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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 dicembre 2025)
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  • Un santuario dedicato ai martiri nella Corea del Sud

    Rapporto Fides, nel 2024 uccisi 13 missionari

    Tredici persone che hanno donato la vita fino al tributo di sangue. Tredici battezzati, fra preti, religiosi e laici, che erano impegnati nel servizio pastorale in angoli remoti della Terra. Tredici persone che spesso nel silenzio, lontano dai riflettori, svolgevano con dedizione e con semplicità l’opera apostolica di annuncio del Vangelo, del dono dei sacramenti e di carità.

    Il Rapporto Fides

    Come ogni anno, il rapporto dell’Agenzia Fides, organo delle Pontificie opere missionarie, presenta le storie dei missionari e degli operatori pastorali assassinati nel mondo. L’agenzia nel Dicastero per l’evangelizzazione, nell’opera di monitoraggio di quanti hanno dato la vita mentre, per fede, erano impegnati in un servizio alla Chiesa, considera un orizzonte più ampio e registra tutti i cattolici coinvolti in qualche modo nelle opere pastorali e nelle attività ecclesiali morti in modo violento, anche se non propriamente “in odio alla fede”. Per questo il dossier  preferisce non usare il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico di “testimoni”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di essi attraverso i processi di canonizzazione.

    La mappa delle violenze

    Stando ai dati verificati dall’Agenzia Fides, nel 2024 nel mondo sono stati uccisi otto sacerdoti e cinque laici. Sei di loro hanno perso la vita in Africa e cinque in America, due continenti che, negli ultimi anni, «si sono alternati al primo posto di questa tragica classifica», spiega il rapporto. Nel dettaglio, in Africa sono stati assassinati due sacerdoti in Sudafrica e uno in Camerun, un catechista e un volontario in Burkina Faso, un laico nella Repubblica Democratica del Congo. Nel continente americano un prete è stato ucciso in Colombia, uno in Ecuador, un altro in Messico. Anche i laici sono stati colpiti a morte: un collaboratore parrocchiale in Brasile, un laico in Honduras. C’è anche l’Europa nell’elenco: in Spagna Juan Antonio Llorente, frate francescano dell’Immacolata, è stato assassinato nel monastero dove viveva a Gilet. In Polonia è morto invece padre Lech Lachowicz, 72 anni, aggredito da un uomo che ha fatto irruzione nella canonica armato d’ascia. Nel 2024 non vi sono missionari uccisi in Asia ma sono diverse le nazioni del vasto continente dove gli operatori pastorali hanno rischiato la vita o sono stati gravemente feriti a causa di conflitti, disordini, criminalità.

    L'impegno missionario

    Dalle informazioni verificate e pubblicate da Fides, dalle biografie delle vittime emergono immagini di vita quotidiana in contesti spesso contrassegnati dalla violenza, dalla miseria, da oppressione e insicurezza. È il caso di Juan Antonio López, coordinatore della pastorale sociale della diocesi di Truijllo e membro fondatore della pastorale per l’ecologia integrale in Honduras, persona nota per il suo impegno per la giustizia sociale, «che attingeva forza e coraggio dalla sua fede cristiana», si legge. L’omicidio di López, che aveva denunciato i presunti legami tra membri dell’amministrazione comunale di Tocoa e la criminalità organizzata, si inserisce in un contesto di crescente repressione contro i difensori dei diritti umani in Honduras. Papa Francesco, durante l’Angelus del 22 settembre scorso, ha sottolineato l’importanza di proteggere quanti difendono la giustizia e «si impegnano per il bene comune in risposta al grido dei poveri e della terra». 

    Da inizio Millennio: 608 i martiri

    La lista dei tredici uccisi nel 2024 va a ingrossare il totale dei missionari e operatori pastorali che hanno dato la vita: a partire dall’anno 2000 è di 608 persone, rileva Fides. «Questi fratelli e sorelle possono sembrare dei falliti, ma oggi vediamo che non è così. Adesso come allora, infatti, il seme dei loro sacrifici, che sembra morire, germoglia, porta frutto, perché Dio attraverso di loro continua a operare prodigi, a cambiare i cuori e a salvare gli uomini», ricordò Papa Francesco il 26 dicembre 2023, festa liturgica di Santo Stefano protomartire. 

    Vatican News

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