Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
Advertisement
  • Onu, tregua umanitaria per la Siria. Resta incognita su cessate il fuoco

    L’appello del Papa oggi “perché cessi subito la violenza” in Siria e “sia dato accesso agli aiuti umanitari”, giunge all’indomani dell’accordo raggiunto dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, per una tregua di almeno 30 giorni, in tutto il Paese, compresa l’enclave ribelle del Ghouta orientale, alle porte di Damasco, dove da una settimana infuriano i combattimenti, tra le forze governative che l’assediano dal 2013 e migliaia di combattenti di gruppi islamisti.

    5,6 milioni di civili hanno bisogno di aiuti

    In questa regione sono 400 mila i civili intrappolati sotto il fuoco dei bombardamenti, privati di cibo, medicine e altri generi di prima necessità. L’Onu stima – come è riportato nella risoluzione approvata all’unanimità dopo tre giorni di serrate trattative - che in tutta la Siria, siano 5 milioni e 600 mila i civili, in 1224 comunità, che hanno “urgente bisogno di aiuti”.

    Incognita su cessate il fuoco

    Resta però l’incognita del ‘cessate il fuoco’, poiché nel testo non viene indicata, una scadenza precisa, sebbene si raccomandi di procedere  “senza indugio”. La Russia ha infatti considerato “poco realistico” il termine di 72 ore, dopo l’approvazione del documento, per far tacere le armi, come era proposto nel testo iniziale. Questa incertezza nella tempistica potrebbe però costare la vita e sofferenze indicibili a chissà quanti altri siriani, specie nel Ghouta, dove ieri si è registrata un’altra giornata di sangue, con 22 morti, che hanno fatto salire il bilancio delle vittime civili ad oltre 500 negli ultimi sette giorni, di cui un centinaio di minorenni, tra bambini e adolescenti, secondo le cifre fornite dall’Osservatorio nazionale  per i diritti umani in Siria.

    Guterres: rispettare i diritti dei civili

    Per questo il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, esprimendo soddisfazione per l’intesa di tregua raggiunta sulla carta, ha chiesto che la risoluzione del Consiglio di Sicurezza  sia “immediatamente posta in atto”, per consentire “l’immediata consegna di scorte umanitarie”, sottolineando l’obbligo per le parti – in base al diritto internazionale umanitario e ai diritti umani -  di proteggere i civili e le infrastrutture civili in ogni circostanza. “Gli sforzi di combattere il terrorismo – ha chiosato Guterres - non devono scavalcare questi obblighi”.

    Fuori dalla tregua attacchi contro gruppi terroristi

    Da rilevare che sono comunque esenti dal ‘cessate il fuoco’ gli attacchi con Is, al Qaida, al Nurra e altri “gruppi di individui ed entità” affiliati con i terroristi, così come richiesto dalla Russia, che fosse inserito nel testo della risoluzione. Da ricordare che Mosca  dal 2011 ha posto undici volte il veto su risoluzioni riguardanti la Siria.

    Non è accordo di pace ma passo per fermare violenze

    “Non è un accordo di pace complessivo per la Siria, ma un passo che può portare  ad una  de-scalation della violenza”, ha commentato l’ambasciatore svedese Olof Skoog, che con il collega del Kuwait - presidente di turno del Consiglio di sicurezza - ha condotto il difficile negoziato.

    Roberta Gisotti - VaticanNews

    News correlate

    La Santa Sede: abbandonare l'illusione della sicurezza basata sulle armi

    L'intervento dell'arcivescovo Caccia alle Nazioni Unite sulle armi convenzionali. Lo scorso anno la spesa militare globale ha raggiunto la cifra record di 2,7 trilioni di dollari

    La Santa Sede all'Onu: abbandonare la "logica illusoria" della corsa al riarmo

    L'arcivescovo Caccia, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, denuncia l'aumento delle spese militari mondiali, giunte lo scorso anno "all'inaccettabile" valore di 2.700 miliardi di dollari.

    Siria, attentato suicida in una chiesa a Damasco

    Un uomo si è fatto esplodere tra i fedeli nella chiesa di Sant'Elia, nel quartiere di Dwelaa, mentre era in corso la Messa. Nessun bilancio ufficiale al momento ma dalle prime ricostruzioni si parla di 30 tra feriti e morti, tra cui minori.

    COMMENTO

    Medio Oriente: ma non sarebbe solo un morto tra tanti altri?

    Una riflessione sulla morte e le morti nella regione dopo la falsa notizia che annunciava nei giorni scorsi il ritrovamento del corpo di padre Dall'Oglio, il gesuita scomparso a Raqqa, nel Nord della Siria, nel 2013.

    Siria: smentita la notizia del ritrovamento del corpo di padre Dall'Oglio

    Secondo Syria Justice and Accountability Centre, organizzazione non governativa finanziata da Germania e Stati Uniti, che si occupa di rintracciare le persone scomparse dallo scoppio della guerra in Siria nel 2011, non è avvenuta alcuna esumazione di cadaveri in fosse comuni vicino a Raqqa.

    Unicef: oltre il 75% dei bambini siriani è nato in guerra

    In 14 anni di conflitto si stima siano nati oltre 8,7 milioni bambini (il 75% dei 10.5 milioni totali del Paese).

    News più lette