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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (13 dicembre 2025)
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  • Siria, voci dalla comunità cattolica

    Le rassicurazioni prevalgono sulle apprensioni, ma è comunque la prudenza a dominare i commenti in Siria e in gran parte del Medio Oriente, all’indomani dell’uscita di scena di Bashar al Assad, e la presa del potere a Damasco delle forze di opposizione del Hayat Tahrir al Sham (Hts), le milizie guidate da Abu Mohammed al-Jolani.

    Il parroco di Aleppo: vogliamo uguali diritti e doveri

    «Ieri mattina, domenica, ci siamo svegliati con la notizia della caduta di Damasco e della fuga di Assad - racconta a L’Osservatore Romano padre Bajhat Karakach, parroco di Aleppo -. Vi sono caroselli di macchine, manifestazioni spontanee di gioia nelle strade e soddisfazione per la fine della dittatura degli Assad. I prigionieri politici sono stati liberati da tutte le carceri del Paese». Il governo di Assad tuttavia proteggeva le minoranze, e quella cristiana in particolare, già duramente provata: «La comunità cristiana - continua il parroco - dopo quasi 14 anni di guerra civile e la dittatura sanguinaria di Assad, si è assottigliata: molti sono fuggiti all’estero. Ora speriamo che possano tornare, perché i cristiani sono una componente che può dare molto per la ricostruzione della Siria. Ovviamente le milizie che hanno vinto e il governo che si insedierà a Damasco dovranno darci conferma delle rassicurazioni che finora hanno espresso ai cristiani, promettendo che tutte le minoranze saranno trattate con pari dignità di cittadinanza. Noi, d’altronde, non intendiamo venir trattati come minoranza da tutelare, ma come cittadini di uguali diritti e doveri».

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