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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 dicembre 2025)
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  • Padre Ibrahim con i ragazzi di Aleppo

    Siria, il Natale dei francescani con i bambini abbandonati di Aleppo

    Cosa resta di Aleppo, la città nota al mondo come il “gioiello della Siria” per la sua bellezza incantevole, la “Milano del Medio Oriente” per la sua produttività, dopo quasi 8 anni di guerra? La distruzione sistematica le ha tarpato le ali, l’orrore del conflitto le ha strappato centinaia di migliaia di abitanti ma, soprattutto, il tessuto umano di convivenza e coabitazione di culture e religioni, messo a dura prova, rischia di non riuscire più a ricucirsi. La buona notizia è che dal Natale di due anni fa, i bombardamenti sono in gran parte cessati e la normalità, assieme a un numero crescente di aleppini, sembra stia lentamente tornando. Quasi a celebrare simbolicamente questo felice anniversario, raggiungiamo al telefono Padre Firas Lutfi, francescano della Custodia di Terra Santa e direttore spirituale dell’ufficio catechistico di Aleppo.

    Padre due anni fa, ad Aleppo, si festeggiava il primo Natale senza missili. Come è la situazione oggi?

    «Un Natale sereno, possiamo dire che celebriamo i due anni dalla liberazione dei jihadisti, e la riunificazione di una città che era divisa. Non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo della pace al 100%, a una sessantina di chilometri c’è ancora il fronte aperto di Idlib e anche le zone a est e a ovest dell’Eufrate destano molte preoccupazioni, ma almeno vige nella città serenità e uno sguardo chiaro verso il futuro».

    Continua a leggere l'intervista.

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