Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
Advertisement
  • Papa Leone durante il saluto finale ai giovani, al termine della Messa del Giubileo a Tor Vergata

    Leone XIV ai giovani: aspirate a cose grandi. Contagiate tutti con la testimonianza di fede

    Arriva presto Papa Leone a Tor Vergata, come a voler stare vicino ai giovani il più possibile. Non sono nemmeno le 8 del mattino quando con la sua jeep bianca attraversa la spianata, ma le migliaia di ragazzi e ragazze che hanno trascorso la notte in sacchi a pelo e giacigli improvvisati non sonnecchiano, lo accolgono con una gioia incontenibile, alzando le braccia, urlando il suo nome, sventolando bandiere, striscioni, cappellini e qualunque altra cosa a portata di mano possa far notare la propria presenza. Oltre un milione, secondo le autorità, le persone riunite nella periferia di Roma - fra cui 20 cardinali, circa 450 presuli, tra vescovi e arcivescovi, e quasi 7 mila sacerdoti - per la Messa del Giubileo dei giovani per il quale si sono accreditati 850 operatori dell’informazione, tra giornalisti, fotografi, cameramen e videomaker.

    LEGGI L'OMELIA DI PAPA LEONE XIV DELLA MESSA DEL GIUBILEO DEI GIOVANI

    Il buongiorno ai ragazzi

    Giunto sul palco, prima di prepararsi per la liturgia, il Pontefice, saluta: “Buongiorno a tutti! Buona domenica! Good morning! Buenos dias! E bonjour, guten morgen! Spero che tutti voi possiate riposare un po'”. Poi invoca su tutti la benedizione di Dio e auspica che “la grande celebrazione in cui Cristo ci ha lasciato la Sua presenza nell'Eucaristia” sia “un'occasione davvero memorabile per ognuno di noi”, concludendo: “Quando siamo insieme come Chiesa di Cristo, seguiamo, camminiamo insieme, viviamo Gesù Cristo”.

    Guardare in alto

    Dopo aver risposto ieri sera alle domande di tre ragazzi, che si sono fatti portavoce delle inquietudini, delle incertezze e dei dubbi delle nuove generazioni, nella sua omelia, pronunciata in italiano e in parte in spagnolo e inglese, il Papa inverte per un attimo i ruoli e pone lui tre interrogativi. “Cos'è veramente la felicità? Qual è il vero gusto della vita? Cosa ci libera dagli stagni del non senso, della noia, della mediocrità?”, chiede. E risponde riassumendo le “molte belle esperienze” fatte da tutti nelle scorse giornate giubilari: “Vi siete incontrati tra coetanei provenienti da varie parti del mondo, appartenenti a diverse culture. Vi siete scambiati conoscenze, avete condiviso aspettative, avete dialogato con la città attraverso l'arte, la musica, l'informatica, lo sport. Al Circo Massimo, poi, accostandovi al Sacramento della Penitenza, avete ricevuto il perdono di Dio e avete chiesto il suo aiuto per una vita buona”.

    La risposta è da cogliere in tutte queste cose: “la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo”, dice Leone XIV, e nemmeno “da ciò che possediamo”, è, invece in “ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere”, è nell'amore di Cristo.

    Comprare, ammassare, consumare, non basta. Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, alle “cose di lassù”, per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità, facendo crescere in noi “sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità”, di perdono, di pace, come quelli di Cristo. E in questo orizzonte comprenderemo sempre meglio cosa significhi che “la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”. Carissimi giovani, la nostra speranza è Gesù.

    Gesù cambia le nostre vite

    È “l'incontro” con Cristo Risorto a cambiare “la nostra esistenza, che illumina i nostri affetti, desideri, pensieri”, spiega il Pontefice, che prende spunto dalla prima Lettura, tratta dal Libro del Qoelet, la quale avverte che “tutto è vanità” e che ogni uomo dovrà lasciare quanto ha accumulato, per ricordare la “finitezza delle cose che passano”. Come fa anche il Salmo 90, che “ci propone l'immagine dell’erba che germoglia; al mattino fiorisce” e poi “alla sera è falciata e secca”.  “Due richiami forti, forse un po' scioccanti, che però non devono spaventarci”, incoraggia Leone, perché “la fragilità di cui ci parlano” è in pratica “parte della meraviglia che siamo”.

    Continua a leggere su Vatican News

    News correlate

    Il Papa: serve conversione ecologica. L'uomo sia custode del Creato, non devastatore

    All’udienza generale, Leone XIV spiega che la speranza cristiana “risponde alle sfide cui oggi l’intera umanità è esposta sostando nel giardino in cui il Crocifisso è stato deposto come un seme, per risorgere e portare frutto”.

    Il Papa: i cristiani perseguitati, testimoni di verità, giustizia e speranza

    All'Angelus, il Papa invita a non lasciarsi vincere dalla paura di fronte a conflitti, calamità e persecuzioni. Ricorda che la persecuzione dei cristiani "non accade solo con le armi e i maltrattamenti, ma anche con le parole, cioè attraverso la menzogna e la manipolazione ideologica".

    COMMENTO

    Tor Vergata come Emmaus, dal tramonto all'alba l'amicizia può cambiare il mondo

    Il direttore de L’Osservatore Romano - Andrea Monda - riflette sui momenti che hanno caratterizzato la conclusione del Giubileo dei giovani, folla immensa che è andata “per vedere un volto e così essere raggiunta da un amore”. Non per “fare” qualcosa, ma per “stare”.

    Il Papa: Gesù è la verità che non illude, troviamo la felicità donandoci

    Alla veglia con i giovani a Tor Vergata un milione di persone con il Pontefice che risponde alle domande di tre ragazzi sull’amicizia, sulla capacità di fare scelte importanti e su come incontrare Cristo.

    Tor Vergata 2025, il Papa e la lezione di "bellezza" dei giovani del mondo

    A 25 anni dallo storico evento con Giovanni Paolo II, quasi un milione di giovani da tutto il mondo affollano la spianata romana per il Giubileo. Con Leone XIV si canta, si prega, si parla in tante lingue ma con un’unica voce: quella della fede, che molti stanno riscoprendo in questo evento di Chiesa. Le foto dei giovani ticinesi.

    Giubileo dei Giovani: Roma accoglie il mondo per il "momento più atteso" dell'anno della Speranza

    Dal 28 luglio al 3 agosto, giovani da 146 Paesi si ritroveranno a Roma per il Giubileo dei Giovani. Oltre 600 gli svizzeri,40 i ticinesi. Amicizia, dialogo, festa e incontro con Leone XIV. Il 1. Agosto appuntamento speciale per gli svizzeri a Roma. Catt.ch e Strada Regina/rsi seguono i ragazzi.

    News più lette