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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Il cardinale Dziwisz. Foto: cath.ch

    Polonia: cadono le accuse sul cardinale Stanislaw Dziwisz

    Il dossier riguardante il cardinale Stanislaw Dziwisz, accusato di abusi, è stato esaminato. Lo ho annunciato la nunziatura di Varsavia in un comunicato, lo scorso 22 aprile. «L’analisi dei documenti raccolti ha permesso di accertare che il cardinale abbia agito correttamente e per questo la Santa Sede ha deciso di non dare seguito alle accuse», recita il comunicato.

    I casi esaminati si riferiscono al periodo di episcopato del cardinale, arcivescovo di Cracovia dal 2005 al 2016. Padre Tadeusz Isakowicz-Zaleski, che rappresenta le vittime, aveva accusato il presule di non aver dato seguito a delle informazioni giunte in Curia nel 2012, che riportavano di alcuni abusi avvenuti nella sua provincia ecclesiastica. Mons. Dziwisz, dal canto suo, aveva sempre rifiutato tutte le accuse di dissimulazione, pur dicendosi disposto a prendere parte a un’inchiesta indipendente. Così, nel 2021, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE) aveva dato il via libera per l’inchiesta. Recatosi personalmente in Polonia dal 17 al 26 giugno, si era fatto consegnare tutti i documenti e aveva intrattenuto diversi colloqui con i fedeli del posto.

    Il cardinale è uno degli esponenti più in vista del clero polacco. Già segretario di San Giovanni Paolo II dal 1977 al 1998, era poi stato ordinato vescovo e vice-prefetto della Casa pontificia. Nel 2005, aveva fatto rientro in Polonia come arcivescovo di Cracovia, per poi essere creato cardinale nel 2006.

    Il suo non è un caso isolato. Sempre nel 2021, il Vaticano ha inflitto delle sanzioni disciplinari a una decina di vescovi emeriti polacchi per negligenza nei confronti di alcune denunce di abusi. Come risarcimento, sono stati tenuti a versare una somma di denaro a una fondazione ecclesiastica legata alla lotta contro gli abusi. Inoltre, la maggio parte dei presuli accusati non potrà più partecipare a delle funzioni pubbliche, sia nelle loro precedenti diocesi che nel resto della Polonia.

    Cath.ch/red

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