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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Ratzinger : il testo inedito nel "Gesù di Nazareth" in russo

    Oggi il Corriere della Sera pubblica l’introduzione che papa Benedetto ha scritto, dieci mesi prima di morire, per l’edizione del suo Gesù di Nazaret che esce in Russia, proprio a un anno dalla sua scomparsa. Il testo porta la data del 22 febbraio 2022, due giorni prima dell’invasione russa dell’Ucraina. Il volume ha le prefazioni del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e del Metropolita Antonij, «ministro degli Esteri» del Patriarcato di Mosca. Sarà presentato a Mosca il 17 gennaio.il copyright é della Libreria editrice vaticana.

     per me una lieta sorpresa, per la quale posso solo ringraziare di cuore, il fatto che il Patriarcato di Mosca, unitamente all’Accademia «Sapientia et Scientia», pubblichi in russo il mio libroGesù di Nazaret— apparso in tre volumi, ora raccolti nel VI tomo della mia Opera omnia — per renderlo in questo modo accessibile ai lettori russi e in particolar modo ai sacerdoti.

    La coltre di nebbia su Gesù

    In questo libro ho voluto diradare la coltre di nebbia che molte interpretazioni di Gesù hanno steso attorno alla sua figura. Il Vangelo di Giovanni ci indica l’autentico centro della sua figura: «Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (Gv 1,17s). «Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia» (Gv 1,16).

    Riconoscere il Dio vivente

    Questo messaggio, in molti, oggi (e non solo oggi), suscita naturalmente critica o rifiuto. Volentieri di Gesù si fa propria una cosa o l’altra, ma riconoscere in lui la pretesa dello stesso Dio vivente, per molte persone, è insopportabile. È ancora una volta il Vangelo di Giovanni a descriverci esattamente questa situazione. Nel capitolo VI, c’imbattiamo nella concreta interpretazione di questa promessa per la nostra vita e nella tentazione dell’abbandono di Gesù. In una sorta di cristologia eucaristica, Giovanni ci dice come il Signore ci venga concretamente incontro nel Pane eucaristico e debba in qualche modo essere mangiato da noi — in modo, peraltro, da trasformare lo stesso processo del mangiare. Normalmente, le cose che l’uomo mangia vengono trasformate nel processo della digestione, e viene espulso quello che il nostro corpo non può utilizzare.

    (...) continua a leggere il testo su corriere.it

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