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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Papa Leone XIV fra i fedeli in piazza San Pietro

    Il Papa: "Lo Spirito Santo annulli pregiudizi, dissolva l’odio e ci aiuti a costruire la pace"

    Siamo davvero la Chiesa del Risorto e i discepoli della Pentecoste soltanto se tra di noi non ci sono né frontiere e né divisioni, se nella Chiesa sappiamo dialogare e accoglierci reciprocamente integrando le nostre diversità, se come Chiesa diventiamo uno spazio accogliente e ospitale verso tutti.

    Traccia il profilo degli autentici cristiani Leone XIV nella Messa della Domenica di Pentecoste presieduta oggi, 8 giugno, in piazza San Pietro, e che conclude anche il Giubileo dei Movimenti, delle Associazioni e delle nuove Comunità. Circa 80mila fedeli e pellegrini hanno riempito l’emiciclo del Bernini, gran parte di via della Conciliazione dal mattino presto e le strade limitrofe. Il Papa li saluta sulla sua jeep bianca poco prima delle 10, lo accolgono cori festanti che pronunciano il suo nome, applaudono al suo passaggio e sventolano bandiere di diverse nazionalità, foulard e cappellini. “Evviva Leone”, “Viva il Papa” grida la folla gioiosa, tra la quale il Pontefice sosta di tanto in tanto per benedire i bambini che gli vengono accostati. Terminato il giro con la papamobile, Leone lascia il sagrato della basilica vaticana per andare ad indossare i paramenti liturgici e cala il silenzio nella piazza. Poi, alle 10.30 in punto la schola della Cappella Sistina intona il canto d’ingresso.

    LEGGI QUI L'OMELIA INTEGRALE DI PAPA LEONE XIV

    Il rito dell’aspersione dell’acqua

    Celebrazione, quella a cinquanta giorni dalla Pasqua, contraddistinta dall’aspersione dell’acqua benedetta a “ricordo” del “Battesimo” nella ricorrenza del “battesimo nello Spirito Santo” - come lo hanno chiamato i Padri della Chiesa -, che ha dato origine alla missione della Chiesa, all’annuncio della Buona Novella di Cristo da parte degli apostoli. Il Papa compie il rito all’inizio della liturgia, alla quale prendono parte oltre settecento concelebranti, fra cardinali (26), vescovi (26) e sacerdoti.

    Vivere da fratelli sostenuti dallo Spirito Santo

    Il Pontefice sviluppa la sua omelia prendendo spunto dalle parole pronunciate da Benedetto XVI proprio in un giorno di Pentecoste, il 15 maggio 2005 - la Chiesa “deve aprire le frontiere fra i popoli e infrangere le barriere fra le classi e le razze” - e spiega che lo Spirito apre le frontiere “dentro di noi”, “nelle nostre relazioni” e “tra i popoli”.  Ci consente, cioè, di metterci di fronte a noi stessi, di superare egoismi e di aprirci a ciò che ci circonda; essendo relazione d’amore tra Dio Padre e Gesù Figlio ci insegna a non prevalere sull’altro; insegnandoci ad amare ci permette di annullare le diversità e sperimentare la fratellanza. Per questo il Papa esorta ad invocare “lo Spirito dell’amore e della pace, perché apra le frontiere, abbatta i muri, dissolva l’odio e ci aiuti a vivere” da fratelli.

    Lo Spirito apre le frontiere dentro di noi

    Nell’interiorità di ogni uomo lo Spirito Santo è quel “dono che dischiude” all’amore, è “presenza del Signore” che scioglie “durezze”, “chiusure”, “le paure che ci bloccano, i narcisismi che ci fanno ruotare solo intorno a noi stessi”, spiega Leone XIV. E allora, nel mondo di oggi, dove continuano a moltiplicarsi “le occasioni di socializzare” e corriamo il pericolo “di essere paradossalmente più soli” perché “sempre connessi eppure incapaci di ‘fare rete’, sempre immersi nella folla restando però viaggiatori spaesati e solitari”, lo Spirito Santo sfida “in noi, il rischio di una vita che si atrofizza, risucchiata dall’individualismo”.

    Lo Spirito di Dio ci fa scoprire un nuovo modo di vedere e vivere la vita: ci apre all’incontro con noi stessi oltre le maschere che indossiamo; ci conduce all’incontro con il Signore educandoci a fare esperienza della sua gioia.

    Ed è sempre lo Spirito che aiuta a comprendere che “solo se rimaniamo nell’amore riceviamo anche la forza di osservare la sua Parola e quindi di esserne trasformati”, aggiunge il Papa. Insomma, lo Spirito “apre le frontiere dentro di noi, perché la nostra vita diventi uno spazio ospitale.

    Lo Spirito apre le frontiere tra i popoli

    Infine, lo Spirito, poiché, come ha detto Cristo, “insegna ogni cosa” e anzitutto “incide nei nostri cuori il comandamento dell’amore”, “infrange le frontiere e abbatte i muri dell’indifferenza e dell’odio”. Inoltre, “ci fa vedere nell’altro il volto di un fratello”, prosegue il Papa, e così annulla “le differenze”, che “non diventano occasione di divisione e di conflitto, ma un patrimonio comune da cui tutti possiamo attingere, e che ci mette tutti in cammino, insieme, nella fraternità.

    Dove c’è l’amore non c’è spazio per i pregiudizi, per le distanze di sicurezza che ci allontanano dal prossimo, per la logica dell’esclusione che vediamo emergere purtroppo anche nei nazionalismi politici.

    Pregare perché si dissolva l’odio e regni la pace

    Il richiamo ad un’omelia di Pentecoste di Papa Francesco, focalizza l’attenzione sulla realtà contemporanea nella quale “c’è tanta discordia, tanta divisione” e Leone XIV ricorda che “siamo tutti collegati eppure ci troviamo scollegati tra di noi, anestetizzati dall’indifferenza e oppressi dalla solitudine” e di tutto ciò “sono tragico segno le guerre che agitano il nostro pianeta”. Da qui l’invocazione dello Spirito affinché “allarghi gli orizzonti dell’amore e sostenga” gli “sforzi per la costruzione di un mondo in cui regni la pace”.

    In spagnolo, cinese, portoghese, tedesco e hindi le preghiere dei fedeli, levate perché lo Spirito “custodisca la Chiesa nell’unità” rendendola “attenta ai bisogni dei più poveri”; “ravvivi nel Papa e in tutti pastori la freschezza dell’annuncio”, donando “loro la gioia di servire i più piccoli” e sostenendoli “nel loro ministero di governo”; “apra il cuore dei governanti e dei cittadini, li guidi alla ricerca della giustizia e della pace, e vinca ogni paura e indifferenza; e ancora perché il Paraclito “colmi dei suoi carismi, movimenti, associazioni e nuove comunità” orientandoli “nella carità verso il prossimo e infine renda tutti “una cosa sola” e alimenti in ciascuno “il desiderio di santità”.

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