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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (15 dicembre 2025)
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  • Si sbriciola il fronte islamista in Siria

    Idleb (AsiaNews) – L’Organo di liberazione di Damasco (Haiya’at Tahrir Al Sham), che raduna molti gruppi islamisti che combattono la Siria di Assad, sta perdendo i suoi pezzi. In luglio vi è stato il ritiro del gruppo Ahrar el Sham (i Liberi di Damasco), fra i primi a combattere nella guerra civile. L’11 settembre scorso vi sono state le dimissioni dei predicatori sauditi e giudici della Sharia islamica Abdallah Al Muhaissni  e Mosleh Al Ilyani, che hanno causato un effetto domino, tanto da poter ipotizzare l’inizio dello scioglimento dell’Organo.

    Haiya’at Tahrir Al Sham è stato istituito il 28 gennaio di quest’anno, ed è composto da una miriade di miliziani oppositori del governo siriano ad Idleb.  Per la maggior parte  è costituito da non siriani, uniti dal terrorismo islamico, definito “guerra santa” contro tutti coloro che si distanziano dall’integralismo takfiri.

    Nel corso degli ultimi mesi il dissenso fra  legislatori coranici e combattenti si è acuito dando esito a molte critiche reciproche e diatribe sulla modalità di condurre le operazioni militari contro il movimento di Ahrar el Sham e l’uso delle armi - e non della convizione - per imporre alle altre fazioni l’unità con l’Organo e garantire una “legittimazione rivoluzionaria” ad Abi Mohamed Al Golani, capo di Al Nosra, e ai suoi seguaci.

    In realtà la causa dell’inquietudine, dei dissensi e del rifiuto di tutte le fazioni di restare uniti sotto una sola bandiera, sta  nel fatto che il Fronte Al Nosra, gruppo maggioritario e dominatore dell’Organo, non è riuscito a evitare di essere classificato come organizzazione terroristica. L’inquietitudine è diventata un pscicosi con voci crescenti - sostenuti da rapporti di intelligence - su un imminente attacco dell’esercito siriano su Idleb, non appena sarà terminata l’operazione a Deir Ez Zor. L’attacco dovrebbe avvenire con una copertura russo-turco-iraniana.

    Le dimissioni di Abdallah Al Muhaissni  e Mosleh Al Ilyani hanno aperto le porte alle discussioni fra i sostenitori e gli oppositori degli Ahrar di Damasco, guidati da Abi Saleh Al Tahan, che avrebbero tagliato i ponti con il Movimento di Nur Eddin Al Zenki proprio per timore di trovarsi implicati in caso di imminente attacco dell’esercito siriano ad Idleb.

    Qualunque sia il motivo della scissione di Ahrar Al Sham, il suo distacco rivela che l’Organo di liberazione di Damasco è solo un altro nome di copertura, un altro alias del camalontico  Al Nosra, già Al Qaeda. In quest’ultimo organo non vi restano infatti che membri di Al Nosra. Intanto, l’esercito degli Ahrar di Damasco ha chiesto al Tribunale della Sharia’a di Idleb la restituzione delle armi e munizioni in loro dotazione prima dell’unione, consegnati 9 mesi fa al deposito unitario di armi dell’Organo.

    Nelle ultime settimane si sono intensificati anche gli scontri armati fra gli Ahrar e l’Organo, con battaglie nelle zone desertiche a Ikarda, a Maarat Al Naasan e nei dintorni di Fua nell’hinterland di Idleb, scontri terminati soltanto in seguito a lunghe mediazioni. Il capo dell’esercito di  Ahrar, Hashem El Sheikh aveva minacciato di ritirarsi dall’organo se gli attacchi contro il Movimento di Ahrar di Damasco fossero proseguiti. Finora le dimissioni non sono avvenute.

    Esponenti del Movimento Ahrar hanno fatto circolare voci che parlano della sottomissione di Hashem El Sheikh ad Al Golani e che quest’ultimo abbia duramente criticato la Turchia, il loro alleato più diretto, proponendo un avvicinamento all’Iran prima che sia troppo tardi. Queste voci hanno spinto Hashem El Sheikh ad aprirsi un profilo su Istagram dove ha reso noti i suoi punti di vista. Al Golani non ha negato di aver aperto canali di contatti con l’Iran, ma si è giustificato di averlo fatto per liberare i prigionieri dell’Organo tenuti dagli iraniani.

    Intanto il legislatore coranico Ayman Harosh, vicino agli Ahrar di Damasco, ha rivelato che Al Nosra tiene incontri segreti da oltre due giorni con personalità russe. Tali riunioni si tengono nella casa di Ahmad Al Darwish nel villaggio di Abu Dali nell’hinterland nord-orientale di Hama. Un comunicato emesso da Ahrar di Damasco ha ssubito smentito la notizia, nonostante fosse ricca di nomi e dettagli. Ma i sospetti serpeggiano e a quanto pare, ognuno pensa al futuro incerto e a come salvarsi la pelle. Poichè nessuno si fida più dell’altro, si presume che l’onda di diserzioni crescerà nei prossimi giorni.

    Pierre Balanian - AsiaNews

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