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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 dicembre 2025)
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  • Delegazione svizzera di Missio in Piazza San Pietro a Roma

    Missio Svizzera al Giubileo del Mondo missionario a Roma

    Con oltre 40’000 pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, Roma ha celebrato il 4 e 5 ottobre il Giubileo del Mondo missionario, un momento centrale nell’Anno Santo 2025. Tra i partecipanti si trovava una delegazione di 20 persone di Missio Svizzera, presente assieme ad altri operatori missionari e rappresentanti di istituzioni ecclesiali di tutti i continenti, come sottolinea in un comunicato inviato alla stampa. Lo scopo era quello do promuovere un rinnovamento dello spirito missionario a livello globale, in una Chiesa che esce, che si mette in cammino, una Chiesa vicina e presente.

    Cardinale Tagle: la missione, un movimento vivente

    Fin dal sabato, il Dicastero per l’evangelizzazione aveva convocato una conferenza internazionale presso l’Università pontificia Urbaniana. Il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero, ha parlato di “La Missio ad gentes oggi: ripartire verso nuovi orizzonti”. Ha ricordato il Concilio Vaticano II e il suo invito a rimettere costantemente in esame la missione della Chiesa. Per lui la missione non è nostalgia del passato, ma una dinamica vivente di fede: “La Chiesa è per natura missionaria, perché è al tempo stesso frutto della missione e portatrice di missione”. Vivere la missione significa incarnare la concretezza della cattolicità, un’unità nella fede dentro la diversità culturale. Non deve chiudersi, ma favorire dialogo, scambio, fraternità. “La diversità è un dono, non un pericolo”, ha sottolineato il cardinale.

    Migrazione: una forma nuova di missione

    Il cardinale Tagle ha rivolto particolare attenzione al legame tra migrazione e missione. La migrazione, ha spiegato, non è soltanto un fenomeno sociale o politico: essa porta con sé una dimensione missionaria. Milioni di migranti, molti dei quali cristiani, attraversano le frontiere portando la loro fede. Diventano così missionari del quotidiano. “In loro si manifesta la Missio ad gentes in una nuova forma”, affermava Tagle. Non si tratta più di un movimento dal Nord verso il Sud o dall’Ovest verso l’Est, ma di una dinamica globale della fede che connette le persone e costruisce comunità. Dove i migranti ricostruiscono la propria vita, nasce la Chiesa viva, plurilingue, senza confini. Secondo Tagle, la migrazione rivela “il volto di Dio in mezzo a un’umanità in cammino”.

    Papa Leone XIV: “Migranti, missionari di speranza”

    La domenica, papa Leone XIV ha celebrato la Messa in Piazza San Pietro per la 111ᵃ Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati, con il tema “Migranti, missionari di speranza”. Nell’omelia ha esortato la Chiesa a ravvivare “il fuoco della vocazione missionaria”. lui, la missione oggi non consiste tanto nello spostarsi geograficamente, quanto nel restare, nel vivere in mezzo agli uomini, specialmente dove regnano sofferenza, ingiustizia e conflitto. “Rimanere per annunciare il Cristo attraverso l’accoglienza, la compassione e la solidarietà.”

    Ha messo in guardia contro “la freddezza dell’indifferenza” verso i migranti costretti ad abbandonare le loro terre: “Quelle imbarcazioni che sperano di raggiungere un porto sicuro non devono incontrare lo stigma della discriminazione.” La Chiesa è chiamata, al contrario, a promuovere una cultura di fraternità e speranza.

    Missione: dono reciproco

    Un punto centrale del messaggio papale è stato l’appello a una collaborazione missionaria rinnovata e a una cultura della vocazione condivisa. La Chiesa deve connettere Nord e Sud, Est e Ovest, e imparare l’uno dall’altro. Il Papa ha in particolare esortato i paesi europei a intensificare il loro impegno per le vocazioni missionarie. Questi impulsi hanno segnato gli incontri della delegazione svizzera durante i giorni trascorsi a Roma. In conversazioni con partner africani, asiatici e latinoamericani, era tangibile la vitalità della Chiesa universale nonostante tensioni e sfide. “La missione non è una strada a senso unico, ma un dare e ricevere reciproco”, ha commentato un partecipante di Missio Svizzera.

    Una Chiesa in stato permanente di missione

    Il Giubileo del Mondo missionario ha illustrato con forza quanto sia necessario ripensare la missione della Chiesa non più come un cammino verso l’altrove, ma come presenza prossima: accanto a chi soffre, spera, crede e cerca. Papa Leone XIV l’ha sintetizzato così: “È tempo che ci poniamo tutti in uno stato permanente di missione.”

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