguenza, due dimensioni: quella universale e quella locale (In fondo all'articolo sono indicati i suoi testi pubblicati prima del 1984).

    Il Vaticano II aveva accennato a tale questione, insegnando che è «nelle Chiese particolari e dalle Chiese particolari», che sussiste la Chiesa cattolica (Lumen gentium, 23). Dopo il Concilio si diffuse però la tendenza di dare priorità alle Chiese locali. Si affermò fra l’altro che la Chiesa di Gerusalemme, nata il giorno di Pentecoste, sarebbe stata una Chiesa locale e che poi, a poco a poco, ne vennero costituite altre, dando così luogo alla Chiesa universale, quale risultato della comunione fra le singole Chiese locali. Il Papa, appoggiandosi anche sulla visione proposta da Corecco, richiamò con forza quella reciproca immanenza e il fatto che essa sia essenziale per entrambe. Fin dal primo momento, nel giorno di Pentecoste, la Chiesa apparve al contempo quale universale e locale. «“Locale” perché legata a un luogo, a Gerusalemme; ma anche “universale”, perché in essa confluiscono, come il giorno della Pentecoste rende manifesto, genti provenienti da diverse nazioni».

    Corecco aveva anche rilevato le ripercussioni ecclesiali e pastorali che derivano dalla giusta comprensione di questa mutua interiorità. Il Pontefice specificò, osservando che «la visita del Vescovo di Roma vuole dimostrare, con particolare evidenza, come questa vostra diocesi di Lugano e tutte le diocesi della Svizzera, vivendo la propria vita, vivono ad un tempo la vita della Chiesa universale».

    La tendenza suaccennata, pur riconoscendo la giusta autonomia di cui gode ogni Chiesa locale, rischiava di favorire un certo «isolazionismo» o «chiusura» delle Chiese locali nei confronti della Chiesa universale e, a livello nazionale, lo sviluppo di una «Chiesa nazionale», poco integrata nella comunione della Chiesa universale. In questa prospettiva, si comprende l’insistenza del Papa nel far notare che «non può esistere una Chiesa locale che non sia in comunione con le altre… che non alimenti una sincera e profonda comunione con la Sede di Pietro». Concluse perciò il Papa: «La Chiesa locale si sviluppa dall’unità della Chiesa “universale” e insieme la edifica». Non sono queste mere elucubrazioni ecclesiologiche o astratte teorie, ma hanno chiare ripercussioni pastorali, come san Giovanni Paolo II ha opportunamente messo in rilievo nell’ultima parte dell’omelia, ricordando la realtà del nostro Paese, «in cui unità e diversità hanno saputo infondersi in una diuturna esperienza di serena concordia, di reciproco rispetto, di operosa collaborazione. Queste vostre tradizioni possono esservi di grande aiuto nell’aprirvi all’impegno di adesione generosa alla dimensione universale della Chiesa».

    In riferimento poi alla nostra realtà ecclesiale ticinese, aggiunse: «In ciò poi, voi cattolici del Canton Ticino, siete ulteriormente facilitati in ragione delle vicende ecclesiastiche della vostra comunità, che ha potuto attingere al ricchissimo patrimonio religioso suscitato da uomini della statura di sant’Ambrogio e di san Carlo Borromeo. La vostra condizione di diocesi relativamente giovane, in posizione geografica di confine, costituisce uno stimolo alla ricerca di una comunione sempre più profonda con le altre Chiese… Sappiate essere all’altezza del vostro glorioso passato!».

    Articoli di Eugenio Corecco sulla Chiesa locale, anteriori al 1984

    Il vescovo, capo della Chiesa locale, protettore e promotore della disciplina locale, in: «Concilium (Italiano)» 8 (1968) 106-121.
    Note sulla Chiesa particolare e sulle strutture della diocesi di Lugano, in: «Civitas» 24, n o 8-9/10 (1969) 616-635; 730-743.
    Struttura sinodale o democratica della Chiesa particolare?, in: Miscelánea en honor de Juan Becerril y Antón Miralles II. A cura di H. Santiago Otero, Madrid 1974, 269-299.
    Chiesa locale e partecipazione nelle migrazioni, in: Atti del IV Convegno Nazionale UCEI (Roma 13-16 settembre 1976), Roma 1978, 46-56.

    News correlate

    COMMENTO

    Lugano: una veglia in ascolto del dolore eloquente delle vittime di abusi

    Martedì 18 novembre al Sacro Cuore un centinaio di persone con il vescovo Alain hanno pregato per le vittime di questa piaga e si sono messe in ascolto della testimonianza di Daniel Pittet, il diacono permanente friburghese che da ragazzo subì violenza da un religioso.

    Diploma per 45 neolaureati della Facoltà di teologia di Lugano

    Il 17 novembre 2025 al LAC la consegna dei titoli agli allievi della FTL che hanno concluso diversi percorsi di studi. La cerimonia si è svolta nell'ambito della consegna di tutti i diplomi di tutte le facoltà e gli istituti della Università della Svizzera italiana. I nomi dei diplomati della FTL

    Al Cairo, crocevia di credi e di dialogo interreligioso

    Diario di viaggio dall'Egitto, un Paese tra le mete dei pellegrinaggi dell'Opera diocesana del 2026. Il racconto di don Massimo Braguglia, direttore dell’Odp, che recentemente ha visitato il Paese.

    Ascona: i festeggiamenti per la fine dei restauri della parrocchiale

    Riapre ufficialmente i battenti la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo dopo circa due anni e mezzo in un momento importante per la vita della comunità, con l’avvicendamento previsto alla guida dei fedeli tra don Massimo Gaia e mons. Nicola Zanini. Il primo va in Curia, il secondo dalla Curia arriva ad Ascona.

    Veglia di preghiera per le vittime di abusi il 18 novembre a Lugano

    Nella basilica del Sacro Cuore è previsto un momento per accompagnare, con la preghiera, il cammino molto tortuoso di chi ha vissuto traumi indescrivibili. Iniziativa della Diocesi di Lugano, della parrocchia del Sacro Cuore e del gruppo GAVA.

    Diocesi: da Lazzeri a de Raemy, Montagner racconta gli anni a servizio della comunicazione

    Dopo sette anni ha lasciato l'incarico di addetto stampa della diocesi. Da inizio novembre è tornato nel suo campo di studi, a diretto contatto con i libri. Prima del suo arrivederci ha risposto alle domande della collega di kath.ch Regula Pfeifer.

    News più lette