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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • L'udienza di Leone XIV ai rappresentanti di altre Chiese e Comunità ecclesiali e di altre religioni

    Il Papa ai leader religiosi: diciamo "no" alla guerra, al riarmo e all'economia che impoverisce

    Cercare di ristabilire la “piena e visibile comunione tra tutti coloro che professano la medesima fede in Dio Padre e Figlio e Spirito Santo”, proseguire il dialogo teologico con gli ebrei, “costruire ponti” tra le comunità cristiane e musulmane, contribuire alla pace insieme alle diverse tradizioni religiose: sono le priorità di Leone XIV che stamani, 19 maggio, ha incontrato nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico i rappresentanti delle altre Chiese e comunità ecclesiali e di altre religioni che ieri hanno preso parte alla celebrazione inaugurale del suo “ministero di Vescovo di Roma e Successore di Pietro”. Nelle parole iniziali del Pontefice il saluto a tutti i partecipanti all’udienza e uno speciale pensiero al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, al patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Theofilos III e al catholicos patriarca della Chiesa Assira d'Oriente Mar Awa III ai quali ha espresso il suo “affetto fraterno”.

    Liberi da condizionamenti per dire "si" alla pace

    Poi, rivolgendosi ai rappresentanti delle altre tradizioni religiose, il Papa esprime la sua “gratitudine” per il loro contributo alla pace.

    In un mondo ferito dalla violenza e dai conflitti, ognuna delle comunità qui rappresentate reca il proprio apporto di saggezza, di compassione, di impegno per il bene dell’umanità e la salvaguardia della casa comune. Sono convinto che, se saremo concordi e liberi da condizionamenti ideologici e politici, potremo essere efficaci nel dire “no” alla guerra e “sì” alla pace, “no” alla corsa agli armamenti e “sì” al disarmo, “no” a un’economia che impoverisce i popoli e la Terra e “sì” allo sviluppo integrale.

    Il cammino verso la fraternità universale

    Parla, anzitutto, di “fraternità universale”, Leone XIV, e ricorda “le aperture e le iniziative già intraprese dai Pontefici precedenti, soprattutto a partire da San Giovanni XXIII”, e inoltre “il cammino ecumenico” e “il dialogo interreligioso” promossi da Papa Francesco, “soprattutto coltivando le relazioni interpersonali” e valorizzando “il tratto umano dell’incontro”. Quindi, richiama la ricorrenza, quest’anno del “1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea”, “una tappa fondamentale per l’elaborazione del Credo condiviso da tutte le Chiese e Comunità ecclesiali”.

    Mentre siamo in cammino verso il ristabilimento della piena comunione tra tutti i cristiani, riconosciamo che questa unità non può che essere unità nella fede. In quanto Vescovo di Roma, considero uno dei miei doveri prioritari la ricerca del ristabilimento della piena e visibile comunione tra tutti coloro che professano la medesima fede in Dio Padre e Figlio e Spirito Santo.

    Convergere nel Signore Gesù Cristo

    Il Papa sottolinea che “quella per l’unità” è stata sempre una sua “costante preoccupazione, come testimonia il motto” da lui “scelto per il ministero episcopale: In Illo uno unum”, espressione con la quale Sant’Agostino di Ippona rammenta che “noi, pur essendo molti, ‘in Quell’unico – cioè Cristo – siamo uno’”. Per questo, rimarca il Pontefice, la comunione si realizza” se “convergiamo nel Signore Gesù Cristo”. Perché “più siamo fedeli e obbedienti a Lui, più siamo uniti tra di noi”, e per tale motivo i cristiani sono “tutti chiamati a pregare e lavorare insieme per raggiungere passo dopo passo questa meta, che è e rimane opera dello Spirito Santo.”

    Costruire ponti

    Per Leone XIV “sinodalità ed ecumenismo sono strettamente collegati”, da qui l’intenzione “di proseguire l’impegno di Papa Francesco nella promozione del carattere sinodale della Chiesa Cattolica e nello sviluppo di forme nuove e concrete per una sempre più intensa sinodalità in campo ecumenico”, e l’invito a intendere il “cammino comune” pure “in un senso largo, che coinvolge tutti, nello spirito di fraternità umana”.

    Oggi è tempo di dialogare e di costruire ponti. E pertanto sono lieto e riconoscente per la presenza dei Rappresentanti di altre tradizioni religiose, che condividono la ricerca di Dio e della sua volontà, che è sempre e solo volontà d’amore e di vita per gli uomini e le donne e per tutte le creature.

    E insiste, il Pontefice, sulla necessità del dialogo interreligioso, rammentando gli “sforzi compiuti da Papa Francesco, e le parole e le azioni con le quali “ha aperto nuove prospettive di incontro, per promuovere ‘la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio’, incoraggiate nel Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune di Abu Dhabi. A tal proposito Leone XIV ringrazia pure “il Dicastero per il Dialogo Interreligioso per il ruolo essenziale che svolge in questo paziente lavoro di incoraggiamento agli incontri e agli scambi concreti, volti a costruire relazioni basate sulla fratellanza umana”.

    Cristiani ed ebrei continuino a dialogare

    Nel suo discorso il Papa si sofferma, poi, sulla “relazione particolare con l’ebraismo” di tutti i cristiani, “a motivo delle radici ebraiche del cristianesimo” e chiede che si continui a dialogare.

    Il dialogo teologico tra cristiani ed ebrei rimane sempre importante e mi sta molto a cuore. Anche in questi tempi difficili, segnati da conflitti e malintesi, è necessario continuare con slancio questo nostro dialogo così prezioso.

    I rapporti fra Chiesa cattolica e musulmani

    Quanto ai “rapporti tra la Chiesa Cattolica e i musulmani”, il Pontefice fa notare il “crescente impegno per il dialogo e la fraternità, favorito dalla stima per questi fratelli e sorelle ‘che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini’, e specifica che questo “approccio, fondato sul rispetto reciproco e sulla libertà di coscienza, rappresenta una solida base per costruire ponti tra le nostre comunità”.

    Infine da Leone XIV un ultimo auspicio: che la testimonianza della fraternità tra le religioni possa contribuire “a edificare un mondo più pacifico, come desiderano in cuor loro tutti gli uomini e le donne di buona volontà”.

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