Consenso Cookie

Questo sito utilizza servizi di terze parti che richiedono il tuo consenso. Scopri di più

Vai al contenuto
Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (21 dicembre 2025)
Advertisement
  • Papa Francesco nella cappella di Santa Marta a Roma

    Senza misura

    2016-01-28 L’Osservatore Romano

    Il tema della testimonianza, intesa come elemento fondante della vita del cristiano, è stato al centro della riflessione di Papa Francesco durante la messa celebrata a Santa Marta nella mattina di giovedì 28 gennaio. Ma cosa deve caratterizzare questa testimonianza? La risposta il Pontefice l’ha tratta direttamente dal Vangelo del giorno, riprendendo il brano di Marco (4, 21-25) immediatamente successivo alla «parabola del seme». Dopo aver parlato «del seme che riesce a dare frutto» e di quello che, invece, cadendo «in terra non buona non può dare frutto», Gesù «ci parla della lampada» che non viene posta sotto il moggio ma sopra al candelabro. Essa — ha spiegato — «è luce e il Vangelo di Giovanni ci dice che il mistero di Dio è luce e che la luce venne al mondo e le tenebre non la accolsero». Una luce, ha aggiunto, che non può essere nascosta, ma serve «per illuminare».

    Ecco, quindi, «uno dei tratti del cristiano, che ha ricevuto la luce nel battesimo e deve darla». Il cristiano, ha detto il Papa, «è un testimone». E proprio la parola «testimonianza» racchiude «una delle peculiarità degli atteggiamenti cristiani». Infatti: «un cristiano che porta questa luce, deve farla vedere perché lui è un testimone». E se un un cristiano «preferisce non far vedere la luce di Dio e preferisce le proprie tenebre», allora «gli manca qualcosa e non è un cristiano completo». Una parte di lui è occupata, le tenebre «gli entrano nel cuore, perché ha paura della luce» e lui preferisce «gli idoli». Ma il cristiano «è un testimone», testimone «di Gesù Cristo, luce di Dio. E deve mettere quella luce sul candelabro della sua vita».

    Nel brano evangelico proposto dalla liturgia si parla anche «della misura» e si legge: «Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più». È questa, ha detto Francesco, «l’altra peculiarità, l’altro atteggiamento» tipico del cristiano. Si fa riferimento, infatti, alla magnanimità: «un altro tratto del cristiano è la magnanimità, perché è figlio di un padre magnanimo, dall’animo grande».

    Anche quando dice: «Date e vi sarà dato», la misura di cui parla Gesù, ha spiegato il Papa, è «piena, buona, traboccante». Allo stesso modo «il cuore cristiano è magnanimo. È aperto, sempre». Non è, quindi, «un cuore che si chiude nel proprio egoismo». Non è un cuore che si pone dei limiti, che «conta: fino a qui, fino a qua». E ha continuato: «Quando tu entri in questa luce di Gesù, quando tu entri nell’amicizia di Gesù, quando ti lasci guidare dallo Spirito Santo, il cuore diventa aperto, magnanimo». Si innesca, a quel punto, una dinamica particolare: Il cristiano, «non guadagna: perde». Ma, in realtà, ha concluso il Pontefice, «perde per guadagnare un’altra cosa, e con questa “sconfitta” di interessi, guadagna Gesù, guadagna diventando testimone di Gesù».

    Per calare nel concreto la sua riflessione, Francesco si è a questo punto rivolto a un gruppo di sacerdoti che celebravano il giubileo d’oro della loro ordinazione: «cinquanta anni sulla strada della luce e della testimonianza» e «cercando di essere migliori, cercando di portare la luce sul candelabro»; una luce che, è l’esperienza di tutti, a «volte cade», ma che sempre è bene cercare di riproporre «generosamente, cioè con il cuore magnanimo». E, nel ringraziare i sacerdoti per quanto hanno fatto «nella Chiesa, per la Chiesa e per Gesù», e augurando loro la «gioia grande di avere seminato bene, di avere illuminato bene e di avere aperto le braccia per ricevere tutti con magnanimità», il Papa ha anche detto loro: «Soltanto Dio e la vostra memoria sanno quanta gente avete ricevuto con magnanimità, con bontà di padri, di fratelli» e «a quanta gente che aveva il cuore un po’ oscuro avete dato luce, la luce di Gesù». Perché, ha concluso tirando le fila del ragionamento, «nella memoria di un popolo» rimangono «il seme, la luce della testimonianza, e la magnanimità dell’amore che accoglie».

    News correlate

    Papa Francesco a Santa Marta: "Testardi ma non nell'anima"

    Così nella Messa celebrata a Casa Santa Marta prende spunto dalla Lettura odierna che narra la conversione di Paolo sulla via verso Damasco per far comprendere il valore della docilità e dell'apertura del nostro cuore alla voce di Dio.

    Sei anni fa la prima omelia di Papa Francesco a Casa Santa Marta

    Subito dopo l'elezione, Papa Francesco sceglie di risiedere nella Domus Sanctae Marthae nella cui cappellina inizia a celebrare le Messe invitando gruppi di fedeli.

    Papa Francesco: i cristiani non siano ipocriti con l’anima truccata

    Durante la Messa celebrata nella cappella della Casa Santa Marta, il Pontefice commenta la prima Lettura, tratta dal libro del profeta Isaia (Is 58,1-9a), e spiega “la differenza che c’è nella nostra vita fra il reale e il formale”, condannando ogni forma di ipocrisia.

    no_image

    "Sono forse io custode di mio fratello?"

    Nella messa mattutina di Santa Marta, il Papa rivolge ad ognuno di noi le domande che il Signore fece ad Adamo e a Caino. "Dove sei? Dov'è tuo fratello?" Domande scomode e imbarazzanti che non vogliono però "risposte di compromesso".

    Papa Francesco a Santa Marta: con l’Annunciazione “tutto cambia, la storia si capovolge”

    Un passo del Vangelo di Luca (Lc 1,26-38) “difficile da predicare”, in cui il “Dio delle sorprese” muta il destino dell’uomo. Così il Papa ha definito il mistero dell’Annunciazione, al centro dell’omelia della Messa celebrata oggi a Santa Marta.

    Papa Francesco a Santa Marta: no alla lista dei prezzi per i Sacramenti

    Durante la Messa celebrata a Santa Marta, il Pontefice commenta l’episodio evangelico della “purificazione del tempio” e invita tutti a riflettere sullo zelo e il rispetto che riserviamo oggi alle “nostre chiese”.

    News più lette