Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (11 dicembre 2025)
Advertisement
  • COMMENTO

    La guerra delle parole e i veri confini da difendere. Un commento

    di Marco Impagliazzo (Avvenire)

    Le parole possono essere pietre – ammoniva Carlo Levi – e le pietre possono colpire gli uomini e le donne per le loro parole. Ciò che è accaduto negli Stati Uniti con la tragica fine di Charlie Kirk è inaccettabile ed è un campanello d’allarme che riguarda le società contemporanee. Dalle parole d’odio alle pietre. Inoltre, si fa strada il rischio di strumentalizzazione nel dibattito tra forze politiche: “Gli odiatori siete voi!”, “No, siete voi!”. In realtà il linguaggio d’odio è stato utilizzato da parti differenti: oggi emerge chiaramente come l’indulgere in parole di disprezzo, razzismo e demonizzazione dell’altro, finisce in fatti di inciviltà, se non di sangue, che possono minare la qualità del dibattito pubblico e lo stesso equilibrio democratico. La questione è vasta: la società va dividendosi in “curve” di tifosi, “tribù” d’appartenenza a causa della polarizzazione, dello spaesamento e del clima bellicista diffuso in tutto l’Occidente. Si è sempre più preda di pulsioni semplificatorie e generalizzanti, che alimentano circuiti di intolleranza, esclusione, pregiudizio. La fine dei pensieri lunghi, profondi, meditati, delle parole pensate, ha significato il prevalere di schemi polarizzati, veloci, irriducibili.

    La contrapposizione non teme di gettare benzina sul fuoco delle contraddizioni e dei risentimenti, incendiando le parole e le idee. Si dovrebbero “costruire ponti” e “non alimentare ulteriormente le polarizzazioni”, ricorda in una recente intervista papa Leone. La guerra delle parole inizia sempre all’interno di una società, per poi trasferirsi verso il nemico esterno. Le prime vittime sono in genere i poveri che vengono additati con epiteti terribili, ed esclusi. Poi si passa agli immigrati e alla fine al nemico. C’è un filo rosso tra il pregiudizio, l’esclusione, l’odio e infine la guerra.

    Leggi il commento completo su “Avvenire”: La guerra delle parole e i veri confini da difendere

    News correlate

    Il vescovo di Hiroshima: “Insieme verso un mondo senza armi atomiche"

    A poche ore dall’annuncio statunitense della ripresa, dopo 33 anni, dei test atomici, il vescovo di Hiroshima, mons. Shirahama, intervenuto all’Incontro internazionale “Osare la pace”, organizzato dalla Comunità di S. Egidio, ricorda che la pace si difende con la memoria e il dialogo.

    La Santa Sede all'Onu: abbandonare la "logica illusoria" della corsa al riarmo

    L'arcivescovo Caccia, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, denuncia l'aumento delle spese militari mondiali, giunte lo scorso anno "all'inaccettabile" valore di 2.700 miliardi di dollari.

    Gaza: Amnesty presenta nuove prove, “strategia deliberata che usa la fame come arma di guerra”

    Nuovo rapporto dell'organizzazione per i diritti umani, che raccoglie testimonianze allarmanti e denuncia gli effetti devastanti del blocco, dei bombardamenti e dell’ostruzione all’ingresso degli aiuti.

    Ucraina: Chiese cristiane e organizzazioni religiose rispondono a Putin, “strumentalizza la religione"

    Le Chiese cristiane e le organizzazioni religiose ucraine rispondono in una Dichiarazione alle richieste presentate da Putin a Trump durante l’incontro in Alaska circa il riconoscimento, in Ucraina, della chiesa ortodossa russa.

    Striscia di Gaza: Emergency, “occupazione Gaza city tragedia annunciata”

    Così Emergency commenta l’approvazione di questa notte del governo israeliano, un’operazione che richiederà entro il 7 ottobre 2025 l’evacuazione di un’area in cui attualmente vive circa un milione di persone e che porterà a un assedio militare totale della zona.

    L'appello dell'Onu: Israele fermi il piano di occupazione di Gaza

    L'occupazione di Gaza viola il diritto internazionale e contrasta con la soluzione dei sue Stati, dice l'Alto commissario Onu per i diritti umani.

    News più lette