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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • I chierichetti della parrocchia con don Marco Dania

    I 50 anni della parrocchia di San Nicolao a Besso. Le testimonianze di alcuni parrocchiani e di don Marco Dania

    Cinquanta anni di presenza in uno dei quartieri più complicati della città di Lugano, che ha saputo rialzarsi creando una comunità che cammina insieme. La parrocchia di Besso festeggia così il suo mezzo secolo di vita alla presenza. Oggi, domenica 11 dicembre, alle 11, mons. Alain de Raemy ha celebrato per l'occasione la Santa Messa solenne. Presenti i Cantori della Stella. Alle 12, il pranzo a cui ha fatto seguito il pomeriggio di festa con la comunità parrocchiale.

    Dalle origini a oggi

    Per comprendere pienamente il percorso della parrocchia è bene partire dalle origini, aiutati dalla signora Cecilia Cannarozzo-Okle, residente a Besso dal 1966. È lei a raccontarci dei parroci che si sono succeduti e della trasformazione del quartiere e della comunità. «Il primo parroco – ricorda la signora Cecilia – fu don Romeo Biucchi, che arrivò nella comunità nel 1972 e rimase fino al 1978. Al tempo Besso era un grande quartiere popolato da tante famiglie e lui fu un prete innovatore che seppe coinvolgere i laici e i giovani in un modo nuovo. Insieme ad altre due laiche, mi chiamò per l’insegnamento religioso a scuola: un ruolo che fino ad allora era stato ricoperto solamente da preti».

    Nel 1978 arrivò don Cesare Biaggini che vi rimase per 11 anni, durante i quali «fece costruire il salone sotto la chiesa con la cucina, il bar e un piccolo palco, mise un nuovo fonte battesimale e fece realizzare l’organo». Si faceva sempre più concreta, dunque, l’idea di una parrocchia attiva che si ritrova. «Fu in questi anni che cominciammo a proporre il pomeriggio degli anziani, sempre molto apprezzato con la tombola e la merenda ». Tra le tante cose fatte da don Biaggini, ricorda la sig.ra Cannarozzo, vi fu anche «la scrittura di un radiogramma su San Nicolao della Flüe, adattato poi da don Dania».

    Nel 1989 arrivò don Sergio Stangoni che, formatosi a Roma, «introdusse la catechesi per gli adulti e per i giovani. In quegli anni iniziarono ad essere organizzati dei mercatini, due volte l’anno, uno a favore della parrocchia e uno a favore di Missio».

    Nel 2011, infine, l’arrivo di don Marco Dania.

    Presenza viva nel quartiere

    In questi anni don Marco Dania ha continuato il percorso iniziato dai suoi predecessori: «Fin da subito – racconta – , ho trovato una bella risposta da parte della gente, sia da coloro che erano già impegnati in parrocchia, sia da parte di nuove persone che si sono lasciate coinvolgere in diversi settori: nuove catechiste, famiglie che si sono messe in gioco, una corale di giovani che si è unita ai cantori già presenti, persone che hanno aderito positivamente alle iniziative dei centri di ascolto piuttosto che alle varie proposte. Quello che purtroppo ancora manca - ed è difficile da intercettare - è una realtà di giovani dai 16 ai 25 anni». Fondamentale per don Marco è stato creare una relazione di fiducia con le altre realtà del territorio:

    «La collaborazione con «Besso pulita», con la scuola, con il conservatorio, con la radio… ho cercato di far sentire che la parrocchia è una realtà aperta che intende dialogare con il mondo».

    Una parrocchia, quella di Besso, che in qualche modo può essere vista come «Chiesa di periferia» con le sue problematiche legate anche alla droga oggi superate e con la sua multi etnicità che sempre di più, conferma il parroco, «è una realtà integrata. Non ci sono problemi di marginalità e la collaborazione si sente sempre di più soprattutto nel contesto della scuola elementare dove sono presente e conosco tutti i bambini. Purtroppo, ancora spesso, nei condomini regna un certo anonimato, non ci si conosce. Insieme stiamo cercando proprio di lavorare sull’apertura all’altro, promuovendo momenti di aggregazioni che favoriscano la possibilità di incontrarsi».

    La parrocchia è dedicata a San Nicolao della Flüe e seguendo il carisma del loro patrono, i parrocchiani si fanno promotori di pace:

    «negli ultimi anni ho lanciato in parrocchia lo slogan della “comunità delle tre A”, invitando la gente ad essere una comunità che Accoglie tutti, che Ascolta i bisogni e che Accompagna con uno stile di amicizia e di educazione alla fede».

    La testimonianza di Emanuela

    Mamma e catechista, residente da sempre a Besso, da anni attiva nella parrocchia, Emanuela Bottoni ci trascina con entusiasmo nel racconto di una comunità che si spende per l’altro e che si vuole bene. «Amo il mio quartiere – ci dice – e mi piace tenere i rapporti tra le varie realtà e i diversi gruppi. Mi piace mettere in comunicazione diverse generazioni, come gli anziani con i bambini: ad esempio, i vestiti dei piccoli Cantori della Stella sono stati preparati dal gruppo degli anziani». Le attività proposte dalla parrocchia sono sempre tante e variegate: «L’atmosfera è bella perché si ha voglia di condividere la quotidianità», confida Emanuela. Domani la festa solenne per i cinquant’anni della parrocchia: le adesioni, come ci confermano gli intervistati, sono tantissime, segno ancora una volta di una comunità viva che desidera condividere e camminare insieme.

    Silvia Guggiari

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