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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Mons. Storelli in una foto di alcuni anni fa

    La scomparsa di mons. Storelli, alcune testimonianze da Locarno: «Quella gioia di essere prete che traspariva dal suo sguardo».

    di Laura Quadri

    «Ricordo mons. Ernesto Storelli in due momenti, dapprima quale arci-prete di Locarno, dall’81 al 98 e, poi, quale vicario episcopale». È con gratitudine che Tiziana Zaninelli, Presidente del Consiglio parrocchiale di Locarno, rievoca in queste ore mons. Ernesto Storelli che fu parroco a Locarno dal 1981 al 1998, poi vicario episcopale e vicario generale della Diocesi di Lugano fino al 2014, deceduto lo scorso mercoledì 5 dicembre all’età di 94 anni.

    Locarno e la Sacra Famiglia

    «Al primo periodo della sua presenza a Locarno gli dobbiamo la forte volontà, negli anni Novanta, di costruire la chiesa e il Centro parrocchiale della Sacra Famiglia, un’intuizione intelligente, un gesto lungimirante e anche visionario da un certo punto di vista, ovvero quello di costruire una chiesa in un quartiere che sarebbe poi effettivamente diventato il più popoloso della città. Mi ha sempre colpito come avesse a sua volta una straordinaria memoria di quegli anni e di tutto quanto vissuto a Locarno», sottolinea Zaninelli. «Ricordava soprattutto le persone e durante le sue visite come vicario a Locarno aveva sempre una parola per ciascuno. Anche in quel ruolo è stato un uomo di grandissimo garbo, capace di un lavoro dietro le quinte modesto ma altamente nobile. Tutti serberanno un bel ricordo della sua presenza generosa e di grande lavoratore. Una bella testimonianza di sacerdote per la nostra Diocesi».

    «Un pastore e una guida»

    Un pensiero confermato da Fabio Bacchetta-Cattori, suo parrocchiano negli anni locarnesi e amico di lunga data: «Ho sempre sentito mons. Storelli proprio come un pastore e una guida; la sua sensibilità ma allo stesso tempo la sua capacità di accompagnarci mi hanno sempre toccato. Ricordo nei suoi occhi la gioia di vivere la sua vocazione, fino all’ultimo. Sapeva essere anche molto giovane di spirito; la sua capacità di capire le persone, di vivere con loro la vita di tutti i giorni, ragazzi, famiglie, parrocchiani lo rendeva inoltre sempre molto molto aggiornato. L’ho visto presente dentro tutta la realtà della città, una presenza discreta, molto umile e semplice, ma nel contempo estremamente forte proprio per la sua vocazione che sentivi palpitare come se fosse primo giorno di sacerdozio, vocazione poi arricchitasi negli anni anche di molta competenza e infine messa a disposizione dell’intera Diocesi».

    Don Carmelo Andreatta, oggi a sua volta arciprete di Locarno ma per anni giovane vicario accanto al parroco don Ernesto, lo ricorda invece così: «Ero giovane e fresco di studi. Don Ernesto mi accolse con amabilità e senso paterno. La prima cosa che fece fu di portarmi a vedere i confini della parrocchia dall’alto, a Locarno Monti, quasi a volermi dire: questa è la gente a cui siamo chiamati, qui ci aspettano. L’essenzialità dei suoi gesti mi ha sempre colpito. Era attento al che tutto fosse di una nobile semplicità, anche nella liturgia: ordinato, pulito, bello. E aveva una passione per la pastorale. Mi piaceva ascoltarlo, sentire come si proponeva nella predicazione, nella catechesi. Aveva sempre una parola di incoraggiamento. Grazie a lui ho vissuto in casa parrocchiale una vita di famiglia che mi ha dato il senso di quello che voleva dire essere prete e molta gioia nell’iniziare il ministero. Sono davvero grato al Signore di tutto questo».

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