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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (15 dicembre 2025)
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  • Inaugurazione del restauro della chiesa di san Vincenzo a Cresciano

    Si concluderà domenica 26 settembre, con la solenne dedicazione del nuovo altare e l’inaugurazione del restauro, il percorso che ha condotto la comunità parrocchiale di Cresciano, affiancata dall’Ufficio cantonale dei beni culturali, dalla Commissione diocesana d’arte sacra e dal progettista e direttore dei lavori e da tutti gli operatori, a riscoprire e valorizzare il passato e il presente della chiesa parrocchiale di san Vincenzo Martire.

    Il Consiglio parrocchiale, presieduto da Gregorio Genini, avendo intrapreso l’iter organizzativo e di messa a punto dell’intervento cinque anni fa, ha provveduto alla raccolta dei fondi necessari tramite i sussidi istituzionali e l’aiuto di enti privati, affiancato dall’architetto Gabriele Geronzi si sono progettati gli interventi sia di conservazione come di adeguamento liturgico quantificati in circa cinquecentomila franchi.

    A partire dall’anno scorso si è passati alla fase esecutiva, realizzata con il contributo di numerosi specialisti e artigiani fra i quali in particolare i restauratori della ditta A & S conservazione e restauro per i dipinti murali, Sabrina Pelloni Pedrocchi per l’altare maggiore antico, Alfredo Matasci per il paliotto di scagliola e la Ongaro Graniti per tutti i nuovi manufatti in pietra.

    In un primo tempo, si sono approfondite le conoscenze storiche e materiali dell’edificio, passando poi alle indagini sulle superfici murarie che accanto ai pochi documenti storici hanno confermato la presenza di decorazioni pittoriche coperte in un’epoca dove il valore storico era spesso misconosciuto a causa di un desiderio di rinnovamento.

    La prima significativa rivelazione è arrivata dallo scavo archeologico svolto dal servizio cantonale che ha riportato in luce in particolare un’abside semicircolare medievale, all’interno di questi scavi sono poi emerse varie tombe di cui una ancora occupata dai resti di un’antica abitante del luogo. Nel materiale di riempimento dello scavo erano presenti numerosi frammenti di intonaco affrescato con un ciclo pittorico quattro-cinquecentesco che sono ora raccolti nei magazzini dell’UBC a Bellinzona in attesa di uno studio specifico ed un’eventuale ricomposizione.

    Ricoperto lo scavo si è realizzata la superficie dei futuri pavimenti ed a questo punto la pandemia ha segnato i tempi, ma appena possibile si sono montati i ponteggi ed è iniziato il recupero della decorazione pittorica che da subito ha svelato il promettente stato di conservazione dei dipinti. A mano a mano che la rimozione dei tinteggi progrediva sotto le pazienti mani delle restauratrici si svelava la ricchezza e la completezza di un ciclo figurativo improntato ai temi classici con la “Trinità” al centro i quattro evangelisti con dettagli significativi come Luca che dipinge l’icona della Vergine e Marco che tempera la piuma. Il ciclo è completato sulla vota dai quattro dottori della chiesa. Sul sottarco la schiera dei profeti veterotestamentari e sull’arco trionfale all’esterno verso la navata: l’annunciazione con al centro la veduta di una città. Le lacune nei dipinti sono molto limitate e non compromettono la lettura di tutti i soggetti ed un minuzioso e curato lavoro di integrazione ha ridotto il disturbo visivo delle parti andate perdute.

    Incoraggiati dal buon risultato nel presbiterio, si è optato per una medesima operazione nelle due cappelle laterali dove anche qui gli stucchi e i dipinti sono stati decisamente restituiti nella loro qualità originaria.

    Successivamente si è proceduto alla posa dei nuovi pavimenti con relativi gradini d’accesso al presbiterio e alle cappelle e all’altare maggiore eseguiti con la pietra locale di Cresciano arricchita da decorazioni in gneiss di Bodio più scuro.

    Un minuzioso e complesso restauro è stato eseguito sull’altare maggiore ligneo dipinto e dorato sia per la parte barocca che fu anche esposta alla mostra per il primo centenario del Canton Ticino a Bellinzona sia per la parte sottostante di costruzione novecentesca. È pure stato restaurato recuperandone le cromie originali il crocefisso ligneo che era posto alla sommità dell’arco trionfale dove ora si trovano i dipinti riscoperti.

    Un prezioso paliotto di scagliola giaceva in pessimo stato dietro l’altare maggiore e serviva da mensola per un ripiano, dopo averne riconosciuta la preziosità è stato reimpiegato come frontale della nuova mensa ed ora dopo il restauro lo si può apprezzare in tutta la sua ricca cromia e dettaglio decorativo al cui centro campeggia la corona con le palme incrociate a rendere presente ai fedeli il martirio del santo titolare. Questo cruento martirio subito da san Vicenzo da Saragoza. Accanto al nuovo altare l’arredo liturgico è stato completato con un ambone lapideo che nelle sue forme riassume l’immagine di una macina da mulino come quella legata al collo del martire san Vincenzo sia la pietra rotolata dal sepolcro di Cristo Risorto sulla quale l’Angelo annuncia alle donne la vittoria sulla morte del nostro Salvatore. Il presbiterio è completato dalla sede pure in pietra locale per il Celebrante e gli stalli per i ministranti.

    Atri interventi sono stati svolti all’esterno sul perimetro della chiesa per migliorare le condizioni dell’edificio e preservarlo dal degrado e all’interno su alcuni manufatti come le pedane lignee ed i banchi.

    L’Eucarestia di dedicazione del nuovo altare ricca di segni liturgici come l’aspersione, la posa delle reliquie, l’unzione, l’incensazione, la copertura e l’illuminazione dell’altare. Aiuteranno tutti, operatori e fedeli, a cogliere più profondamente il senso di questo lavoro collettivo durato diversi anni e che a richiesto grande impegno a tutti.

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