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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (11 dicembre 2025)
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  • La Santa Sede: abbandonare l'illusione della sicurezza basata sulle armi

    "La continua proliferazione e l’uso improprio delle armi convenzionali rappresentano un ostacolo significativo al raggiungimento della pace e della fiducia nelle relazioni internazionali. Invece di promuovere la stabilità, la loro diffusione incontrollata genera sfiducia, alimenta la violenza e mina il dialogo tra gli Stati»: è quanto ha affermato l’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, intervenuto alla discussione tematica sulle armi convenzionali dell’80ª sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite,  a New York.

    La spesa militare globale: 2,7 trilioni di dollari nel 2024

    Il presule ha fatto notare come la spesa militare globale abbia registrato un «drammatico aumento» raggiungendo lo scorso anno la sbalorditiva cifra di 2,7 trilioni di dollari. Di qui, il presule cita le parole di Papa Leone XIV: «Come possiamo continuare a tradire il desiderio di pace dei popoli del mondo con la propaganda sull’accumulo di armi, come se la supremazia militare risolvesse i problemi invece di alimentare un odio e un desiderio di vendetta ancora più grandi?». Invece di sostenere i bisogni umanitari essenziali e lo sviluppo umano integrale, sottolinea l’arcivescovo Caccia, «queste risorse perpetuano modelli di paura e divisione che minano il perseguimento della pace». «È inoltre urgente porre fine all’uso di armi esplosive, comprese le munizioni a grappolo, nelle aree popolate. L’utilizzo di esplosivi nelle aree popolate ha effetti indiscriminati, come la devastazione di scuole, ospedali e luoghi di culto».

    Danni indiscriminati e duraturi

    Per monsignor Caccia, il recente ritiro dalla Convenzione di Ottawa sulle mine antiuomo è motivo di grave preoccupazione. "Queste armi - ha sottolineato - infliggono danni indiscriminati e duraturi a individui, comunità e ambiente, lasciando un'eredità mortale molto tempo dopo la fine dei conflitti. Il fatto che possano essere attivate inavvertitamente da chiunque, soprattutto da civili innocenti, le rende incompatibili con i principi di umanità e di diritto internazionale. La stessa preoccupazione vale per tutti i sistemi d'arma che operano senza un controllo e una supervisione umani significativi". A tal riguardo, il presule si dice convinto che "le decisioni sulla vita e sulla morte non devono essere affidate alle macchine. In questo contesto, la Santa Sede sostiene fermamente l'appello del Segretario Generale affinché vengano avviati negoziati per concludere, entro il prossimo anno, uno strumento giuridicamente vincolante che vieti i sistemi d'arma autonomi letali. Nel frattempo, tutti gli Stati devono astenersi dallo svilupparli o impiegarli".

    Urge un impegno continuo per fermare il traffico di armi

    Secondo il presule, altrettanto urgente «è il traffico illecito di armi leggere e di piccolo calibro (Salw). La proliferazione illegale di queste armi — spiega — continua a mietere vittime tra i più fragili della società, in particolare i bambini, che troppo spesso vengono reclutati in gruppi criminali o terroristici, privati ​​della loro innocenza e istruzione e privati ​​di un futuro». Di qui, l’esortazione, da parte  della Santa Sede  alla comunità internazionale «ad abbandonare l’illusione di una sicurezza basata sulle armi e a impegnarsi invece incessantemente per costruire una pace fondata sul dialogo, sulla giustizia e sulla dignità di ogni vita umana. Si tratta — ha concluso l’arcivescovo Caccia — di un lavoro fondamentale che richiede un impegno continuo».

    Vaticannews

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