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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (20 dicembre 2025)
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  • Papa Francesco nella cappella di Santa Marta a Roma

    Papa: nella tentazione non si dialoga, si prega

    Nella debolezza delle tentazioni, che “tutti” abbiamo, la grazia di Gesù ci aiuta a non nasconderci dal Signore ma a chiedere perdono per alzarci ed andare avanti. Così il Papa nella Messa mattutina a Casa Santa Marta, riflettendo sul diavolo che tenta sia Adamo ed Eva sia Gesù. Ma, ricorda il Pontefice, con Satana non si dialoga, perché si finisce nel peccato e nella corruzione. Il servizio di Giada Aquilino:

    Il diavolo circuisce con il dialogo

    Le tentazioni portano a nasconderci dal Signore, rimanendo con la nostra “colpa”, col nostro ”peccato”, con la nostra “corruzione”. Partendo dall’odierna prima lettura dal Libro della Genesi, Papa Francesco si sofferma sulla tentazione di Adamo ed Eva, poi su quella di Gesù nel deserto. È il diavolo - spiega - che “si fa vedere in forma di serpente”: è “attraente” e con la sua astuzia cerca di “ingannare”, è “specialista” in questo, è il “padre della menzogna”, è un “bugiardo”. Sa quindi come ingannare e come “truffare” la gente. Lo fa con Eva: la fa “sentire bene”, spiega il Papa, e così comincia il “dialogo” e “passo dopo passo” Satana la porta dove vuole lui. Con Gesù è diverso, per il diavolo “finisce male”, ricorda Francesco. “Cerca di dialogare” con Cristo, perché “quando il diavolo circuisce una persona lo fa con il dialogo”: tenta di ingannarlo, ma Gesù non cede. Quindi il diavolo si rivela per quello che è, ma Gesù dà una risposta “che non è sua”, è quella della Parola di Dio, perché “col diavolo non si può dialogare”: si finisce come Adamo ed Eva, “nudi”:

    “Il diavolo è un mal pagatore, non paga bene! E’ un truffatore! Ti promette tutto e ti lascia nudo. Anche Gesù è finito nudo ma sulla croce, per obbedienza al Padre, un’altra strada. Il serpente, il diavolo è astuto: non si può dialogare col diavolo. Tutti noi sappiamo cosa sono le tentazioni, tutti sappiamo, perché tutti ne abbiamo. Tante tentazioni di vanità, di superbia, di cupidigia, di avarizia… Tante”.

    La corruzione comincia da poco

    Oggi, aggiunge il Papa, si parla tanto di corruzione. Anche per questo si deve chiedere aiuto al Signore:

    “Tanti corrotti, tanti pesci grossi corrotti che ci sono nel mondo dei quali conosciamo la vita sui giornali: forse hanno cominciato con una piccola cosa, non so, per non aggiustare bene il bilancio e quello che era un chilo: no, facciamo 900 grammi ma che sembra un chilo. La corruzione incomincia da poco, come questo, col dialogo: ‘Ma no, non è vero che ti farà male questo frutto! Mangialo, è buono! E’ poca cosa, nessuno se ne accorge. Fai, fai!’. E poco a poco, poco a poco, si cade nel peccato, si cade nella corruzione”.

    Nella tentazione non si dialoga, si prega il Signore

    La Chiesa ci insegna così a “non essere ingenui”, per non dire “sciocchi”, riflette il Papa, quindi ad avere gli “occhi aperti” e a chiedere aiuto al Signore “perché da soli non possiamo”. Adamo ed Eva si “nascondono” dal Signore: invece ci vuole la grazia di Gesù per “tornare e chiedere perdono”:

    “Nella tentazione non si dialoga, si prega: ‘Aiuto, Signore, sono debole. Non voglio nascondermi da te’. Questo è coraggio, questo è vincere. Quando tu incominci a dialogare finirai vinto, sconfitto. Che il Signore ci dia la grazia e ci accompagni in questo coraggio e se siamo ingannati per la nostra debolezza nella tentazione ci dia il coraggio di alzarci e di andare avanti. Per questo è venuto Gesù, per questo”.

    (Radio Vaticana)

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